Capitolo 27

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«Nate... Credo mi si siano rotte le acque...»

Tre...due...uno...

«oh mio dio!» si alza di scatto con le mani fra i capelli

Bene! Almeno sembra essersi svegliato...

Continua a girare per la stanza, correndo, apre gli armadi e tira fuori vestiti a caso.

Sinceramente, mi viene da ridere a vederlo così agitato.

«Nate... » lo chiamo

«sto per diventare padre! Oh dio...» continua a blaterare

«Nate... » riprovo, non si sa mai magari stavolta mi sente...

«farà male? Ahia! » fa un'espressione dolorosa

«Nathan! Non stai partorendo tu!» sbotto, facendo fermare lui e la sua corsa frenetica

«ok! Sono calmo... » certo!

«cosa devo prendere?» diventa serio, ma ha ancora un po' di agitazione addosso

«prendi qualche mio vestito e qualcosa per il bimbo... » mi blocco

Un altra fitta.

Lascio un piccolo gemito di dolore e vedo la faccia di Nathan terrorizzarsi, ancora.

«no! Non morire! Per favore... » mi guarda afflitto

Mi chiedo se si è svegliato male o se è sempre stato così!

Spero la prima, perché non voglio vederlo disteso sul pavimento dell'ospedale.

«Nate...» lo richiamo

«sì!» dice subito

«dovremmo andare in ospedale!»
«tu credi?!» piega la testa di lato

«Nathan!!!» sbraito e lo vedo scattare

Lo sto trattando male, ma la sua, spero momentanea, tontezza mi da sui nervi.

Si avvicina al letto e mi prende in braccio con una semplicità disarmante.

La sua presa è sicura e questo mi tranquillizza di più.

Scende le scale velocemente e mi porta in macchina, aiutandomi a salire.

Appena sale dal lato del guidatore, fa un bel respiro e mette in moto.

L'ospedale è a dieci minuti da qui, ma le contrazioni sono sempre più frequenti e il dolore aumenta.

Faccio un gran respiro e stringo la maniglia della portiera.

Nate dev'essersi accorto che non sto molto bene e mi prende la mano, portandosela alle labbra e lasciando piccoli baci, facendomi rilassare un po'.

Finalmente siamo arrivati!

Nathan scende veloce e viene ad aprirmi la portiera.

«va tutto bene amore!» mi da un bacio in fronte e sorride, mentre io annuisco

Mi prende in braccio e comincia a correre appena comincia a farmi più male.

Entriamo nella sala d'attesa e l'infermiera all'entrata viene subito verso di noi.

«cosa abbiamo qui?!» chiede gentilmente

«ma non lo vede! La mia ragazza sta avendo un bambino!» sbotta Nate e mi trattengo dal ridere

Ok. È nervoso.

Gli stringo la mano e lo guardo rassicurante, mentre la donna davanti a noi lo guarda male.

Il mio coinquilinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora