Act 1

11K 400 306
                                    

Lei non lo voleva, non era così che doveva andare.
No no, era tutto sbagliato, perchè a lei?
Fino ad ora le cose erano sempre andate bene, e adesso...

L'idea del trasloco era sempre stato un pensiero fisso nella mente di Emily, la terrorizzava.
Eppure questo incubo si stava realizzando, e lei lo stava vivendo.

Aveva il gomito appoggiato vicino al finestrino della macchina e guardava fuori con aria alquanto incazzata, con gli occhi ridotti a due fessure.
La madre si trovava nel sedile davanti al suo e la guardava preoccupata mentre il padre guidava e il fratellino di sette anni giocava con un Nintendo DS.

-C'è qualcosa che non va, Lily?- le chiese con voce dolce.

L'appena diciasettenne alzò lo sguardo sempre mantenendo quell'espressione torva.

-Certo mamma, ci stiamo trasferendo! Ho dovuto dire addio a tutti i miei amici e alla vecchia casa!-

-Oh tesoro, lo sai che dobbiamo farlo. Il lavoro di tuo padre mantiene tutta la famiglia ed era la nostra unica alternativa trasferirci a Milano-

La ragazza sbuffò e tornò a guardare fuori dal finestrino.

-E non sbuffare, su- la rimproverò la madre -guarda Matteo com'è tranquillo-

Il fratellino probabilmente non stava neanche ascoltando, dato che era troppo preso dal giocare con il DS a Super Mario.
Emily lo invidiava, era ancora troppo piccolo per accorgersi del mondo esterno e poteva ancora vivere con spensieratezza.

Mentre lei di domande, beh, se ne poneva anche fin troppe.
Si chiedeva se si sarebbe ambientata come lo era nella vecchia città.
Se si sarebbe fatta degli amici.
Magari avrebbe trovato un ragazzo, anche se ne dubitava fortemente.
Ne aveva avuto uno, e non era andata molto bene.

-Siamo arrivati-

La voce profonda del padre sovrastò il teso silenzio che regnava nella macchina.

Il camion dei traslochi si fermò dietro di loro, mentre tutti scendevano dalla macchina.

La famiglia di Emily si era trasferita in una zona periferica di Milano, difatti ciò aveva permesso la costruzione di diverse villette tutte affiancate.

Una tra queste era la villa della famiglia.
Loro non erano ricchi, affatto.
Quella costosa villa era un dono ereditario da parte della nonna materna di Emily.
Inizialmente avevano pensato di venderla per ricavarci qualcosa, ma quando scoprirono dell'obbligato trasloco, decisero di andare a vivere lì.

La villa era a tre piani e divisa dalle altre due affianco da delle grandi siepi, che arrivavano fino al secondo piano.

Quando Emily scese dalla macchina insieme a una delle sue valigie la osservò bene.
Non le piaceva, affatto.

Sospirò e si diresse verso l'ingresso tenendo le chiavi in mano per aprire il cancelletto.

Ma prima guardò la casa a sinistra, che era diversa dalla loro.
Era molto, ma molto più grande e bella della loro.
Dovevano essere ricchi sfondati quelli che ci vivevano, e alla ragazza era anche parso di vedere una piscina.

Alzò lo sguardo oltre la siepe e vide che una delle finestre del terzo piano era aperta, e affacciato ad essa c'era un ragazzo.

Non ebbe neanche il tempo di vederlo bene in faccia che lui si era già rifugiato nuovamente dentro.
La ragazza aspettò qualche secondo sperando che tornasse, ma non accadde, quindi ci rinunciò.

Il ragazzo, da quel poco che aveva visto, sembrava avere la sua età e portare anche gli occhiali.
Rassegnatasi all'idea di rivederlo, Emily entrò in casa.

Per essere una villa non era molto grande, le dimensioni dei piani erano compensate dall'altezza dell'abitazione.

-Che schifo- sussurrò.

Lei non era mai stata una persona acida, ma era davvero di cattivo umore.

-Non è colpa nostra se sei asociale- canticchiò una vocina di fianco a lei.

Era il suo fratellino Matteo, che le era appena sfrecciato davanti.

-Piccola peste-

Matteo non assomigliava molto alla sorella maggiore, in comune avevano solo gli occhi azzurri che quasi erano blu.

Lei aveva i capelli rossi, ma non di quel rosso pel di carota, uno molto più scuro.
L'unica cosa che le piaceva del suo aspetto erano i grandi occhi azzurro scuro, tendenti al blu.
Delle volte le chiedevano se usasse delle lenti a contatto colorate, e lei rispondeva sempre sorridendo che era un colore naturale.

Un'altra delle poche cose che le piacevano di se stessa era il fatto che lei sorrideva sempre.
Glielo facevano sempre notare, e quando succedeva lei era contenta.

Non era il classico tipo di ragazza bella ma stronza.
Era sempre stata gentile con tutti, e di conseguenza tutti erano gentili con lei.
Anche se di amici ne aveva pochi, più che altro per sua scelta.
Aveva molte piacevoli conoscenze, ma di amici veri pochi.

Nonostante fosse una persona solare e allegra, era un po' chiusa in se stessa.
Questo perché delle volte preferiva rifugiarsi in altri mondi piuttosto che in quello reale.

Era un'amante sfegatata di videogames, fumetti, manga, anime e di tutto ciò che le piaceva ma non esisteva.

Ecco, Emily era una nerd.

Nerd | SurrealPowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora