Act 9

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Lepri, in piedi sulla scalinata, sfoggiava il suo solito sorriso strafottente.
Lo sguardo di Emily balzava da Salvatore a Stefano in continuazione.
Il primo non guardava Lepri, ma aveva il viso rivolto a terra.

Il ragazzo scese la scalinata con la mano che sfiorava la ringhiera, sempre mantenendo il sorriso fisso su di loro.

-Lepri ma che cazz-

-Non preoccupatevi, me ne vado subito-

Una volta scese le scale camminó lentamente verso i due, e quando passò davanti a Salvatore gli diede un forte colpo in testa.
Emily fece per alzarsi con sguardo minaccioso verso l'altro, ma il ragazzo la fece sedere.

-Ci vediamo- disse infine Lepri chiudendo la porta.

Emily non credeva a ciò che aveva visto.
Perchè il bullo di Salvatore, la persona che più lo tormenta, si trovava in casa sua?

-Salvatore, perchè cazzo c'era Lepri?-

-Parliamone sopra-

Salvatore la condusse in camera sua.
Era molto più grande di quella che lei vedeva dalla finestra.
Era il doppio del salotto della sua vecchia casa.

-Accidenti...-

-È più o meno quello che dicono tutti-

La ragazza passò qualche secondo ancora a guardarsi intorno, si era completamente dimenticata della questione di Lepri.

-Ehm, Lily...-

-Oh si, scusami.
Allora...che ci faceva lui quì?-

Salvatore si sedette sul letto, e lei lo imitó sedendosi vicino a lui.

-Beh, a dire il vero non so se posso dirtelo...-

-Oh avanti, non ti fidi di me?-

Salvatore stette in silenzio mordendosi il labbro.
A dire il vero no, non ancora.
Ma non voleva offenderla.
Ma lei aveva capito il suo silenzio.

-Salvatore.
Sono l'unica che ti ha aiutata e...-

-Ma sono arrivato al punto di non potermi fidare più di nessuno- la interruppe bruscamente lui.

Lei tacque subito, la bocca mezza aperta perchè non aveva conlcuso la frase.

-Scusami...Cristo ecco perchè le persone scapano da me-

Appoggió i gomiti sulle ginocchia e abbassò il capo, triste.
Sentì qualcosa toccargli la spalla.
Era la mano di Emily.

Alzò lo sguardo e la vide sorridere in modo dolce.

-Non ti preoccupare.
Io non ho intenzione di andarmene-

Lui sorrise leggermente.

-Hai presente Harry Potter e la prima parte dei Doni della Morte?
C'era un piccolo titolo.
Trust no one.
Non fidarti di nessuno.
È finito per diventare il mio motto-

Indicò la parete sopra la sua scrivania.
Attaccato ad essa c'era un foglio con scritti sopra dei kanji.
Doveva essere stato scritto con un pennello.

Sotto ai kanji c'era scritto tra parentesi "trust no one".

Lei sapeva che non era una cosa fatta per moda quella di scrivere in giapponese.
Aveva intuito che lui era uno sfegatato fan del Giappone (non solo per gli anime e i manga) e doveva sapere che quello era un metodo molto utilizzato per ficcarsi in testa un concetto.

-Ma se non ti fidi di nessuno come fai a essere felice?
Se rifiuti gli altri e te ne stai chiuso in te stesso?
Harry aveva Hermione e Ron al suo fianco-

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