"Io.. non volevo, giuro." Disse alzando le mani come se qualcuno stesse per arrestarlo.
Non dissi una parola. Ero del tutto sbigottita da quello che era appena successo.
Perché si trovava accanto a me seduto per terra invece che nella sua stanza?
Perché era così sorpreso anche lui dall'azione appena compiuta?
E soprattutto, perché mi aveva accarezzato la guancia?
"Torno a letto." Disse sussurrando quasi non facendosi sentire.
Ero tentata di chiedergli una per una le domande che ronzavano nella mia mente ma mi limitai a dargli la buonanotte.La mattina dopo mi alzai senza una sveglia o mia madre che mi chiamasse.
Il primo pensiero fu la scuola, ma ricordai che fosse sabato, il secondo quello di tornare a casa, ma d'altronde, era come se fossi da Sophie. Mi girai ancora impastata dal sonno verso la parte opposta del divano, quella con cui guardavo la cucina e vidi la luce accesa. Decisi allora di alzarmi."Buongiorno signo.. Louise." Dissi ricordando le parole della serata prima.
"Ehi buongiorno tesoro, sono contenta che ti sia svegliata presto, almeno mi tieni compagnia." Disse guardandomi con due occhioni che mi ricordavano quelli di Joe.
"Dormito bene?" Mi chiese mentre preparava un vassoio contenente biscotti al miele e una bottiglia di succo di frutta alla pera con quattro bicchieri accanto.
"Da Dio, ti ringrazio ancora per l'accoglienza." Le risposi dandole del tu come voleva lei.Sentimmo dei passi leggeri venire verso la cucina.
"Buongiorno bambolotto!" Dissi io al piccolo Kevin che si strofinava gli occhi.
"Ciao Jade!" Gridò come se le mie parole l'avessero svegliato.
Fece per prendere un biscotto ma la madre spostò il vassoio per evitare che lo prendesse.
"Aspettiamo tuo fratello, ci ho messo un po' a sistemare tutto." Disse la madre.
"È venuto un ottimo lavoro." Dissi con onestà.
"Giorno a tutti." Disse una voce roca mentre si avvicinava.
Quando mi girai ripensai all'accaduto di stanotte e abbassai lo sguardo.
Non mi aveva ancora notato però.
"Buongiorno." Dissi amichevolmente per non passare per maleducata, anche se ancora un po' in imbarazzo.
Con la coda dell'occhio vidi che mi fissò come se si fosse scordato che io abbia dormito a casa sua, beh era ovvio che era una cosa anormale per lui, di solito le farà sgattaiolare fuori dalla finestra della sua stanza quelle che si porta a letto.
Louise ci fece segno di venire e la seguimmo fino al giardinetto che c'era fuori.
Era ben curato, l'erba era tagliata perfettamente ed era circondato da aiuole piene di fiori coloratissimi. Al centro vi era un tavolino bianco con quattro sedie, dove ognuno prese posto.
La mamma appoggiò il tutto nel tavolo e ci invitò a fare colazione.
Era tutto squisito, perfino il succo che tanto odiavo sembrava buonissimo.
"Grazie ancora, si sarà fatto tardi adesso, meglio tornare a casa." Dissi alzandomi.
Kevin mise in risalto il labbro inferiore e fece gli occhi dolci.
Non potei fare a meno di sorridergli.
Louise, anche lei dispiaciuta, mi salutò e entrò in casa con Kevin per lavare i piatti e io e Joe rimanemmo in giardino.
"Ti accompagno a prendere il vestito e la borsa." Mi disse non guardandomi in faccia.
Annuii e andammo in camera sua.
"Ti porterò i vestiti non appena li avrò lavati." Gli dissi.
"Puoi tenerli." Mi sorrise.
Lo feci anch'io e mi incamminai verso la porta. Salutai un'ultima volta la mamma e il fratello e Joe mi accompagnò alla porta.
Lo salutai con la mano e mi girai per andarmene.
"Aspetta." Disse lui come se avesse dimenticato qualcosa.
Mi girai.
"Riguardo quello che è successo stanotte.. fai finta di nulla, non accadrà mai più." Disse un po' nervoso.
"Certo." Dissi io con lo stesso tono.Arrivata a casa salutai mio fratello. Misi il telefono in carica e quando si riaccese lessi i messaggi.
Ce ne erano due di Dylan.Dove sei?
Ah.. potevi dirmi che te ne andavi, ho aspettato finché la tua amica non mi ha avvisato dicendomi che eri già andata.
Non avevo voglia di rispondere, gli avrei detto tutto a scuola. Forse.
La giornata passò in fretta e anche quella successiva, così da far arrivare il lunedì in un batter d'occhio.
Entrata in classe mi posizionai al mio solito posto, accanto a Sophie, con il quale parlavo del più e del meno e pochi minuti dopo arrivò la prof di italiano che dettava quel noioso appello.
"Smith?" Disse ormai quasi alla fine.
"Presente." Risposi.
