L'infinitamente grande e il microscopicamente piccolo si toccarono e tutto ebbe un senso; le leggi dello spazio, del tempo e delle altre sette dimensioni convergevano semplicemente, linearmente, incastrandosi come pezzi di un puzzle e mostrando il grande disegno.
Per qualche secondo non ebbi dubbi sul peso dell'intero universo, sulla disposizione delle galassie, sul ruolo dei buchi neri o delle pulsar, sulle corsie per la navigazione interstellare, e nello stesso tempo sui diversi toni delle dieci vibrazioni spaziali e di come costituivano base della materia quantistica, dell'energia e delle onde di cui tutto è fatto.
Poi, come dopo un temporale a volte segue un cielo terso e limpido, così il mio cervello si ritrovò pulito dopo la tempesta di informazioni. E come dopo l'acquazzone sappiamo che ha piovuto dall'acqua stagnante delle pozzanghere, così nella mia testa c'era solo un residuo di quelle informazioni che un momento prima erano così dettagliate e evidenti.
Non era una sensazione sgradevole: sembrava che potessi facilmente tornare ad attingere a quella fonte di informazioni, se solo avessi saputo come fare.
Un forte ruggito di auto che aggrediva una salita mi svegliò dai miei pensieri. Mi ricordai d'essere in mezzo alla foresta, a notte inoltrata, armato contro armati, a cercare di recuperare mio padre, o meglio l'urna che conteneva le sue ceneri.
La cosa brutta era che il rumore veniva da Helena e visto l'orario non erano di certo passanti casuali. Due SUV neri spuntarono all'orizzonte, identificabili solo dalla coppia di fari, mentre dalla strada dove ci aspettavamo i quattro a piedi non era ancora arrivato nessuno.
***
Romanov era allibito: la ragazza messicana che sembrava malmessa era scappata.
All'inizio aveva pensato che fosse colpa di Zukov che tanto aveva insistito per non lasciarla andare via, ufficialmente per accertarsi delle sue condizioni, ma evidentemente per avere informazioni.
Romanov parlò con lo Smilzo, che avrebbe dovuto farle compagnia ma che sembrava più nel pallone che mai, tanto che non riuscì a ricavare informazioni utili. Intanto Zukov intervenne dicendo che la ragazza stava benissimo e lo Smilzo annuiva soltanto, continuando a giocare con quei suoi due coltelli.
Un giorno se ne troverà uno ficcato in un occhio, pensava Romanov. E senza saperlo quel giorno era successo veramente.
Comunque quell'appartamento non era più sicuro, quindi spostarono la loro sede nel successivo punto di riunione, all'interno di un supermercato abbandonato, sempre nell'area vicino all'aeroporto.
Romanov e Zukov passarono la mattinata a giocare con il fucile alieno: scoprirono ad esempio che mentre sulle superfici dure il colpo esplodeva, sulle molli si comportava come un proiettile.
L'esperimento era stato condotto in maniera del tutto imprevista quando un colpo era inavvertitamente partito verso il polpaccio del giovane Ivan. Il raggio lo attraversò bucandolo come un proiettile, la gamba non esplose e furono tutti sollevati, Ivan più degli altri.
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Solo un Uomo
Научная фантастикаMentre la terra sta affrontando i primi alieni della sua storia, il Segretario Generale della NuOnu scopre che il suo compito è anche più impegnativo del normale. Gli uomini non sono tecnologicamente allo stesso livello delle altre razze della gala...