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-JOE'S POV.

7 Gennaio. Fanculo. È passato così in fretta il tempo.
"Joe!" Sentii una voce squillante e femminile chiamarmi da dietro.
Mi girai e vidi Meghan che piano piano, facendo attenzione a non cadere per i tacchi che indossava, si avvicinava a me.
"Ciao." Risposi.
"Come va?" Disse sorridente e fermandosi a mezzo metro da me.
"Si va avanti. A te?"
"Bene, ma mi manchi." Si finse triste.
"Ah non hai trovato nessuno disposto in questi giorni?" Le chiesi ghignando.
"Lo sai che sei l'unico per me."
"Ahahaha sì certo."
Si avvicinò ancora di più.
"Sta per suonare la campanella e non ho voglia." La scansai.
"Mancano ancora un paio di minuti." Disse ritornando davanti a me.
"Togliti Meg..." Non finii di pronunciare il suo nome che mi ritrovai le sue labbra sulle mie che cercavano di essere a contatto con la mia lingua.
Un 'drin' che dava fastidio alle nostre orecchie mise fine a quel bacio, fortunatamente.

-JADE'S POV.

Lo sapevo, non dovevo baciarlo, non dovevo provare quelle cose mentre mi baciava. Non dovevo fare assolutamente niente con lui. Perché lui è Joe Evans. Il tipico ragazzo che non prova sentimenti ma solo piacere, non solo a farsele le persone, ma anche a farle avere un vuoto sulla bocca dello stomaco che non sapevo definire se fosse pentimento o gelosia. No, gelosia no. Non posso essere gelosa di un bacio che ha dato alla persona che più odio, l'ha sempre fatto, perché adesso ci faccio così tanto caso?
Vorrei tornare indietro per cancellare tutto.
Jade sei così stupida, mi ripetevo a me stessa.
Come potevo pensare di averlo cambiato? Di aver tirato fuori il lato dolce e gentile di un puttaniere, di esser stata l'unica a farlo stare bene.


"Ehi, tutto bene?" Mi chiese Sophie vedendomi guardare il vuoto.
"Sisi, a te?"
"Sì, ma sicura?" Insistette.
"Sicurissima." Le sorrisi falsamente.

"Hey, tutto a posto?" Mi chiese Sarah all'uscita della scuola.
"A posto, tu?"
"Sì, ma ti vedo poco convinta."
"Nah, è solo il riprendere la scuola." Dissi la prima cosa che mi venne in testa.

Arrivai al solito bar e ordinai un panino.
"Ciao, come stai?" La voce di Joe mi fece provare un brivido lungo tutto il corpo.
"Sto bene cazzo, perché me lo chiedete tutti?" Risposi agitandomi.
"Okay calma, sei un'amica, è normale chiedertelo."
"Un'amica? Un passatempo, vorresti dire."
"Eh?" Chiese confuso.
"Nulla ciao, vado a mangiare a casa." Risposi prendendo lo zaino e incamminarmi verso casa.
"No! Jade cazzo aspetta!" Gridò cercando di raggiungermi.
Passai velocemente visto che il semaforo era rosso e stava per diventare verde per le macchine.
Lui era ancora dalla parte opposta, attraversò la strada con il verde e quello che potetti vedere fu lui, disteso per strada, le macchine ferme dal traffico e dall'accaduto.
Merda.
Gettai il mio panino a terra e presi il telefono digitando il numero del pronto soccorso.

"Lei non può venire con noi, abbiamo bisogno di un familiare." Mi disse l'autista dell'auto dell'ambulanza.
"Ci sono io, sono sua sorella, avanti parta! Non ha tempo da perdere." Mentii agitata più che mai.
Mi sedetti accanto alla barella dove era coricato lui e gli tenni la mano.
"Scusami." Gli sussurrai.
"Di cosa?" Chiese lui con tono dolorante.
"È colpa mia, se fossi rimasta con te non sarebbe successo."
"Ma perché te ne sei andata?" Mi chiese.
"Non è il momento." Risposi io.

Arrivammo in ospedale e chiamai Jason per avvertirlo del fatto che non sarei tornata a casa e ovviamente, spiegai il motivo.
Entrai nella stanza dove avevano portato Joe e gli chiesi il numero per chiamare sua madre.
Arrivò poco dopo.
"Signora Evans è tutta colpa mia, avevamo litigato e me ne sono andata, così lui provando a raggiungermi è stato investito." Mi scusai.
"No non è vero, è colpa mia se l'ho fatta arrabbiare, aveva tutti i motivi per andarsene." Continuò Joe.
"Chiamami Louise, e non preoccuparti, era compito suo stare attento alle macchine." Mi sorrise la donna.
"Mamma, puoi lasciarci un attimo soli?" Chiese Joe a sua madre facendomi arrossire.
Lei non disse niente, ma uscì dalla stanza.
"Allora perché ce l'avevi con me?" Mi chiese.
"Non ce l'avevo, ce l'ho con te." Risposi ironicamente.
Si mise a ridere, cosa che mi fece piacere.
"È solo che... no niente." Distolsi lo sguardo.
"Jade." Mi incitò.
"Ragazzi scusate per l'interruzione, caro volevo comunicarti che dovrai tenere il gesso alla gamba per 15 giorni." Disse un' infermiera.
"Ah va bene, grazie." Rispose lui.
"Dai, voglio saperlo." Fece il labbruccio.
"Devo andare." Dissi.
"Uff, ciao." Si lamentò.
"Avviserò tutti del tuo incidente, e chiamerò tua madre per sapere come stai."
"Grazie."
"Ciao." Gli sorrisi.
Mi fece segno con la mano di avvicinarmi, mi lasciò un bacio sulla guancia che ricambiai e poi uscii dalla porta salutando anche Louise.

Hate u, love u.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora