33. Destini ineluttabili

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La quiete dopo la tempesta dà quel senso di pace che fa gustare i piccoli momenti, come quando finalmente passa un forte mal di denti e solo allora ci si rende conto com'era bello stare bene senza

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La quiete dopo la tempesta dà quel senso di pace che fa gustare i piccoli momenti, come quando finalmente passa un forte mal di denti e solo allora ci si rende conto com'era bello stare bene senza. O, meglio, che per essere felici a volte basta accorgersi di quello che si ha e di quello che si è.

Iskra, con la sua fulgida armatura, come un imponente samurai giapponese che si riposa dopo lo scontro, s'avvicinò lentamente e si sedette a gambe incrociate accanto a me. Furono finalmente momenti di pace, entrambi seduti e rilassati, con negli occhi ancora la furia della battaglia, ma con il cuore sgombro, per il momento, di tensione.

Davanti a noi la radura era tornata un'oasi e tutta l'agitazione e l'aggressività era condensata nella fantastica scultura di corpi verdi. Di alieni che sibilavano legati gli uni agli altri da catene di metallo iridescente e che poco a poco si rilassavano constatando l'inutilità dei loro sforzi.

Solo allora lentamente iniziai ad abbandonare senza remore il flusso di energia che pure era stata così attraente e che aveva attraversato ogni cellula del mio corpo per tutto il tempo.

***

Iskra vide le sbarre che la circondavano come armatura e rinforzo staccarsi, una dopo l'altra, senza fretta, e abbassarsi a terra, in ordine. E si ricordò che Sean dopo sessioni molto più brevi e meno impegnative si risvegliava sempre come uno straccio. Subito si girò verso gli zaini che avevano lasciato a terra, a recuperare per lui una bottiglia di bevanda energetica.

Era stata una bella sensazione combattere assieme, ma soprattutto era contenta perché lui in certi momenti l'aveva fatta quasi volare, aveva anticipato le sue mosse e capito le sue intenzioni. Apprezzava tantissimo che si fosse unito a lei, invece di restare a combattere separati su fronti diversi: la somma delle due forze era più grande del semplice totale.

Cercando di essere razionale, si rendeva certamente conto che lui era destinato ad altro, che sicuramente sarebbe riuscito nel suo obiettivo di conquistare la nave aliena o, come aveva detto lui, "acquisire". E dopo, probabilmente non l'avrebbe più visto, almeno non su questa terra.

Lei era una soldatessa, ne era orgogliosa e sapeva stare al suo posto. Ma sapeva anche godersi il momento, il sentirsi bene e riassaporare il gusto dell'essersi trovata in perfetta simbiosi con lui. Comunque, tornando a problemi più pratici, svuotò lo zaino ma proprio non riuscì a trovare la bottiglietta che cercava.

Senza perdersi d'animo e facendo più in fretta che poteva ne prese una di acqua naturale e cominciò a sciogliervi dentro bustine di magnesio, sali minerali, e infine anche un paio di quelle di zucchero.

Stava scuotendo la soluzione dal colore fluorescente, quando Sean alle sue spalle sussurrò:
- Iskra, tutto a posto?

Lei si girò, agitando ancora la bottiglia che aveva in mano, ma rimase a bocca aperta.

Pensava di essere preparata a tutto, tipo vederlo crollato a terra, oppure semiaddormentato ad occhi chiusi, accartocciato su se stesso, pallido, esangue.

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