Act 10

4.7K 330 203
                                    

Era passato qualche giorno da quando Emily aveva svolto la verifica di disegno tecnico.
Ma oggi gliel'avrebbero consegnata, e l'ansia era alle stelle.

Aveva paura di prendere un brutto voto per diverse ragioni.
La prima era che non avrebbe saputo dirlo ai suoi.
La seconda era che di certo non le andava di rovinarsi la media.
E la terza era che non voleva che dopo tutti gli sforzi di Salvatore per aiutarla lei andasse male.

Ecco, quello soprattutto.

Picchiettava nervosamente le dita contro il banco mentre la campanella dell'ultima ora, appunto quella di disegno tecnico, stava per suonare.

-Nervosa?- le sussurrò Salvatore vicino a lei.

-Un po'-

-Dai, sarà andata bene-

Lei non gli rispose, e il suo sguardo si fece ancora più colmo d'ansia e paure.
E finalmente la campanella suonò.

-Bene, mentre uscite vi consegnerò i vostri compiti corretti e valutati-

Tutti gli alunni si alzarono in fretta e furia per ritirare il loro compito e uscire il prima possibile da quella prigione.
Al contrario Emily si era trattenuta più del solito perchè più tempo passava senza sapere il voto meglio era.

-Ti aspetto fuori Lily- disse Salvatore alzandosi e allontanandosi.

Il ragazzo prese la sua verifica e uscì dalla classe con un mezzo sorriso dovuto a uno dei suoi soliti dieci pieni.
Guardava con apprensione Emily, ancora dentro alla classe.

Alla fine la ragazza si alzò e si diresse a passo incerto verso la professoressa.
Prese la sua verifica con lo sguardo colmo di terrore e si diresse verso l'uscita della classe.
Ancora non aveva il coraggio di leggere il voto.

Si fermò un attimo sull' uscio, prese coraggio e guardò, nel mentre Salvatore la osservava dall' altra parte del corridoio.

Il volto di Emily, prima colmo di ansie e paure, si trasformò in uno felice e allegro.

-OTTO! OTTO CAZZO!- gridò.

Salvatore sorrise.
La ragazza gli corse in contro e lo abbracciò, facendogli fare un mezzo giro.

Lui chiuse gli occhi e sorrise con ancora più felicità, stringendo la ragazza a sè e affondando il viso nei suoi capelli.
I ragazzi che passavano li guardavano male, MOLTO male.

Salvatore sentiva alcuni ragazzi sussurrare cose come "lei e Cinquegrana? L'ha drogata?" oppure "che problemi ha per abbracciare Cinquegrana?"
Ma sostanzialmente lui se ne fregava perché in quel momento c'era lei tra le sue braccia.

Ed era bellissimo.

-È solo grazie a te- disse lei senza smettere di abbracciarlo.

-Ma che dici? Ce l'avresti fatta anche senza il mio aiuto-

-Non dire bugie-

Rimasero abbracciati per un bel po' dondolandosi leggermente, senza dire nulla.
Stavano bene così.

-Guarda che carini Sascha- disse una voce molto familiare.

I due girarono e videro Stefano sfoggiare un ghigno strafottente insieme a Sascha, per poi andarsene.

Emily si staccò e scosse la testa, rassegnata.

-Torniamo a casa?- chiese Salvatore.

-Certo-

Salvatore e Emily parlarono molto al viaggio di ritorno.
Il loro legame diventava sempre più stretto e entrambi avevano realizzato di trovarsi maledettamente bene e a proprio agio l' uno con l'altra.

Potevano esssere se stessi senza mettere delle maschere.
Maschere che rappresentassero qualcosa che non erano e che gli altri volevano che loro fossero.

Sapevano di potersi fidare l'uno dell' altra.
E oh, erano felici.

Una volta arrivati Salvatore si fermò un attimo davanti a casa di lei per salutarla.

-Allora ci vediamo domani?- le chiese

-Certo-

La salutò timidamente con un cenno della mano, mentre lei camminava verso il cancelletto per accedere al piccolo giardino di ingresso.
Ma la ragazza si fermò.

-Aspetta...-

Salvatore, che aveva solo fatto qualche passo, si fermò.

-Dimmi-

La ragazza sorrise, anche se lui non poteva vederlo.
Lo vide solo quando lei si girò.

-Credo di essere giunta a una conclusione?-

-Sarebbe?-

-I tuoi abbracci sono stupendi-

Lui rimase stupito.

-D-d-d-davvero?- balbettò.

Emily annuì.

-Mi piace un sacco il fatto che tu indossi delle felpe enormi.
È così morbido, mi sento protetta-

-Allora dovresti farlo più spesso-

I due si sorrisero, poi lei allargò le braccia nella sua direzione, mentre lui faceva lo stesso.
Si lanciò tra le sue braccia, lasciando prima che il corpo andasse a contatto con quello di lui, per poi avvolgerlo con le braccia.

Lui la stringeva a sè, sempre sorridendo e pervaso dal buon odore dei suoi capelli, leggermente chinato poichè molto alto.
Si staccarono di malavoglia, e tornarono nelle loro rispettive case.

Non appena la ragazza aprì la porta fu pervasa dal solito senso di tristezza.
Odiava quel posto, e ogni volta che ci metteva piede le veniva voglia di fuggire.
Già, fuggire...

Non era la sua vecchia casa.
Era triste, spoglia, maledettamete grigia e priva di emozione.
Le dava quasi disgusto.

Anche la felicità dovuta al bel voto era sparita non appena era entrata.
Quel posto era come un dissennatore formato casa.
Ti fa sentire come se non potessi più essere felice.

Emily salí in camera sua e poggiò con poca delicatezza lo zaino vicino all'ingresso.
L'unica cosa che le piaceva era la sua camera, perchè aveva un tocco di suo.

E inoltre lì poteva vedere Salvatore.

Fece una smorfia pensando che quello che le era appena passato per la testa fosse molto una cosa da stalker.

Andò ad aprire la finestra per cambiare l'aria e si sdraiò sul letto per rilassarsi un po' dopo quella lunga giornata.
Ripensava con il sorriso al bel rapporto che si stava instaurando tra lei e Salvatore.

Voleva aiutare quel ragazzo.
La sua vita era impossibile.
Ma la cosa che le dava più fastidio era che non era per colpa sua.

Mentre la ragazza si stiracchiava, qualcosa entrò nella stanza attraverso la finestra.
Emily si alzò incuriosita, e subito dopo riconobbe uno degli aereoplanini di carta di Salvatore.

Lo aprì in un misto tra felicità e ansia.
Quello che lesse la lasciò interdetta.

Emily mi devi fare una promessa.
Non innamorarti mai di me.
- S

La ragazza non sapeva cosa pensare.
Quelle frasi le fecero frullare mille domande nella testa.

Perchè le stava facendo quella bizzarra richiesta?
Forse pensava che si fosse innamorata di lui.
Oppure gli provocava talmente tanto disgusto che le aveva addirittura chiesto di non innamorarsi.

Era tutta semplice

Nerd | SurrealPowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora