SPECIAL CHALLENGE 2- sophiefru vs AnnaNebyTorrente95

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sophiefru orario consegna 17,30

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DUE IN UNO

< Someday > di Michael Learns è stata il mio karma negli ultimi otto mesi. Scoprire una gradivanza, indesiderata, è stata uno shock. Accettare che invece di uno, battevano due cuoricini, ha completamente stravolto la mia visione futura di vita. Io mamma di due bimbe, di cui ancora non ne conosco la paternità. Amare due bellissimi uomini e sceglierne uno. Ecco il mio dilemma. Avere la famiglia che i "Buttman" si aspettano? oppure, far scegliere al mio cuore, perché amo più Lui? È sempre presente nella mia testa, tanto da offuscare i  ricordi di quella notte con suo fratello, rivivo, costantemente, il suo bacio rovente e frenetico, la sua lingua vogliosa e determinata, le sue mani sui miei fianchi, noi insaziabili l'uno dell'altro.
< Arthur! Mi hai spaventata>
< Scusa non volevo. Ho visto la " Sweet Cake" aperta e non ho resistito, volevo vederti. Georgie,  perché mi tieni a distanza, spiegarmi, ti prego! Cosa ti impedisce di dire a mio fratello che sono io il padre delle bambine. Vuoi Lui? Ami Lui? Chiese amareggiato.
Nominarlo bastò a materializzarlo all'istante.
< Abel!> dissi incredula
< Vedo che a mio fratello non ti neghi, eh George?> rispose convinto.
Sospirai, portandomi le mani in grembo. Il dolore alla schiena aumentava e martellava insistentemente, come il mio cuore.
< Io non so chi sia il padre delle bambine!> gridai
< io... Io... Mi sono concessa ad entrambi la settimana prima della partenza per Sidney e mi dispiace, perché sono stata una stupida! Amo entrambi dal profondo. Abel, ti amo come si può amare un fratello, ma tu Arthur sei il di più che fa battere il mio cuore e riempie la mia anima>
Agitata dalla mia stessa ammissione, abbassai gli occhi pieni di lacrime sulla pozzanghera formatasi ai miei piedi e realizzai.
< oh mio Dio! mi si sono rotte le acque...>
I fratelli " Buttman" impietriti, mi guardavano sconvolti e pallidi, poi tutto si offuscò e infine il buio.
Sentivo una voce sconosciuta parlare.
< Gemelli con due padri biologici sono estremamente rari. Questa doppia gestazione si verifica quando una donna rilascia due uova durante il ciclo mestruale ed entrambe vengono fecondate da due uomini diversi con cui si hanno avuti rapporti a breve distanza l'uno dall'altro. Un caso,  che si verifica una volta su 13.000.>
< Cosa?> parlai ancor prima di aprire gli occhi.
< Miss Gerald, bentornata fra noi> disse la voce.
< È tutto vero? co...come è possibile? E le bambine dove sono, come stanno?>
< Sono nate pretermine, con parto cesareo, ma godono di un ottimo stato di salute. Lo stress del segreto che teneva dentro ha probabilmente accelerato gli eventi> spiegò il dottore.
< Mi dispiace> dissi ai padri delle mie figlie.
< Tra una scazzottata è l'altra abbiamo chiarito. Il mio posto è vicino a te ma come amico, zio e padre di mia figlia> disse Abel, sorridendomi e si allontanò.
<Arthur...> lo chiamai, con pathos di scuse.
Appoggiò le sue morbide labbra alle mie, perdonandomi.
< ti amo, George> ammise.
Io gioii, poi le vidi e pronunciai il mio futuro in rosa < Arleen ! Abbie! >

VS
AnnaNebyTorrente95 orario consegna 18,05

VSAnnaNebyTorrente95 orario consegna 18,05

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RIMORSI

Quando il medico quella mattina mi disse di essere incinta, il mio cuore si riempì di gioia.
Una felicità, che sarebbe durata poco, divorata dai sensi di colpa.
Si dice che nella vita una sola volta ci si innamora veramente, non è affatto vero, io avevo amato davvero tre uomini.

Ero tornata in Australia con la speranza che le cose potessero finalmente cambiare.
Volevo lasciarmi tutto alle spalle e concentrarmi solo sul mio futuro.
Il mio sogno si stava realizzando, la mia pasticceria era tra le più famose di tutta Sidney.
Non mi mancava niente o forse si, l'amore.
Da quando la mia storia con Lowell era finita catastroficamente, la mia mente non faceva altro che pensare ad Arthur Buttman, che mi era stato vicino, facendomi dimenticare il passato con il mio ex.
Ma quello che più mi affliggeva non era il pensiero di Arthur, no, era che impressa nella mente avevo la notte di passione che mi aveva regalato Abel, suo fratello.
Il bambino che portavo in grembo era suo, di questo ne ero certa, ma l'amore che provavo per lui non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello di Arthur, che mi aveva conquistata con le parole, toccando il mio cuore.
Non so come avrei potuto spiegare quel momento di follia avuto con Abel.
Mi sarei sentita per tutta la vita la causa scatenante del distacco tra i due fratelli e la mia dignità sarebbe stata nulla, come il loro rapporto.
Ogni volta che formulavo quei pensieri grosse lacrime calde scendevano sul mio viso e desideravo con tutta me stessa di sparire dal mondo.
Non capivo come avevo fatto ad essere così superficiale e stupida.
Che cosa credevo di ottenere andando a letto col fratello sbagliato?
Mi ero fatta trascinare dal suo fascino, da un momento di disperazione causato dall'abbandono di Arthur, che dopo una lite mi aveva lasciato sola.
Per un attimo pensai che forse la scelta migliore da prendere fosse l'aborto o mantenere nascosto il mio segreto.
Ma per quanto tempo avrei potuto vivere con quel rimorso?

E così con una scusa banale contattai i due fratelli e ci dammo appuntamento a casa mia.
L'agitazione era a mille e non potevo fare a meno d'immaginare la loro espressione quando si sarebbero ritrovati faccia a faccia.

Il primo ad arrivare fu Arthur e dopo un po' ci raggiunse anche Abel.
Averli lì a pochi metri di distanza mi fece uno strano effetto.
Entrambi non capivano il perché di quella comunicazione urgente non riuscii a dire niente, le parole mi si erano bloccate in gola.
Le lacrime cominciarono a scendere a fiumi, poi tutto d'un fiato dissi:
<Sono incinta...>
Asciugandomi le lacrime, continuai.
<Abel tu sei il padre!>

Arthur mi guardò con tutto il disprezzo che una persona può provare, poi il suo sguardo si posò sul fratello, che nel frattempo si era portato una mano sulla fronte, disperandosi.
<Mi fate schifo!>
Gridò infuriato e poi scappò via, sbattendo la porta.
Ci lasciò soli, senza avere il coraggio di guardarci.

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