11.

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"Scusa?! Quindi vi siete baciati?!" Gridò Sophie tra i corridoi della scuola, eccitata come se fosse una cosa incredibile.
"Sophie parla piano! E poi no, non ci siamo baciati, mi ha baciata." Risposi puntando sulle ultime parole.
"E tu te ne sei andata? Ma perché? Quel ragazzo è così carino!" Riprese Sophie ancora troppo contenta.
Matt che stava accanto a lei, che ascoltava la mia bellissima avventura, le rivolse uno sguardo arrabbiato e lei gli baciò la guancia.
"È carino ma non sono innamorata di lui, non ho provato niente mentre mi baciava, a stampo. Non mi piace e stop." Dissi portandomi le braccia al petto.
Lei sbuffò.
"Vado a comprare qualcosa alle macchinette, volete qualcosa?" Chiesi guardando la coppia.
"No." Risposero in coro e si diressero verso fuori, credo.

Misi i cinquanta centesimi nel macchinario e schiacciai il numero 14, una barretta di cioccolato e caramello.
"Cazzo!" Urlai quando si bloccò mentre stava per uscire.
Giravo lo sguardo per cercare qualche assistente scolastico che poteva aiutarmi.
Balzai in aria quando sentii un rumore provenire da dietro di me.
La mia espressione cambiò da spaventata a scocciata non appena vidi Evans che con uno spintone aveva fatto scendere la mia barretta. Vederlo è una tortura, ma almeno non avevo sprecato i miei soldi.
Me la porse ma non appena la sfiorai la tirò indietro, e questa azione mi ricordò quando io feci così con il muffin.
"Come si dice?" Mi chiese sorridendomi.
"Dammela." Risposi stronza.
"Che ottengo?" Chiese ancora una volta.
"Non ti ho detto di sforzarti, stavo cercando qualcuno che potesse prenderla e l'hai fatto tu, da solo." Risposi incrociando le braccia al petto, ancora una volta.
"Allora adesso me la prendo." Tornò serio.
"Ciao." Dissi e raggiunsi la mia classe, senza cioccolato e senza soldi.
Non m'interessava più ormai del mio cibo, preferivo morire di fame piuttosto che parlare ancora con lui.

"Com'è andata a scuola?" Mi chiese mio fratello facendo il tragitto di casa insieme a me.
"Bene, ma quella stupida non mi ha lasciato nemmeno un minuto per finire l'ultimo esercizio nel compito." Risposi scocciata.
"La tua professoressa di inglese è carina però." Disse sognante.
Roteai gli occhi.
"A te com'è andata?" Chiesi.
"Ho litigato con Cole." Disse guardando davanti a lui.
"Perché?" Risposi stranita anche se litigavano spesso e finivano sempre per ridere e non saper fare gli orgogliosi.
"Gli avevo detto di non.. ah niente, non capiresti." Mi rispose come se non volesse dirmelo.
"Eh dai." Mi parai davanti a lui con il volto triste.
"Vado in camera!" Gridò, e io mi accorsi che eravamo arrivati a casa.

Beh se mio fratello era arrabbiato con il suo migliore amico, l'unico, oltre a lui, che poteva saperlo, era appunto il suo migliore amico.
"Ciao Cole!" Lo salutai quando mi rispose al telefono.
"Ehi, successo qualcosa?" Sembró preoccupato.
Capii il perché di questa domanda, non lo chiamavo mai e sapevo che lui ci teneva, quindi adesso gli sembrò strano che l'avessi chiamato.
"No no, va tutto bene, a te?" Risposi sorridendo anche se non poteva vedermi.
"Tutto no, ho litigato con Jason." Disse proprio quello che mi aspettavo.
"È il motivo della mia chiamata, non vuole dirmi cosa hai fatto e io son curiosa." Cercai di fargli capire che insistevo.
"È solo che.. beh se tuo fratello non vuole dirtelo, io non posso farlo nemmeno." Capii che era serio.
"Dai! Se ci incontriamo?" Gli chiesi sperando di ottenere quel che volevo.
"Incontrarci? Sì!" Chiese eccitato.
Sapevo che avrebbe detto di sì.
"Bene, vengo a casa tua tra pochissimo e camminiamo un po' sul tuo quartiere." Dissi ancora sorridente.
Mi assecondò e chiudemmo.
Decisi di non cambiarmi visto c'è oggi era una giornata particolarmente fresca e quindi non avevo sudato.
Quindi rimasi con i leggins neri, messi perché avevo educazione fisica e, un maglione verde scuro, regalato dalla nonna.
Prima di andare entrai in bagno per controllare se avessi bisogno di aggiustare il trucco, ma fortunatamente non era così e ne approfittai per fare anche uno dei bisogni primari dell'essere umano.
Controllai anche il diario per assicurarmi che non ci fossero compiti per l'indomani e poi mi avviai verso casa Brucks.

Non ebbi neanche il tempo di aggiustare i capelli, come si fa sempre, nell'attesa che il padrone di casa apri, perché mi venne subito ad aprire. Ipotizzai anche che fosse dietro la porta ad aspettarmi.

"Eccoti!" Mi accolse subito con un sorriso.
Io lo salutai con un abbraccio che lui ricambiò.
Mi porse la mano e mi diresse verso camera sua.
Mi fece accomodare sul lato del suo letto e prima di parlare feci caso alla sua camera, che mi ricordavo diversa. Il colore delle pareti era rimasto rosso, il letto era uguale ma quest'oggi con coperte diverse, l'armadio era sposato e anche un divanetto del medesimo colore delle pareti non avevo visto prima e in più c'erano vari quadri, con cornici buffe e foto che riempivano le mura.

"Allora, cos'è successo a te e Jason?" Iniziai a parlare io.
"Non so se lo sai, immagino di no visto che non voleva che lo sapessi.. hai presente Sarah Charles?" Mi chiese e immaginai si sentisse in colpa per il fatto che me lo stesse dicendo.
Annuii per farlo continuare.
"Tuo fratello ha una cotta per lei da un mese e io oggi l'ho detto, a lei." Disse grattandosi la nuca.
Scoppiai a ridere.
Sia per il fatto che a mio fratello piacesse lei.
Sia per il fatto che Cole era in imbarazzo per averlo detto a me e a lei.
E poi... no poi basta.
Ma attenzione, Jason Smith si è innamorato?
Non che fosse una cosa strana, ma lui di solito il giorno prima diceva di essersi innamorato di tizia e il giorno dopo di un'altra.
E invece queste cosa era andava avanti già da un mese?
Non conoscevo questa Sarah, ma sentivo parlarne bene.
"Non ridere. Ma lui sa che sei qui?" Mi chiese dopo.
"No." Quasi sussurrai come mi stesse rimproverando.
"Jade  se mi metti nei guai più di quanto già non lo sono ti uccido." Disse anche se sorridendo.
Gli sorrisi anche io.
"Non ce la faresti." Dissi sfidandolo.
"Ti ucciderei di coccole." Rispose abbracciandomi e facendomi il solletico.
D'un tratto la porta si aprì e pensai fosse sua madre, visto che era figlio unico.
Invece no.
"Oh ehm.. torno dopo." Disse il ragazzo e giurai di averlo sentito ridacchiare.
"Entra coglione!" Gli gridò Cole amichevolmente.
Non capivo come Cole, poteva conoscere Joe.
"La stavo solo uccidendo di coccole." Disse per poi darmi un bacio sulla guancia.
Mi sentii in imbarazzo.
Joe lo guardò maliziosamente.
"C-come lo conosci?" Sussurrai a Cole ma credo che mi sentì anche l'altro ragazzo.
"Andiamo a calcetto insieme." Disse per poi alzarsi e dirigersi verso il bagno per mettersi la divisa da calciatore.
Rimasi nel letto di Cole con Joe sull'uscio della porta che mi guardava.
Poi si illuminò, non so né perché né per come.
E sembrava stesse cercando qualcosa nella tasca del giubbotto.
Poi me lo porse.
Era la mia barretta.
Vide che non mi sarei mossa dal letto e quindi si allungò il braccio avvicinandosi ancora.
"Se cercherò di prenderlo lo tirerai indietro un'altra volta?" Chiesi seria.
Scosse la testa.
Provai a prenderlo e ci riuscii, non fece nessun gioco.
Nel movimento di prenderlo sfiorai il suo dito e lui sembró sorridere per il modo in cui mi irrigidii.
Cole uscì dal bagno.
"Siete sicuri di avere la lingua? Non vi sentivo parlare." Disse divertito.
"Io la lingua ce l'ho, la uso molto bene anche." Disse voltandosi verso il biondino, ma riuscii a vedere il suo sguardo malizioso lo stesso.
Quel ragazzo faceva venire veramente un senso di disgusto.
Cole gli diede un pacca sulla spalla e poi guardò me, sorridendomi.
"Non mi avevi detto che avevi impegni." Dissi io, ma non triste.
Lui si avvicinò verso di me e appoggiò la sua mano sulla mia spalla.
"L'avevo dimenticato tesoro, rimedierò promesso, adesso Joe ti accompagna a casa, io devo ancora fare il borsone con l'occorrente." Disse lui.
Non feci molto caso al nomignolo che mi aveva dato, perché sapevo che era un ragazzo dolce, ma bensì sulla seconda parte.
"No, vado da sola." Dissi alzandomi.
"Sicura?" Riprese Joe Evans.
Annuii e salutai Cole con un abbraccio.
Feci per staccarmi ma lui non ne aveva intenzione.
"Cole?" Chiesi sorridendo.
Sciolse l'abbraccio e mi guardò negli occhi.
"Ci vediamo." Non smise di sorridere.
"Ci vediamo." Disse Joe spiazzandomi.
Sorrisi a Cole e guardai male Joe e uscii dalla stanza per poi tornare a casa.

Hate u, love u.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora