3. Chiacchieroni e Filosofi

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La prima reazione alla vista degli alieni era stata ovviamente influenzata dal loro aspetto e la casuale somiglianza ai nostri rettili pregiudicava l'imparzialità del nostro giudizio

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La prima reazione alla vista degli alieni era stata ovviamente influenzata dal loro aspetto e la casuale somiglianza ai nostri rettili pregiudicava l'imparzialità del nostro giudizio. Non potevamo pensarne male solo perché non erano belli esteticamente.

Anche il primo incontro non era stato dei più felici.

Dopo lo shock pubblico di vedere arrivare queste astronavi, improvvisamente, sui cieli della terra, il primo contatto era avvenuto subito, ancora prima che le tv riuscissero ad organizzare talk show e dibattiti pubblici.

A New York la nave si era fermata sulla pista dell'aeroporto di LaGuardia. Da un'apertura centrale nel ventre della stessa era discesa una specie di piattaforma circolare su cui stava il loro portavoce.

Le premesse erano ottime: l'alieno si era presentato da solo, senza armi visibili, bipede, con due braccia come le nostre e una testa molto sviluppata, che poi risultò essere in realtà coperta da un casco. Dietro aveva una coda sempre in movimento, ma anche lì, il giudizio fu influenzato dal fatto che tipicamente nei nostri animali di compagnia lo scodinzolio è segno di felicità.

Si era fermato sotto il cono d'ombra della sua nave. Uno degli ufficiali delle forze di sicurezza dell'aeroporto si era avvicinato in segno di pace, mentre sulle radio impazzivano ordini e contrordini avvisando di intrattenerlo, con squadre di sicurezza che attraversavano velocemente la città.

Naturalmente il protocollo 'Primo Contatto' non era di quelli che si ripassano tutti i giorni.

L'alieno sulla pista, da solo, sembrava una figura imponente: all'avvicinarsi dell'ufficiale che poteva fare da paragone, si vide che era molto alto, sopra i due metri.

Purtroppo qui il nostro uomo fece una sciocchezza: evidentemente nel panico come tutti gli altri che se ne stavano dietro, ma di certo più temerario di loro, cominciò a parlare più per farsi coraggio che per comunicare e poi, inaspettatamente, alzò la mano, come si fa per iniziare a stringerla quando si incontra una persona.

Nella frazione di secondo in cui la mano aveva compiuto l'arco di movimento in salita, una velocissima sferzata della coda gli entrò nella pancia e spuntò alle sue spalle, con la punta verde smeraldo screziata di sangue rosso vermiglio.

Lo sbalordimento non fermò il secondo ufficiale, a pochi metri di distanza, che corse in avanti ad afferrare il collega in bilico, sostenuto dalla stessa coda che l'aveva trafitto: nel momento stesso in cui era arrivato vicino al portavoce alieno, questi con un doppio movimento a scatti aveva lasciato il primo ormai cadavere, spingendolo di lato, e aveva infilzato il secondo in arrivo con un altro colpo di coda dal basso verso l'alto.

Tutti rimasero attoniti, alzarono e caricarono le armi che avevano in mano, ma nessuno fortunatamente ebbe il coraggio di iniziare una sparatoria. Perché in realtà l'alieno sembrava tranquillissimo, quasi sorpreso, e non aveva neanche mosso i piedi, come se non fosse successo niente.

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