23.

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Dopo aver finito di cenare andai in camera a mettere il pigiama. Ma il suono del messaggio del mio telefono mi fermò.
Era da un numero non salvato, lo aprii.

Posso venire in camera tua? Ho bisogno di una cosa. J.

J? Ma ero convinta di aver salvato il numero di mio fratello.

Sì, vieni.

Risposi.

Pochi secondi dopo la porta si aprì e vidi entrare Joe.
Oh. Ora capisco.
"Non credevo fossi tu, pensavo mio fratello." Ammisi.
"Se sapevi che ero io mi dicevi di no?" Mi chiese.
"Mmmh, no dai." Gli feci la linguaccia.
"Puoi prendere il mio pigiama? È all'ultimo ripiano dell'armadio." Gli chiesi.
"Ma.. questo?" Chiese mostrandomi i vestiti che mi aveva regalato quella volta che dormii da lui.
Cazzo.
"Oh ehm.. li ho portati perché  sono comodi." Dissi nervosa.
Sorrise.
Ed era vero, ogni volta che lo indossavo mi teneva calda e poi, nonostante l'avessi lavato tante volte, rimaneva il profumo di Joe, un mix tra profumo maschile, ammorbidente alla lavanda e menta.
"Di cosa avevi bisogno tu?" Chiesi poi.
"Di questo." Disse avvicinandosi e baciandomi senza darmi il tempo di ribattere.
Si staccò un attimo.
"Non è normale che sia tu quella seduta nel letto, dovresti starci tu in braccio a me." Disse sedendosi sul letto e facendomi segno di sedermi sopra di lui.
Scossi la testa.
"Joe ci sono tutti! E non lo farei comunque."
"Sarah e Jason sono in camera dei ragazzi. Sophie e Matt dormono sul divano e Chanel e Cole sono in giardino." Rispose pregandomi.
Essere sopra di lui e baciarlo era una cosa poco casta, nei film iniziano così e finiscono per essere incinte.
"Senti, non è una cosa giusta baciarci. Non siamo niente, ci siamo sempre odiati e adesso passiamo così tanto tempo insieme, baciandoci." Dissi d'un fiato.
"Ma ci piace." Disse lui.
"Non parlare come se non ti piacesse farlo con tutte." Dissi non guardandolo.
Si mise le mani tra i capelli sbuffando, poi si alzò venendo verso di me.
"Rovini sempre tutto con questa storia." Disse fissandomi.
"Vorresti dire che non è così?" Chiesi.
Non disse niente, uscì dalla stanza.
Ora quella seduta nel letto con le mani tra i capelli ero io.


"Tutto bene?" Mi chiese Sarah mentre asciugavo i capelli.
"Sì, perché?"
"Sembra come se ti fossi svegliata con la luna storta.
In realtà mi ero addormentata con la luna storta.
"Cosa te lo fa pensare?" Chiesi io.
"Il fatto che ti sei svegliata presto, che non hai fatto colazione e che ti stai preparando per andare fuori con mooolta pigrizia." Rispose mettendosi un lucida labbra.
"Ti sbagli, è tutto a posto." Mentii.
"Mh, allora il tuo compagno di coppia oggi è Joe?" Chiese facendomici pensare.
Sì, avrebbe dovuto essere lui, ma dopo quello che era successo ieri sera non credo proprio. Io non ho voglia di stare con lui durante quest'ultimo giorno. Non mi sono pentita di quello che gli ho detto ieri, io non ho proprio rovinato nulla, è la verità.
"No, non è nessuno." Le risposi.
"Come vuoi." Disse per poi lasciarmi perdere.

Si capiva così tanto che non avevo voglia di far nulla?

"Siete pronte?" Urlò Sophie facendo il suo ingresso dalla porta.
"Io quasi." Mi precedette Sarah.
"Ancora no." Risposi dopo io.
"Datti una mossa." Disse la mia migliore amica.
Mi alzai per andare in bagno e vestirmi, per quel giorno avevo scelto dei jeans stretti bordeaux strappati alle ginocchia e una felpa piuttosto larga nera. Non mi feci problemi per le scarpe perché indossai le superstar bianche e non avevo voglia di riempire la faccia di trucco quindi misi solo il mascara, che non può mai mancare.

Uscii dal bagno e andai in salotto, quando arrivai sentii un esulto da parte di tutti come per dire 'finalmente sei arrivata'.
"Se vi dispiaceva così tanto aspettarmi potevate andare e poi vi raggiungevo. Sapete, anche io so la strada." Dissi secca.
"Ciclo?" Intervenì mio fratello.
"No. E se non vi dispiace andiamo, vi è passata la fretta?" Dissi andando verso la porta.
Nessuno disse niente, ci incamminammo verso il ristorante.

Quest'ultimo giorno doveva essere il più bello, invece tutto il contrario. Per colpa di quell'essere che mi ha fatto girare le palle ieri sera per un motivo che se lo raccontassi, si metterebbero tutti a ridere.
Perfino io.
Gli avevo detto quello che pensavo, che non era giusto farlo perché: non siamo fidanzati. Non siamo amici. Lo odio, mi odia. Lo fa con tutte.
E lui se n'è uscito con: ci piace.


-JOE'S POV.

"Allora tu cosa ordini? Jade?!" Gridò Sarah a Jade che non stava ascoltando. Chissà in che pensieri era persa.
"Oh sì, quella che prendi tu." Le rispose lei non guardando nemmeno.
"Ma a te non piace il formaggio." Disse Jason.
"Sentite ragazzi, io non mi sento bene oggi. Torno a casa, non affrettatevi per me, quello che ci vuole è un po' di pace e con voi non la ottengo." Disse alzandosi.
Tutti noi restammo immobili, nessuno la fermò, né a parole né con la forza.

E se fosse stato per ieri sera? Forse perché a lei, come a me, è piaciuto baciarmi, e le dà fastidio che io lo faccia con tutti.
Nah.
A lei non frega di me, tantomeno di quello che faccio.
L'ha detto esplicitamente, 'non siamo niente, ci odiamo.'
Ed è vero. Non siamo niente. Ci odiamo. A lei non importa di me, a me non importa di lei.

Bugiardo.

Mi ripeteva la mia coscienza.

No, è vero.

Se non ti importasse adesso staresti morendo dalla voglia di andare a casa da lei?

Okay, questo è vero.

"Ragazzi vado a casa." Dissi attirando l'attenzione.
"Perché?" Mi chiese Cole.
"Mi va." Dissi per poi alzarmi e incamminarmi verso casa.


-JADE'S POV.

Avevo detto che volevo la pace e che quindi non doveva venire nessuno, invece adesso suona il campanello.
Sbuffai.
Aprii la porta e l'ultima persona che pensavo di vedere era proprio davanti a me.
"Cosa ci fai qui?" Chiesi fredda.
"Tu hai avuto la tua pace stando qui sola. Io voglio avere la mia parlandoti." Ammise guardandomi.
Aveva le labbra e la mascella serrata.
Dopo ciò entrammo e ci sedemmo sul divano.
"Di cos'è che vuoi parlarmi?" Chiesi cambiando canale della televisione.
Lui mi tolse il telecomando dalle mani e spense la TV.
A quel punto lo guardai negli occhi, sembrava nervoso.
"Voglio parlarti di ieri sera." Cominciò.
"Ne abbiamo già parlato, ti ho detto tutto quel che pensavo, tutto quel che avevo da dire." Dissi.
"Io no. Ho da farti una domanda."
Annuii per farlo continuare.
"Ti dà fastidio se bacio altre oltre che te?"
"Certo. Io non ho mai voluto essere una qualunque." Dissi seria.
"Non lo sei." Rispose serio anche lui.
"Non una qualunque, ma nemmeno l'unica." Gli feci notare.
"Vorresti essere l'unica?" Mi chiese poi.
Ci pensai un attimo.
Volevo essere l'unica? Sì, è stato questo il motivo della 'litigata', ma pensandoci bene... lui non mi piaceva. Quindi non avevo motivo di volerlo. Certo, i baci non erano stati male, ma era meglio finirla.
"No." Risposi.
"Allora cosa vuoi?" Chiese nuovamente.
"Non mi pare di averti chiesto niente." Dissi incrociando le braccia al petto.
"Allora è tutto a posto? Tra noi.." Disse insicuro.
"Lo è mai stato?" Chiesi sarcasticamente.
"In realtà no." Rise.
"Potremmo provarci." Dissi.
"Tregua?" Chiese.
"Tregua." Affermai stringendogli la mano.

Hate u, love u.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora