SPECIAL CHALLENGE 2- MacCoinnichS vs Ire336

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MacCoinnichS orario consegna 16,20

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UNA FAMIGLIA MOLTO SPECIALE

Passai la mano nei corti capelli biondi pensierosa. Un po' mi mancavano i miei lunghi ricci, ma quel look in fondo mi piaceva, sbarazzino e frizzante, come volevo essere io in fondo. Una nuova Georgie che finalmente, aveva smesso di piangersi addosso.
Una calcetto del mio bambino mi fece sussultare, intanto al telefono ancora quel suono metallico della chiamata in attesa.
<<Pronto?>> la voce all'altro capo era maschile e affannata.
<<Arthur? Sono Georgie ti disturbo?>>
<<Georgie?>> cadde un istante il silenzio <<stai male? No! Non mi disturbi piccola! Che succede?>>
Mi venne da ridere, il solito Arthur <<sto bene, ma volevo chiederti se domani possiamo vederci da me in negozio>>
<<A che ora?>>
<<Le due del pomeriggio?>>
<<Perfetto>>
<<A domani, ciao>> riappesi senza dargli modo di dir altro e chiamai Abel, sostenendo la medesima conversazione.
Mi lasciai cadere sul divano bianco tra i morbidi cuscini e ripensandoci, la mia idea mi parve davvero... Da pazzi!

Erano le 14 in punto, il té era quasi pronto, la tavola apparecchiata con una fine tovaglia in pizzo bianco e le tazzine, in porcellana chiara con disegni floreali rosa confetto. Alzai il viso appena in tempo per vedere la Ferrari di Arthur fermarsi davanti all'ingresso, il suono del motore era inconfondibile. Ma un altro rombo catturò la mia attenzione, la Lamborghini Diablo di Abel, nero lucido, si parcheggiò accanto a quella del fratello. I due si lanciarono uno sguardo omicida dalle rispettive vetture e scendendo si urlarono a vicenda <<Che cazzo ci fai tu qui?>>
Uscii fuori, dovevo aspettarmelo, ma ero come invisibile: si urlavano contro i peggiori insulti che avessi mai sentito e non c'era modo di calmarli.
<<Mi si sono rotte le acque!>> urlai ed i due tacquero.
<<Cosa?>>
<<Ti porto all'ospedale>>
<<Entriamo>> sussurrai già sfinita.
<<Ma le acque?>> Abel pareva confuso.
<<Era una scusa cretino>>
Infine riuscii a farli sedere a tavola e a farli tacere <<ormai manca poco al parto, si vede direi>> mi accarezzai il pancione sorridendo <<vi chiedo scusa se sono sparita tanto a lungo, ma avevo bisogno di pensare ed ora ho deciso>>
<<Cosa?>> Arthur era senza fiato.
<<Io non posso scegliere uno di voi perché vi amo entrambi e odio vedervi litigare in questo modo. Voi, mi spezzate il cuore ogni giorno che non vi parlare e sinceramente non ce la faccio più>> la mia voce si fece più dura, ero davvero stanca.
<<Arthur?>> dissi prendendo la mano del ragazzo <<Tu sei il padre>> l'uomo sobbalzò mentre un largo sorriso gli si dipingeva in viso.
<<Abel?>> mi voltai verso di lui e gli strinsi la mano, gli occhi gli si erano fatti lucidi <<Tu sei il padre>> corrugò la fronte confuso <<Come non posso scegliere chi amare, non posso permettere che vi odiate ancora!! Tra un mese nascerà vostro figlio Loris e gli farete entrambi da padre. Vi prego, fatelo per me e per vostro figlio, vogliatevi bene con un tempo>>
<<Due padri?>> ringhiò Arthur nuovamente incollerito.
<<Si>>

********

<<É nato>> disse l'ostetrica felice <<il papà vuole tagliare il cordone ombelicale>>
<<Eccoci>> mi baciarono entrambi sulla fronte e si avviarono verso la confusa dottoressa, strinsero insieme le forbici e tagliarono <<Benvenuto al mondo Loris>> sussurró Abel con le lacrime agli occhi <<Noi siamo i tuoi papà>> disse Arthur altrettanto commosso.
Sorrisi, finalmente eravamo di nuovo felici insieme. Mai avrei detto che il figlio era di Abel, preferivo così, una strana grande famiglia. Amavo entrambi allo stesso modo, non potevo scegliere.

VS
Ire336 orario consegna 16,50

VSIre336 orario consegna 16,50

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LETTERA A MIO FIGLIO

"La piccola Georgie che correva felice nei prati si è fatta da parte e ha lasciato spazio ad una donna pronta a prendere in mano la sua vita. Ho messo via i giochi e le paure infondate, sono cresciuta e ora sono pronta a prendermi cura di te. Quando sarai abbastanza grande da andare a scuola vedrai i tuoi compagni realizzare i lavoretti per la festa del papà e voglio che anche tu, di ritorno a casa, possa trovare braccia forti pronte ad accoglierti che non siano le mie, qualcuno che ti insegni come si tira un calcio ad un pallone o come conquistare una ragazza (anche se per questo c'è ancora tempo, eh...). È per questo che mi sento in colpa nel dirti che ho sbagliato, perché l'uomo che tu chiamerai "papà" non è lo stesso che fa battere instancabilmente il mio cuore. Gli voglio bene, si, ma non come si dovrebbe amare il padre del proprio figlio. Nonostante ciò voglio che tu sappia la verità e voglio rivelarla anche a tuo padre. Io ho vissuto nella menzogna e non voglio ripetere lo stesso errore con te. Mia madre non mi ha mai amato davvero e solo ora, grazie a te, capisco il perché. Aveva paura che potessi portarle via la cosa che di più caro aveva al mondo: i suoi figli. Se scrivo questa lettera è perché non voglio crescerti in un mare di bugie, voglio che fin da subito tu sappia la verità. Abel è sempre stato un punto di riferimento per me. Una roccia forte, priva di debolezze. Eppure i venti, le piogge, le tempeste, lacerano a poco a poco, ma inesorabilmente anche il più solido dei macigni. Allora ero solo una bambina, non mi rendevo conto di come il suo amore per me lo stesse ferendo. Nonostante tutto, però, è riuscito a realizzare il tuo sogno, a portare avanti la tua passione, che è anche la mia, e questo gli fa onore.

Arthur, invece è un ragazzo dolcissimo, deciso, con le idee molto chiare. Ha fatto carriera facendo leva soltanto sul suo incredibile talento e lo stimo moltissimo. Mi ha sempre voluto bene, così come hai sempre tenuto alla sua famiglia, dalla quale, a causa mia, si è allontanato.

La nostra unione è sfociata nel regalo più bello che potesse farmi, la creatura che porto in grembo. È tuo padre e in quanto tale ti crescerà con me, ma saprà che il mio cuore appartiene a Lowell e questo non si può cambiare.

Sono entrambe delle persone importantissime per me e lo saranno anche per te, perciò il mio più grande desiderio è che quando aprirai gli occhi per la prima volta, vedrai al mio fianco due fratelli che si amano immensamente, pronti a prendersi cura di te."

Georgie era china sul suo pancione. Lo accarezzava delicatamente, abbozzando un dolce sorriso. Posò la penna e richiuse le due buste che presto avrebbe spedito ai fratelli Buttman, rivelando loro finalmente tutta la verità.

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