12. Tipi di potere

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Il Maggiore Hurt era il tipico burocrate che nei meandri di carta ci faceva il nido e dalla sua posizione cercava di ricavare il maggior vantaggio personale, economico o anche solo sotto forma di potere

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Il Maggiore Hurt era il tipico burocrate che nei meandri di carta ci faceva il nido e dalla sua posizione cercava di ricavare il maggior vantaggio personale, economico o anche solo sotto forma di potere.

E nonostante fosse un parassita non teneva la testa bassa, esprimeva disprezzo per i sottoposti e adulava in modo ripugnante i superiori. Ma soprattutto trovava facilmente compari della sua risma.

Coff venne a contatto col graduato per il suo lavoro di passacarte. Era andato a consegnare le richieste di cancelleria e fornitura di prodotti da ristorazione per gli uffici della Guardia Nazionale, che passavano tutte dal Maggiore Hurt della TSA.

- Smilzo, eh? Non faccio fatica a capire il soprannome. Ma se mi dai una mano ti faccio ingrassare io - e giù una risata a bocca aperta, che neanche dal dentista.

Coff aveva già incontrato nella sua vita personaggi di tutti i tipi e aveva imparato come trattarli, soprattutto quelli più detestabili: sapeva ad esempio che era meglio tacere, ora.

- Vedi, tu mi chiedi cento, io cambio il numerino sulle carte in duecento, poi dopo, quando il fornitore consegna la merce, chi chiede ha i suoi cento, chi paga non ci fa caso e io a te ne darò un bel cinque, tutto tuo! - e giù una seconda grassa risata, fino a far vedere i molari macchiati di caffè.

- Ma non saprei - fece Coff, per prendere le misure del personaggio e capire in che punto della catena del potere fosse. La sua missione oltre a raccogliere informazioni era di eliminare i leader che incontrava, sempre senza mettere a rischio la missione.

- Va bene, facciamo il dieci - e si girò a raccogliere dei documenti sulla sua scrivania, come se si fosse dimenticato che c'era qualcuno in ufficio con lui.

- Ma se se ne accorgono? - disse con fare sospettoso Coff, giusto per non mostrarsi subito accondiscendente.

- Smilzo! Tu sei un grande a trattare. Facciamo il quindici. Però - e qui si avvicinò a guardare negli occhi Coff, così vicino che si sentiva esalare dalle sue gengive l'odore del caffé stantio - però ti devi prendere l'incarico di portarmi quegli ordini a questi signori che sono scritti qua. Così io non devo discutere con altri passacarte, va bene?

Coff annuì e cominciò a scorrere la lista, con fare serio come se fosse un impegno gravoso. Era abituato a trattare con i potenti e anche con quelli che si credevano tali.

- Guarda che è tutta gente importante! - e giù una manata sulle spalle di Coff - Smilzo, non sbagliare a consegnare le carte perché questi sono tutti i miei amici, gente d'alto bordo!

***

Verso le due di notte mi svegliai all'improvviso. Non capivo dov'ero, su un letto singolo in una stanza scarna e buia, ero vestito ma senza scarpe, con una coperta sopra ma nudo dentro. Dopo cinque secondi passati nella più atavica paura dell'ignoto, mi accorsi di essermi svegliato perché Iskra stava scuotendo Jude sull'altro letto. Solo allora ripresi a respirare.

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