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Era l'ora di storia. Non avevo ascoltato una singola parola che era uscita dalla bocca dell'insegnante, ero intenta a pensare ad altro, come alla mia migliore amica ormai fidanzata, a cosa potevo mangiare oggi e a tutto ciò che non parlava della scuola.
Qualcuno bussò alla porta e mi fece svegliare dai miei pensieri. Erano un gruppetto di ragazzi a cui mancava la prof e quindi erano stati divisi nelle varie classi.
E tra tutte le classi della scuola, tutti gli alunni della classe e tutti quelli di quel gruppo, si venne a sedere accanto a me proprio Joe Evans.
Decisi di non guardarlo e nemmeno di rispondere al suo saluto.
Non appena il punto del banco che fissavo da minuti, forse ore, era occupato da una scritta da parte del ragazzo.
Misi a fuoco l'immagine e lessi, ma no, non dovevo leggere nulla, erano quattro linee, capii che voleva giocare a tris.
Nella prima partita non vinse nessuno, nella seconda vinse lui, così disegnai una faccina triste in un punto in cui potesse vederla. Gli si formò un sorriso sul volto e senza neppure chiedermelo prese il diario che avevo messo poco accanto al suo posto e scrisse qualcosa.
Stavo per leggere ma mi fermò.
"Leggilo quando arrivi a casa."
E con questo
andò dai suoi amici che stavano andando in bagno.
Ero tentata di leggerlo adesso, però mi promisi che l'avrei letto al bar ed ecco un altro pensiero che mi doveva torturare per le prossime ore.

La campanella era suonata e corsi velocemente verso il solito posto per pranzare, rischiai di cadere più volte, ma la fortuna mi aveva salvato.
Finché non mi scontro contro qualcosa o qualcuno.
"Prima i sacchetti, adesso lo zaino, cos'altro? E poi cosa c'è che corri come se ti stesse rincorrendo qualcuno?"
"Ho fame, adesso togliti."
Feci per correre ma mi fermò come per dirmi di camminare insieme, cosa che rifiutai.
Arrivata al bar ordinai e mi diressi al tavolo a leggere finalmente.
'Non sono bravo a scrivere, sono più bravo con la bocca, ma non a parole, nel senso che sono bravo a baciare e cose del genere. Ma a te scrivo che sei stronza, acida, fredda, antipatica, egoista e scortese.'
Lo guardai con uno sguardo omicida.
"Sono egoista anche se ti ho fatto assaggiare il muffin?"
Ripensó al fatto e sorrise.
Arrivó la pizza che avevo preso e prima di assaggiarla l'avvicinai alle sue labbra e gli feci segno di mangiarla.
All'inizio non capì, poi la morse e provó ad abbracciarmi e ovviamente non glielo permisi.
Aprii lo zaino per infilare il diario e avevo intenzione di fare qualcos'altro. Aprii l'astuccio e presi una penna, gli presi il braccio per scrivergli 'ti odio', venne un po' storto perché si muoveva dal solletico della penna e appena lo lesse mi fece la linguaccia, che io ricambiai.
Così mi misi lo zaino in spalla e andai a casa lasciandolo con la scritta sul braccio.


È passata più o meno una settimana da quando la mia migliore amica si era fidanzata con il ragazzo che le piaceva. La volevo bene sì, anzi anche troppo, ma ogni volta che vedevo spuntare il suo nome nella schermata del mio telefono credevo che fosse per chiedermi di vederci, invece era sempre una nuova cosa che le diceva o che le regalava il suo caro Matt. Sarà perché non ho un ragazzo e non sono presa da nessuno che non riesco a capirla. Mi fa piacere che abbia trovato un ragazzo che la fa stare bene e che le tiene testa, ma c'erano un po' di domande che offuscavano la mia mente.

Forse non sono una brava migliore amica e lei si è stancata di me e adesso le importa solo del suo fidanzato?

Forse si annoia parlando con me perché non ho nulla di bello e interessante da raccontarle?

Forse i consigli che le davo quando ancora mi degnava di un messaggio non sono stati utili?

Ero nel corridoio della scuola per posare i libri che non mi servivano e mi sento chiamare da dietro, mi giro e vedo l'ultima persona che mi aspettavo di vedere.
"Dylan ehi." Dissi guardandolo nei suoi occhi blu che non vedevo da mesi.
Dylan è stato il mio fidanzato per due settimane di una storia insensata e insignificante quando andavo in terza media.
"Qual buon vento ti porta qui?" chiesi prima che potesse parlare lui.
"Ho cambiato scuola." disse lui con un ghigno sul volto.
Non capivo cosa ci trovasse di divertente e glielo feci capire con un'espressione alquanto buffa.
"Mi sono fatto la mia prof di geografia e quando il bidello ci ha visti nel bagno ha subito chiamato il preside, lei licenziata e io buttato fuori dalla scuola." disse ancora divertito.
"Mh, allora non hai cambiato scuola, sei stato cacciato fuori." dissi ridendo anch'io.
"La tua amica del cuore?" mi chiese stranito dal fatto che non fosse con me.
Non sapevo se dirgli la verità o inventargli che era in classe.
Ma prima che potessi dire qualcosa lo sentii salutare qualcuno dietro di me. Mi girai e vidi prima Matt poi Sophie. Sorrisi ad entrambi e guardai Dylan come per rispondere alla sua domanda.
Quando suonó la campanella per segnare l'inizio della lezione ognuno andò per la sua strada.

Come al mio solito mangiavo in un bar, ma non quello dove andavo ogni giorno, ne avevano aperto uno da poco e dai cartelli  i prezzi sembravano più convenienti. Ma non avevo molta fame visto che Dylan mi aveva offerto un morso dal suo panino quindi decisi solo di prendere un bicchiere d'acqua.
Squilla il telefono e mi accorsi che era la mia migliore amica. Risposi senza aspettare.
"Oi cos'altro ha fatto il tuo ragazzo di così Wow da dover raccontarmi?" dissi subito cercando di sembrare più ironica possibile.
"Per ora nulla, in realtà volevo parlarti del tuo ex fidanzato. Tu sei subito andata al bar, invece lui mi ha fermata chiedendomi di te. Se c'era qualcuno che ti interessasse o addirittura se potesse piacerti lui."
Dalla mia bocca uscì una forte risata, interrotta di nuovo da Sophie.
"No, sono seria. Io credo che sia davvero un ragazzo a posto, perché non ci provi?"
Risi di nuovo.
"Sophi, mi ha raccontato che è venuto qui perché si è fatto la sua prof, dubito sul "ragazzo a posto" e seconda cosa, non ho intenzione di avere un ragazzo, proprio adesso che devo concentrarmi sullo studio visto che sono a zero." Sbuffó.
"Dai ci sentiamo dopo, ciao Jade." Chiusi la chiamata.
Non potevo credere alle sue parole, perché dovrebbe interessargli se ho in testa qualcuno o se potrebbe piacermi il mio ex.
Arrivo a casa e trovo sul divano un ragazzo che non era mio fratello.
"Ah ciao Jade!" mi salutò esclamando.
"Cole! Credevo fossi un ladro."
"So che sei stupida ma non credevo fino al punto di pensare che un ladro, tra l'altro così bello, al posto di rubare, se ne stia a guardare la TV."
Gli feci una smorfia e salii in camera, ma mi imbattei contro mio fratello, aveva ancora i capelli bagnati e un asciugamano attorno alla vita.
"Stai più attenta, hai così fretta di chiamare il tuo bel fidanzatino?"
"Si è fidanzata?" si intromise l'amico.
"Se ne troverò uno, vi avviso." risposi per poi salire in camera e provare a studiare chimica.

Hate u, love u.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora