30. Momento di agire

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Arriva inesorabilmente il tempo dell'azione, in cui bisogna agire e smettere di assistere o attendere o elucubrare

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Arriva inesorabilmente il tempo dell'azione, in cui bisogna agire e smettere di assistere o attendere o elucubrare. È il momento di incidere nella storia, di rompere la stasi, di sbilanciare l'equilibrio, di spaccare la gabbia, di infrangere le sbarre delle nostre costruzioni e costrizioni mentali.

Iskra sapeva che i due guerrieri codati erano forti, soprattutto in coppia, ma non esitò, non attese neanche una frazione di secondo. Mentre le due code scattavano pericolosamente e contemporaneamente in avanti, lei scartò di lato e intanto col fucile nella sinistra sparò a quello più lontano, andando nel contempo a ripararsi dietro l'altro.

L'esplosione in faccia al primo lo scagliò indietro, mandandolo a cadere a gambe levate fra i cespugli. La stessa esplosione sbilanciò anche l'altro, spingendolo verso di lei.

Iskra tirò su violentemente il fucile prendendo l'alieno che le stava cadendo addosso sotto il mento. Essendo sbilanciato in avanti questi non ebbe modo di ripararsi e la sua testa rimbalzò all'indietro assorbendo tutto il colpo.

Lo scudo l'aveva protetto, ma la botta lo stordì. Lei aggiunse un paio di calci ben piazzati, uno nello stomaco e, quando il rettile si abbassò, il secondo di nuovo sulla testa da sinistra verso destra facendolo ruotare su se stesso.

Mentre questi crollava miseramente a terra, il primo si rialzò, venendo fuori dagli arbusti dove era caduto. Poi, coda in avanti, con uno dei loro prodigiosi balzi saltò addosso ad Iskra, che era pronta a riceverlo. Lo spazio fra gli alberi era ristretto, quindi sparare a distanza ravvicinata era troppo rischioso. Invece, afferrando il fucile a due mani, intercettò la punta della coda in arrivo, sempre scartando di lato sulle agili e flessuose gambe.

L'arma aliena trattenne la punta della coda verde smeraldo incastrandola per bene: Iskra non mollò il fucile, anzi se lo tirò indietro puntando i piedi sulle radici sporgenti. Dopo il balzo il guerriero era sbilanciato e la coda tirata contribuì a farlo cadere pesantemente sulla schiena.

Iskra, in maniera quasi ridicola, continuò a trascinarlo per la coda senza dargli modo di alzarsi. Ma non aveva molte vie d'uscita: appoggiandosi ad un albero fece un mezzo salto e incastrò l'arma dietro una biforcazione di rami, in un punto abbastanza alto da lasciare il guerriero a testa in giù con solo le spalle a terra.

Lasciatolo appeso, scappò velocemente a controllare che Sean fosse ancora intero.

***

Percorso e rinvigorito dal forte flusso di energia, riuscivo a tenere bloccata la navicella del capo alieno inondandone i circuiti. Allo stesso tempo, mentre sentivo ogni cellula del corpo vibrare attraversata dalla potenza elettromagnetica, tenevo attiva la gabbia magnetica che doveva chiudere la cosiddetta preda. In realtà in quel momento la stava proteggendo dagli otto alieni che usavano i loro fucili sparando senza interruzioni.

Fu allora che mi resi conto di cosa mi era sfuggito. Gli alieni in totale erano dieci, ma ne stavo controllando solo otto: due erano ancora seminascosti nella foresta in agguato. E Iskra avrebbe potuto sbatterci proprio addosso, sulla strada.

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