-1. Il racconto

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Tutt'ad un tratto la cosa si fece interessante

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Tutt'ad un tratto la cosa si fece interessante.

Mi sedetti sul letto. Fuori continuava a piovere. Dentro non si sentiva volare una mosca.

Eravamo come immersi in un'atmosfera irreale, ogni parola era un tuono e ogni silenzio un lampo.

- Trent'anni fa un mezzo alieno scese sulla terra. Atterrò vicino ad una fattoria isolata dove abitava una normale famiglia di campagna.

Mentre parlava giocherellava con un piccolo cordino, tipo da prestigiatore, con cui continuava a fare nodi da marinaio, sempre più complicati, in un gioco che facevamo spesso da bambini.

- L'alieno si presentò con modi gentili e acquisì subito la fiducia dei fattori. All'inizio erano più incuriositi che intimoriti, anche perché, vivendo isolati, per loro chiunque alla porta era uno straniero, anche se il suo abbigliamento fosse stato normale.

Mi passò un enorme nodo e intanto aveva afferrato un altro cordino. Io, mentre lui parlava, in modo automatico lo slegavo in meno mosse possibili. Era uno dei suoi soliti giochi che da piccolo mi facevano impazzire, sia nel senso cattivo che in quello buono.

- Parlò alla famiglia per una notte intera e alla fine li convinse ad ospitarlo. Le sue storie erano fantastiche, ma la coppia lo accolse più che altro perché sembrava molto stanco e ammalato, e anche perché il loro unico figlio ne era rimasto affascinato.

- Ma quanto tempo rimase in quella casa?
- Qualche settimana, mi sembra, ma stava male e morì poco dopo.

Mi passò un altro nodo gargantuesco, mentre io gli restituivo il precedente sciolto. L'automatismo rasserena.

- È morto, allora! Cosa raccontò?
- Te la faccio breve: la galassia in origine era organizzata in sistemi planetari, in governi che comandavano su uno, due, tre pianeti. Poi da parte di un sistema periferico che ruotava attorno a una stella morente era partita la prima invasione di un pianeta abitato.

- Avrei mille domande da farti.. ma, dico, non ci furono reazioni?
- All'inizio ci fu molta indifferenza: poi i popoli Attaccanti, che erano partiti inizialmente spinti dalla disperazione della morte del loro sole, e quindi al limite comprensibili, sfruttarono la loro organizzazione militare e i loro mezzi di offesa e sbarco per attaccare altri pianeti lì attorno.

Sempre la solita storia, pensai, l'avidità accompagnata da qualche buona scusa non conosce limiti.

- Allora, la galassia si divise in tre parti; quelli lontani dal raggio d'azione dei primi attaccanti o quelli come noi, ancora incapaci del volo interstellare, restarono neutrali. Le altre due parti si schierarono pro e contro gli attaccanti.

Si fermò un attimo con le mani. Mentre mi guardava, mi venne in mente un altro dei suoi giochi: mi fissava da una manciata di metri tenendo dei sassi in mano e, quando gli davo il via, cominciava a tirarmeli uno dopo l'altro addosso e io dovevo evitare che mi toccassero.
Era un gioco faticoso, lo chiamavamo Nonmiprendi, ma se ci riusciva faceva male.

- Da una parte con gli Attaccanti gli aggressivi, gli ambiziosi, i vigliacchi o semplicemente i deboli che non avevano mai pensato ad una difesa planetaria, più quelli già sottomessi, formarono la loro confederazione, a dire la verità velocemente ben organizzata.

Fece una pausa scuotendo un po' il capo, poi continuò:
- Dall'altra parte i pianeti che non si arrendevano e non si volevano sottomettere si raccolsero sotto l'egida di Surgon, uno dei pianeti con la popolazione più avanzata tecnologicamente e più forte della galassia.

Tossì, si rifece forza e qui, con gli occhi luminosi come se si fosse acceso un fuoco interiore:
- Surgon si prese la responsabilità di rappresentare l'intera galassia libera e difendere anche i neutrali se fossero stati attaccati e combatté duramente contro gli Attaccanti. E Surgon era spinta, sostenuta e organizzata dal grande SurgonTais, il re di Surgon.

Io chiesi, scegliendo fra le mille domande possibili:
- Ma com'è possibile che questi Attaccanti non siano stati già rimessi al loro posto? Anche se forti, gli altri saranno stati numerosi...

- Purtroppo la maggioranza dei pianeti si ritrova neutrale. In realtà, la cosiddetta sfida galattica non è che uno scontro fra la coalizione guidata da Surgon e gli Attaccanti.

Provai a sparare un'altra domanda:
- Continua, chi era l'alieno fuggiasco?

Ma non mi rispose direttamente, scosse la testa e riprese il suo filo del discorso:
- Poi, come a volte accade, ci fu un tradimento. Il re SurgonTais seguiva la battaglia su uno dei pianetini più vicini agli Attaccanti portandosi dietro anche la famiglia. Ma i governanti del pianetino, non credendo che SurgonTais avrebbe fatto molti sforzi per loro o semplicemente perché gli altri pagavano di più, fecero un accordo con gli Attaccanti. E questi tesero una trappola per le forze di Surgon.

- La cosa continua ad interessarmi ancora di più. Com'è finita, cosa fece Surgon?

- Surgon fu presa in trappola. Cioè, l'armata di Surgon lo fu. Ma combatterono e riuscirono a sfuggire alla distruzione; e questo fu uno smacco ancora peggiore per gli Attaccanti. L'unico neo della battaglia fu la perdita di SurgonTais, che con la sua nave madre protesse un lato intero dello schieramento attirando con i suoi vessilli da ammiraglio il fuoco e l'attenzione della maggior parte degli Attaccanti.

- Quindi SurgonTais fuggì e, come dici tu, morì subito dopo essere arrivato a terra. Per la coalizione di Surgon credo che sia una notizia cattivissima... da quanto ho capito. Mentre per gli Attaccanti sarà lo sprono a riprendere una lotta con più vigore.

Mi alzai, provai a fare quattro passi, guardando fuori dalle finestre dove non si vedeva niente a prima vista: solo pioggia torrenziale stesa come un telo grigio anche sulle foglie verdi; poi ritornai sotto il suo sguardo attento e dissi:

- Bene, dimmi dove si trova il corpo di costui. Lo mostro agli alieni e poi li mando via.

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