LETTORE: CristinaCostigliola - Quinta Fase

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BOLA MAJICA

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BOLA MAJICA

Lara avvicinò il registratore alle labbra e cominciò a mettere sul nastro tutt quello che si trovava d'avanti durante la discesa nelle segrete del maniero.
<<Primo settembre duemila sedici, Castello di Bran, Romania. Stiamo esplorando i cunicoli dell'ala ovest, il passaggio segreto si trovava dietro la libreria di quello che abbiamo identificato come "studio". C'è una lunga scala a chiocciola di pietra grigia, non ci sono finestre, illuminiamo il percorso con le nostre torce man mano che ci addentriamo nelle viscere della terra. Siamo di molto sotto il livello del mare, è molto umido e questi gradini sembrano interminabili...>>

<<Io dico che dobbiamo tornare indietro>> Ivan, che sarebbe dovuto essere la guida assegnatole dal dipartimento di ricerca, rimaneva sempre un passo dietro di lei. Codardo.

<<Taci e continua a scendere...>> disse lei sollevando la torcia e aumentando il passo.

<<Ci sono cose che non ci è date sapere dottoressa Torn...>> provo a persuaderla con la sua voce tremante.

In realtà nulla avrebbe potuto dissuadere la dottoressa Torn dalla sete di scoperta. Archeologi da tre generazioni, suo padre e suo nonno erano stati dietro al talismano per più di ottant'anni in totale e lei era quella che era quasi riuscita a decifrare i segni impressi su di esso.

Da studi incrociati e grazie alle sue conoscenze di archeologia era arrivata a delle coordinate, che portavano direttamente al maniero di Bran, un castello abbandonato in Romania.

Il papiro collegato all'amuleto parlava di una sfera capace di controllare la vita e la morte donando a chi la possedesse poteri immensi. Era la porta tra la vita e la morte, la traduzione letterale del nome antico che aveva era LATKAT, ovvero sfera dell'i mortalità.

Lara era decisa a trovarla, non perché ambisse al l'immortalità in se, ma perché era curiosa di scoprire se davvero esistesse uba qualcosa di forma sferica che per secoli era stata ritenuta una così grande fonte di adorazione.
La sera infatti compariva sui graffiti del neolitico, sui geroglifici egiziani e su testi medievali, ma nessuno l'aveva mai vista, descritta o tenuta I custodia. Un po' come il famosissimo Sacro Graal.

La sfera sarebbe stato il culmine di un filo conduttore che legava tante civiltà. Doveva solo essere trovata è studiata.

<<Eccoci...>> Lara si fermò d'avanti a quella he sembrava essere una grande porta. Di legno pesante, così imponente da chiedersi come avevano fatto gli uomini che l'avevano costruito a trasportare un unico pezzo di legno tanto grande attraverso cunicoli così stretti.

<<...l-l-l-l'aspetto di sopra dottoressa Torn?>> Al giovane Ivan tremavano le gambe. Potevano avere la stessa età lui e la dottoressa, al massimo trentacinque anni ciascuno, ma in quanto a fegato lei era anni luci più avanti di lui.

<<Non fare un passo Ivan, anzi, fammi luce>> Alla guida tremavano le gambe, continuava a guardarsi intorno bella sfera di luce che regalava la lampada, ma in quel buio che li circondava oltre la superficie illuminata gli sembrò di essere osservato da mille occhietti minuscoli. Suggestionabile all'infinto, Ivan detto gli occhi, chiudendoli.

Lara lo guardò e scoppiò a ridere.

<<Ahahahaha... non dirmi che hai paura...>> la risata di lei riecheggiò nell'ambiente umido sotterraneo.

<<Shhh. Almeno abbi la delicatezza di non urlare visto che mi sto praticamente sciogliendo dalla paura>>

Lei scosse la testa, non sapeva cosa fare con l'incorreggibile guida che le era stata assegnata. Ma almeno era di compagnia, pensò.
Lui intanto, rifletté su quanto fosse bella alla luce della torcia che insieme alla penombra faceva a gara a chi doveva accaparrarsi quel viso dai tratti latini che lui aveva amato dal primo momento.

<<Prova a pensare che stai scrivendo la storia...>> cercò di corromperlo con manie di grandezza, e diede per buono che trattando con un uomo, avrebbe funzionato.

<<Ok, disse lui avvicinandosi da dietro e attaccandosi praticamente alle sue spalle con una mano in appoggio sul fianco di lei e la torcia tenuta al di sopra della sua spalla.

<<Ma quanto profumo ti sei messo?>>
Chiese Lara tirando fuori dalla tasca il talismano e pulendolo sui vestiti.

<<Ti piace?>> Lui fu ironico ma una parte del suo ego credette di aver fatto finalmente colpo. Ivan gonfiò il petto attaccandosi ancora di più alle spalle di lei come volesse proteggerla spinto da un moto di auto convinzione.

<<No, è che mescolato a quet'odore di stantio mi da una nausea insopportabile>> Lei la buttò lì, semplicemente la verità.
Lui si smontò in quattro e quattr'otto sentendosi ridicolo.

<<Ecco ci siamo, e come mi ha insegnato mio nonno, ogni porta e portale magico si apre con un talismano>> piazzò il talismano che teneva in mano giusto al centro del foro che sembrava fatto apposta per ospitarlo.

<<Mio Dio...>> Ivan tra i denti manifesti ancora una volta la sua fifa tremenda.

Si udì scattare un ingranaggio, fece eco, la porta si sbloccò.

Dietro di essa una piccola stanza apparentemente senza una finestra né un foro, né una fessura.

Lara fece un passo avanti.

<<Attenta alle trappole...>> l'ammonì lui tirandola indietro per un braccio.
Lei aggrottò le sopracciglia e lo guardò fisso negli occhi fulminandolo con lo sguardo.

<<Tu guardi troppi film!>> lui sorrise per sembrare simpatico <<Avanti! fammi luce!>> Lara comincio' a perdere la pazienza, aveva fretta di entrare.

<<Vado io!>> Ivan si pentì delle sue prole nell'esatto istante in cui le pronunciò, tuttavia non poteva lasciare che lei rischiasse nulla.

La precedete entrando nella stanza con la torcia in mano, al centro un piedistallo di un metro e mezzo circa è adagiata all'estremità su un cuscino di pelle di animale, una sfera, poco più piccola di un pallone da calcio. Non brillava, non splendeva, non emanava lampi di luce, nulla.

Una semplice sfera di vetro. Almeno sembrava vetro.

<<Allora?>> chiese lei porgendo le mani per afferrarla.

<<Allora niente, è una palla!>> lui ridusse la definizione ai minimi termini, con un pizzico di spavalderia e delusione.

Lei la prese dalle mani di lui e la guardò facendola roteare lentamente.

<<Questa è la sfera dell'immortalità>> disse con lo sguardo di chi ha finalmente trovato quello che stava cercando.

<<Per me è una palla di vetro>>
Disse lui facendo spallucce <<Torniamo di sopra, comincio ad aver fame>>

<<Aka tongi finka dum...>> lei cominciò a pronunciare la formula del papiro e la sfera le si illuminò tra le mani.

Ivan sgranò gli occhi e cerco' di dissuaderla, spaventato.

<<Lara, smettila... non dire quelle cose>>

<<Kiti mada lossa xiu>> la terra comincio' a tremare e Ivan cerco' di nuovo di stringersi a lei e la potenza scaturita dalla sfera lo scaraventò sul muro di fronte.
Quella "palla" non voleva essere fermata...

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