"Oh Smith, devo farti i complimenti per la verifica andata bene rispetto alla altre volte, ti ho messo sette e mezzo." Mi disse e poi continuò l'appello.
Guardai Sophie e le mimai con le labbra un grazie.A ricreazione mi diressi verso il bar per ordinare un caffè.
Vidi Dylan seduto in un tavolo e dopo aver pagato andai a sedermi da lui.
Non ricambiai nemmeno il saluto poiché iniziai a parlargli di venerdì.
"Un ragazzo mi aveva invitato a ballare e accettai, mi portò in una stanza con l'intenzione di 'ballare più tranquillamente' e ha tentato di insomma.. hai capito. Per fortuna un ragazzo gli diede un pugno da farlo cadere a terra e dopo chiamai Jason per farmi venire a prendere." Dissi d'un fiato.
"Potevi chiamare me, no?" Mi rispose.
"Mh, dopo che mi hai quasi fatta stuprare da quel ragazzo, sai, mi fidavo più di mio fratello." Dissi con sarcasmo ma non scherzando.
"Mi spiace, ora stai bene?" Seppe solo dire.
Annuii e mi alzai dalla sedia per andare in classe.Le ore successive di lezione non furono pesanti come tutti i lunedì, anche perché avevamo avuto la fortuna di avere due ore senza professore.
Andai al bar sorpresa di vedere Joe Evans seduto a fissare la porta come se mi stesse aspettando.
Feci finta di non vederlo e mi sedetti in un altro tavolino.
Così lui cambio posto e mi salutò.
Mi tornarono in mente i fatti che successero venerdì e sabato.
Il fatto che mi aveva salvata, che continuava a fissarmi tenendomi il mento su, che non voleva che me ne andassi, che mi disse di non farmi trovare e mi portò a casa sua, che dormii sul suo divano, che mi accarezzò la guancia, che mi regalò i suoi vestiti e che mi disse di non pensare più alla sua carezza. Ma mi ordinai di non farci troppo caso, perché è palese che fosse un modo per fingere di essere gentile per poi fare quello che fa sempre.
"Ci sei?" Mi chiese ghignando.
Sempre il solito antipatico.
"S-Sì stavo pensando a.. cosa ordinare." Dissi sembrando disinvolta.
Alla fine optai per un tramezzino con pomodoro e maionese. Durante il pranzo, dove lui ordinò la mia stessa cosa non parlammo molto.
Ma poi mi chiese:
"È davvero così stupido?"
Non capivo.
"Dylan." Continuò.
"Ti ha detto che potevi chiamare lui quando ti ha accompagnata alla festa, e quindi aveva il compito di occuparsi di te e far sì che non ti succedesse niente, per poi andarsene e lasciarti in mano a chiunque in quella festa." Disse come se fosse mio padre.
"Sì, è così stupido, ma a te non dovrebbe importare. Non capisco nemmeno come tu mi abbia trovata in quella stanza e perché tu mi abbia salvata quando sei tu il primo a farsi le ragazze." Dissi seccata.
"Ti ho trovata perché ti osservavo da quando sei arrivata, io quando faccio quello che stava facendo lui non faccio provare dolore, non mi faccio le vergini." Disse con aria orgogliosa.
"Almeno quello." Dissi masticando un pezzo di tramezzino.
Feci per alzarmi e andare.
"Dove vai?" Mi chiese alzandosi anche lui.
"Via da qui." Dissi continuando a camminare senza guardarlo in faccia.
In realtà non sapevo nemmeno io dove andare.
Sentii aumentare il passo per raggiungermi.
"Senti, devi lasciarmi in pace, okay? Non ho voglia di continuare a rivolgerti parola. Se avessi saputo che razza di ragazzo eri non ti avrei nemmeno permesso di aiutarmi a portare la spesa in casa. Adesso non so perché io abbia continuato a parlarti a scuola, al bar e abbia anche dormito nel tuo appartamento, e.. cazzo ti sto parlando anche ora.." E ricomincia a camminare, in modo più svelto.
Non sentii più che cercava di tenere il mio passo, rimase nel punto di prima.
"Bene allora." Riuscì a dire.Certe volte non riuscivo proprio a capirmi. Mi ero agitata solo perché aveva detto che non si faceva le vergini, quindi non si sarebbe fatto nemmeno me. Attenzione. Non potrei esserne più felice, almeno sono tranquilla e non dovrei avere paura che lui possa provarci. Ma il fatto che dovevo sentirmi inferiore perché magari essendo la mia prima volta, non sarei riuscita a soddisfare chiunque volesse farlo, mi dava un gigantesco fastidio.
Mi passò anche la fame da quelle sue parole e lasciai il tramezzino.
Sentii il telefono squillare mentre andavo a casa.
"Pronto Dylan?" Risposi dopo qualche squillo.
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Hate u, love u.
RomanceNon vi dico nulla qui, leggete il primo capitolo che è l'introduzione e deciderete li se andare avanti o passare a un'altra storia, io direi la prima. :) Dal capitolo 8: "Dylan mia starà cercando." "Non credo, era immerso nei bicchieri di vodka." M...