Capitolo trentatreesimo *Boyd*

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Una settimana dopo.

Il casolare era in decadenza ed i vetri alle finestre erano rotti.

Intorno a me le volanti della polizia illuminavano il buio della sera e le loro sirene squarciavano il silenzio della campagna, ma l'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi era la porta d'ingresso, dalla quale sarebbe uscita da un momento all'altro l'amore della mia vita.

Avrei rivisto il suo sorriso, i suoi capelli biondi, avrei risentito il suo profumo e la morbidezza della sua pelle.

Dopo l'inferno che avevo passato senza di lei, il mio mondo sarebbe tornato tra le mie braccia.

Ci stavano mettendo un'eternità ed un agente mi fermò per evitare che irrompessi io stesso nel casolare.

Finalmente un uomo in divisa uscii dall'ingresso, ma mi fu subito chiaro che qualcosa non andava.

Teneva Blaire in braccio e la testa della mia ragazza ricadeva inanimata, lasciando che i capelli biondi le fluttuassero al ritmo dei passi del poliziotto.

Corsi subito verso di lei, ma di nuovo due agenti mi fermarono.

"Si calmi, signore" disse uno dei due.

"Stronzate, mi lasci andare immediatamente dalla mia fidanzata" urlai, tenendo sempre lo sguardo fisso su di lei.

Il poliziotto l'aveva distesa su una barella ed era subito stata circondata dai medici, che ora mi coprivano la visuale.

Perchè non si svegliava?

Perchè non tornava da me?

"Mi lasci, immediatamente!" urlai ancora al poliziotto e, siccome non sembravano ascoltarmi, mi divincolai da solo e corsi verso la barella.

"Uno, due, tre... libera!" urlò il medico, mentre il corpo di Blaire sussultava.

"Uno, due, tre... libera!" urlò di nuovo, ma Blaire ricadde di nuovo sulla barella con gli occhi chiusi.

"Che sta succedendo?" urlai, mentre un panico divorante mi consumava.

Il medico si spostò senza rispondermi, e iniziò un massaggio cardiaco a Blaire.

Il suo esile corpo sussultava sotto le spinte del dottore, ma ricadeva sempre esanime.

Il medico si staccò da lei scuotendo la testa ed asciugandosi il sudore dalla fronte, sebbene quella sera si gelasse.

Si guardò l'orologio e annunciò:

"Ora del decesso: 21:42"

Tutto il mio corpo sembrò precipitare, inghiottito nella terra.

Non mi sentivo più il cuore, non mi sentivo più il corpo, non sentivo più nulla.

"NO!" urlai, correndo più vicino a Blaire e prendendole le guance tra le mani.

Il suo bellissimo viso era così freddo... ma i medici sbagliavano, lei era ancora con me, non mi aveva lasciato.

"Ci dispiace molto, signore... deve aver subito molte violenze ed era debole. Probabilmente era già morta prima ancora che arrivassimo"

Le mani mi tremavano mentre le accarezzavo il viso, aspettando che da un momento all'altro lei aprisse gli occhi.

Le parole del medico non mi sfiorarono, non le ascoltavo davvero.

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