18. Conflitti insensati

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Jude ci urlò ancora, mentre eravamo imbambolati come due lepri ipnotizzate dai fari delle auto nella notte

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Jude ci urlò ancora, mentre eravamo imbambolati come due lepri ipnotizzate dai fari delle auto nella notte.

- Prendere le vostre cose e correte, scappate! Sean, ricordati cosa hai promesso, noi restiamo qui a fermarli!

Io e Iskra entrammo nell'edificio, salimmo e tirammo su la scala come avevamo già predisposto.

A quel punto la posizione ci dava la possibilità di guardare giù senza essere coinvolti o almeno difficili da raggiungere.

- Iskra, c'è qualcosa che non mi torna.

Lei, sempre guardando giù, rispose subito:
- Sì Sean, sono d'accordo: il segnalatore è degli alieni. D'altro canto quegli uomini il fucile alieno non ce l'avevano lasciato prendere facilmente.

- Vero? Quindi mentre quegli uomini seguivano noi, gli alieni seguivano loro.
- E loro ci seguivano grazie a Jude - ammise lei.

- Sì, adesso è evidente che Jude fa parte del loro gruppo - dissi un po' con rabbia, più perché non me ne ero accorto che per la fiducia tradita. Molti segni che avevo avuto sotto gli occhi divennero chiari, ma non li avevo colti al momento giusto.

Iskra si girò a guardarmi, evidentemente si voleva accertare che la capissi. O forse non era sicura di quello che stava per dire.
- Sean, per quanto io non mi fidi di nessuno, ti confermo che Jude non è quello che pensi, non è uno che tradisce.

In quel momento non capii subito cosa volesse dire e reagii male, forse rovinando l'equilibrio decennale che c'era fra me e Iskra.

Ma mi dava fastidio che come prima cosa lei difendesse la sua scelta, i suoi uomini, contro ogni evidenza. Quella gente ci aveva sparato addosso, rubato le nostre cose, inseguito. E se Jude era colui che ce li aveva tirati dietro, non riuscivo a vedere al di là della mia rabbia.

Battei un pugno contro lo stipite della finestra. Lei non aggiunse altro e a me il rosso dell'ira cominciò ad offuscare il ragionamento.

- Cosa stai dicendo? - dissi cercando di moderare il tono, ma con evidente sforzo.
- Sean, mentre Walter era uno dei nostri uomini, Jude fa parte delle forze prestate dal governo Americano per aiutarci sul loro territorio. Come la maggior parte del personale di sicurezza.

Fece una pausa, poi visto che non le dicevo niente, continuò:
- Quindi semplicemente può essere che rispetti i suoi ordini.

***

Howard seguì Zubei e lo incrociò appena fuori dall'edificio, dove le sue guardie lo aspettavano per il percorso che li avrebbe riportati alla nave.

Zubei lo squadrò con la coda già in allarme, ma con voce bassa Coff si fece riconoscere:
- Sono Coff, padrone.

- Ah bene, Coff. Ho sentito che sei passato in aeroporto - ridacchiò.
- Sì, ho eliminato alcune figure importanti dei meccanismi principali che regolano la vita di questi umani.

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