Act 3

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Lunedì. Ore 7:50.

Emily fu svegliata di mattina dai primi raggi del sole che penetravano dalle tende.
Essi avevano deciso di posarsi esattamente sui suoi occhi.
La ragazza se li stropicciò e si guardó intorno.

Non era sotto le coperte, e nemmeno in pigiama.
Si era addormentata vestita, sopra il letto con il computer acceso.

Era aperto sulla chat con SurrealPower, il potentissimo giocatore a cui aveva chiesto l'amicizia e che le aveva scritto.

Lei non aveva risposto, si era addormentata prima.
Non appena lo notò si sbattè una mano sulla fronte e si maledisse da sola.

-Che rincoglionita! Il giocatore di Fantasy Revolution più forte al mondo mi ha mandato un messaggio e neanche gli ho risposto!-

Fece per digitare qualcosa sulla tastiera, ma prima guardò l'orologio digitale sul comodino.

-Oddio sono in ritardo! Cazzo cazzo cazzo!-

Chiuse velocemente il portatile, decisamente più sgangherato rispetto a quello del ragazzo della villa accanto, e corse via.

Si lavò velocemente i denti e la faccia, per poi correre nuovamente in camera e mettersi lo zaino in spalla.

Corse fin giù dalle scale per poi sfrecciare fuori dalla porta principale con la madre dietro che le chiedeva della colazione.
Poco più a destra di dove abitava lei, precisamente davanti al suo misterioso vicino, c'era la fermata degli autobus con uno di essi che stava per ripartire.

Corse ancora più velocemente e proprio mentre le porte si stavano per chiudere salì.
Riprese fiato e sorrise mentre l'autobus riprendeva velocità.

Si mise le cuffie nelle orecchie per il viaggetto di cinque minuti, non riusciva a fare a meno della musica.
Dallo zaino tirò fuori anche una merendina che teneva sempre per urgenze come quella.

Una volta arrivata a scuola si mise a correre verso la sua aula, che trovò abbastanza in fretta.

Era molto, ma MOLTO imbarazzante per essere il suo primo giorno in quella scuola.
Sospirò e aprì la porta.
Ovviamente tutti i suoi compagni, compreso il professore, si girarono a guardarla.

-Oh, tu devi essere la nuova alunna-

Lei annuì.

Il prof. si alzò e si affiancò alla ragazza.

-Bene, lei è Emily, la vostra nuova compagna. Fatela sentire a proprio agio-

Tutti la guardavano incuriositi.
Poi il professore si girò verso Emily.

-Puoi andarti a sedere vicino a...- si guardò un po' intorno cercando un posto libero. E poi lo trovò, era anche l'unico -vicino a Salvatore-

Emily vide un ragazzo infondo all'aula e subito lo riconobbe.
Era il suo vicino di casa, il ragazzo che aveva visto alla finestra.
Era seduto da solo e la guardava.
Non appena incrociò i suoi occhi lui avvampò e abbassò immediatamente lo sguardo.

Emily percorse l'aula sotto l'attenzione di tutti e appoggiò lo zaino vicino alla sedia di Salvatore.

-Ciao- gli sussurrò con un leggero sorriso.

Nonostante fosse in quella stanza solo da cinque minuti aveva avuto una strana impressione riguardo a lui.

Le sembrava così diverso dagli altri.

Lui non le rispose, si limitò a un leggero gesto del capo.
Era evidentemente imbarazzato nello stare vicino a una ragazza, era rossissimo.

Emily si sedette e tirò fuori i libri, poi cominciò ad ascoltare la lezione.
Salvatore stava ascoltando poco o niente, magari non gli piaceva la matematica.
E come biasimarlo?

Durante la lezione faceva altro, tutt'altro.
Scarabocchiava, scriveva, giocherellava con quello che trovava sul banco.

Lei non fu l'unica a notarlo.

-Cinquegrana!-

Salvatore, che prima era ricurvo verso il banco, alzò la testa di scatto allarmato.

Emily sentì qualche risatina da parte degli altri compagni, e la cosa la irritò.

-Perchè non vieni alla cattedra a fare quest'equazione, così almeno stai attento-

Il ragazzo si alzò con il suono di quelle risatine sbeffeggiatorie nelle orecchie.

Il professore scrisse alla lavagna una delle equazioni più difficili che Emily avesse mai visto, fu in pena per lui.

Ma Salvatore, con tutta tranquillità, prese il gessetto e cominciò a scrivere calcoli e numeri a raffica.
Neanche per un singolo secondo aveva esitato, non si fermava.
Lei lo guardava ammirata, la classe un po' meno, sembrava anche irritata.

Una volta finita e occupata tutta la lavagna diede un'occhiata al risultato che il libro dava.

-Giusta- mormorò al professore, per poi tornare al suo posto, e sembrava volesse farlo il più in fretta possibile.

Ma a metá della strada tra la cattedra e il banco...

-Cinquegrana il libro-

Ora le risate non erano più silenziose e solo da parte di alcune persone, ma erano di tutta la classe e decisamente forti.

Salvatore si fermò e serrò labbra e occhi per qualche secondo, poi ritornò indietro.
Prese il libro e ritornò a passo svelto verso il banco.
Rischiò anche di inciampare a causa del ragazzo del banco accanto che gli aveva fatto lo sgambetto.

Emily, che non era certamente divertita, si giró a guardare prima Salvatore, poi il ragazzo che gli aveva fatto lo sgambetto.

Quest'ultimo alzó le sopracciglia per un secondo e sorrise rivolto a lei.
Più che un sorriso sembrava un ghigno, e non le piacque per niente.
Il ragazzo, che sedeva vicino a un'altro dai capelli neri, portava gli occhiali e un ciuffo biondo, e a Emily diede sicuramente una pessima prima impressione.

Non gli ricambiò il sorriso e si girò di nuovo verso Salvatore, che era tornato a stare chino sul banco.
Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma non sapendo neanche lei il perchè, non lo fece.

Dopo altre ore di lezione la campanella dell'intervallo suonò, e tutti immediatamente si alzarono.
Tutti meno che Salvatore, che se la prese molto comoda.

Emily lo osservava da dietro la porta, insieme ad un gruppo di altre ragazze.
Si erano dimostrate gentili con lei e le avevano chiesto di passare l'intervallo con loro, ma a lei alcune non ispiravano molta simpatia.

Le ragazze si misero a parlare di ragazzi, come al solito.
Purtroppo non sembrava essercene una minimamente interessata ai videogiochi o alle cose che le piacevano.

Non appena una ragazza mora della quale Emily non si ricordava il nome finì un monologo riguardo a un certo Sascha, che da quanto aveva capito era il vicino di banco dell'altro ragazzo con gli occhiali, decise di fare una domanda.

-Che mi dite di Salvatore?-

Tutte la guardarono con gli occhi spalancati.
Emily non capiva.

-Che c'è? Ho detto qualcosa di strano?-

-Se l'hai detto!- esclamò una ragazza dai capelli castani.

-Davvero? CINQUEGRANA?- una bionda scandì bene il suo cognome.

-Si, cosa c'è di male?- rispose Emily che era diventata improvvisamente seria.

-Ma l'hai visto? Lui è un nerd-

Ora Emily più che seria sembrava arrabbiata.

-Beh, penso sia meglio essere un nerd che essere degli stronzi-

E una volta detta questa frase lei si girò e se ne andò sotto gli sguardi divertiti delle altre ragazze.

Nerd | SurrealPowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora