18.

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Perché l'ho fatto?

Il bacio si faceva sempre più intenso. Cole ne fu sorpreso all'inizio ma dopo pochissimi millisecondi lo approfondì.
Ma quello che non capivo in questo momento è perché l'avevo fatto dopo che avevo visto farlo da Evans.
Anche se in questo momento non potei osservarlo perché troppo presa dal bacio.
Ci staccammo quando nessuno dei due aveva più fiato. E subito dopo mi sorrise.
"Io credo di amarti." Si fece serio.
Mi pizzicai la gamba per assicurarmi che non era un sogno.
"Tu... cosa?" Chiesi spiazzata.
"Già, forse ti amo. Jade, ti conosco da quando eri ancora una piccola bambina che veniva con la mamma a prendere suo fratello all'asilo. Già da lì mi facevi simpatia, o forse era solo tenerezza. Nel periodo delle elementari iniziavo a venire a casa tua con tuo fratello alla fine della scuola. Alle medie mi avvicinavo sempre più a Jason e di conseguenza anche a te, già lì mi piacevi. Potevi capirlo anche dal fatto che quando ti sei 'fidanzata' con Dylan Harrow, chiedevo sempre a tuo fratello di voi, di te. Alle superiori cominciavo a crescere e maturare di più, ho sempre cercato di non far galleggiare i miei sentimenti verso di te, se potevano chiamarsi così, perché fino a ieri non pensavo di provare qualcosa di così grande. Infatti per coprirmi ho sempre fatto come tuo fratello, a volte ti prendevo in giro, ironicamente, ma non sai quanto avrei voluto dirti la verità. Adesso tu al quarto, io al quinto anno, poche settimane fa ci siamo baciati, cosa che desideravo da anni e giuro, non mi sono mai sentito così bene. Oggi, è risuccesso. Mi sento nuovo, rinato. Mi fai uno strano effetto Jade. Credo di amarti."

Non so cosa dire, non riesco a parlare, non riesco a muovermi, con delle semplici parole è riuscito a farmi bloccare.
"Ragazzi venite a vedere!" Urla Sophie indicandoci un gruppo di ragazzi che ballano break-dance.
Cole mi guarda. Ha un'aria dispiaciuta per non aver potuto sentire la mia risposta, mentre io ringrazio mentalmente la mia migliore amica per avermi fatto scappare da questo stato di trance.

Mentre tutti guardavano lo bello spettacolo, io ero concentrata a pensare ad una risposta che avrei dato al biondino. Sicuramente adesso me l'ero scampata, ma non sarebbe finita qui.
Io non ero ancora sicura di amarlo, mi piaceva sì, ma non avevo la conferma di una cosa concreta.
Potevo semplicemente dirgli che non ero pronta per una storia.
Ma no. Non mi aveva mica chiesto di metterci insieme.
Non potevo dirgli che non lo amavo, mi avrebbe preso per una poco di buono visto che prima lo bacio e poi non mi piace.
Potevo dirgli che lo amavo ma non... Venni interrotta dalla sua voce.
"Allora?"
"Senti, io.. ehm... tu.. mi piaci. Ma non penso di sapere cosa vuol dire amare. Quando ti bacio o quando mi stai vicino da farmi sentire il tuo respiro, mi sento piena di brividi piacevoli. Ma non sono sicura al 100% di amarti... scusa." Dissi abbassando lo sguardo.
"Ehi." Disse costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Ti lascerò del tempo." Mi sorrise.
Ricambiai e lo abbracciai.

Del tempo era quello che ci voleva. Ne fui d'accordo, anche se in questo arco di tempo non sapevo come comportarmi con lui, se questa doveva essere una vacanza, sarà la vacanza più difficile e piena di pensieri di tutta la mia vita.

Tornammo a casa e non vedevo l'ora di mettere il pigiama e sprofondare nel letto e stare tranquilla per un po'.

"Ma da dove l'hai preso questo?" Mi chiese Sophie ridendo.
Mi girai verso di lei e deglutii.
Aveva in mano i vestiti che mi aveva regalato Joe quando dormii a casa sua. Li avevo portati perché erano comodi e li indossavo spesso quando ero a casa. Inoltre non sapevo venisse Joe quindi credevo non ci sarebbero stati problemi.
"Oh nulla, sono di Jason." Mentii.
"Perché li hai tu?" Chiese Sarah.
"Sono comodi per pigiama." Sorrisi cercando di non farmi vedere preoccupata.
Fortunatamente non mi chiesero di prestarglielo o di metterli io.
"Io e Sophie andiamo a dare la buonanotte ai nostri uomini, venite?" Chiese Sarah a me e Chanel.
Entrambe dicemmo di no mentre ci struccavamo.
"Allora... c'è qualcosa tra te e Cole?" Mi chiese la rossa, Chanel.
Mi scappó una risata nervosa.
"Non lo so neanch'io, credimi." Risposi.
"Ti piace?"
"Per piacermi mi piace, la vera domanda è 'lo amo?'" Risposi.
"Mmmh, magari dovresti lasciarti un po' andare." Mi consigliò.
"Voglio dire, viviti la vita, non pensare alle conseguenze, provaci." Mi incitò.
Le sorrisi. Chanel si stava rivelando davvero una grande amica.
"Non sei la Chanel che mi aspettavo." Confessai.
Non disse niente, abbassò lo sguardo.
"Tutto bene?" Chiesi dopo.
"Sì." Mi guardò di nuovo.
"È che quando non c'è Meghan sono un'altra persona, sono la vera me, quando poi arriva lei sono costretta a darle corda."
"Perché? Ti ripeto ciò che mi hai detto, viviti la vita." Le dissi per consolarla.
"Se iniziassi a non esserle più amica, mi odierebbe all'infinito e farebbe di tutto per farmi star male. E poi non avrei amiche."
"Noi." Le sorrisi.


La mattina dopo mi svegliai con un forte mal di testa e dopo, infatti, mi riaddormentai non facendo nemmeno caso se le altre erano sveglie o dormivano ancora e senza nemmeno controllare l'orario.

Non so quanto tempo passò quando mi svegliai per la seconda volta a causa di un cellulare, il mio.
Mi venne subito in mente mia madre, non l'avevo ancora chiamata a parte quando sono arrivata ieri.
Se rispondo mi becco una sgridata, ma se non rispondo e la richiamo più tardi può essere che uno: si arrabbia lo stesso perché non ho risposto adesso o due: non si arrabbia perché l'ho richiamata.

"Pronto mamma?" Decisi infine.
"Jade non mi hai chiamata più."
"Scusa, sai com'è.. sono presa da questo posto." Mi giustificai.
"Com sta andando? E tuo fratello?" Domandò.
"Bene, tutto bene. Io mi sono appena svegliata, sono ancora sul letto, non so dove sia lui o che stia facendo."
"Allora lo chiamo, ciao tesoro."
"Ciao, ci sentiamo!" Chiusi.
Mi accorsi che in stanza non c'era nessun'altra.
Il mal di testa si era calmato un po', quindi mi alzai.
Arrivai fino alla cucina e non vidi nessuno, versai un po' di caffè in una tazza e lo sorseggiai camminando verso il salotto, dove mi aspettai di vederli, ma niente.
Mi girai per tornare in cucina, dove avevo lasciato il telefono, con l'intento di chiamarli, ma sbattei contro qualcuno.
Sussultai.
"Dio che spavento! Allora siete qui." Dissi continuando a bere.
"Chi?" Chiese Joe.
"Tutti." Continuai io.
"No, ci sono solo io. Gli altri sono andati a fare la spesa, domani è la vigilia." Spiegò.
"E tu?" Chiesi ancora.
"Tu dormivi e mi hanno costretto a rimanere."
"Mi spiace se non sei potuto andare lì, perché non è rimasto Cole?"
"Sempre questo Cole. Cole di qua, Cole di là. Non mi andava di uscire e sono rimasto io." Rispose freddo.
Quel ragazzo è seriamente bipolare.
Decisi di non rispondere, andai in cucina per posare la tazza.

Poi invece andai in bagno per lavarmi e indossare qualcosa che non sia un pigiama.
Optai per una semplice maglietta nera a maniche lunghe con sopra una salopette celeste di jeans, la quale parte dei pantaloni cadeva abbastanza larga. E poi misi le vans nere.
Sulla faccia non misi nulla a parte il mascara e lasciai i capelli sciolti.

Ritornai in salotto per guardare un po' di TV, ma era già occupata da Joe. Lui sembrò non accorgersi della mia presenza e io non feci nulla per attirarla.

"Da quanto sono fuori?" Chiesi mettendo fine al silenzio assordante che regnava nella casa.
"Più o meno tre quarti d'ora." Disse non prestandomi attenzione.
"Sai se compravano anche il pranzo per oggi?" Chiesi.
"No." Rispose ancora più distaccato.
"Stasera dobbiamo fare qualcosa?"
"Non so." Disse cambiando canale.
"Che noia." Dissi sbuffando.
"Già." Disse.
Mi alzai dal divano stanca delle sue risposte forzate e aspettai che venissero gli altri ragazzi.

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