LETTORE: SophieFra_ Sesta Fase

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UNFORGETTABLE

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UNFORGETTABLE

Guardai quella pietra misteriosa, magica e significativa che era diventata la mia ossessione di vita. Ero Incredulo dinanzi a quel diamante e del potere che in quel momento avevo tra le mani.
Una vita fatta di studi, ricerche e calcoli avevano finalmente soddisfatto le mie notti insonne, i dubbi, le incertezze e i sacrifici.
Avevo trovato il diamante nero.
Mi sentii realizzato all'improvviso. Mi salirono le lacrime agli occhi per un emozione che non riuscivo a contenere.
Avrei portato la mia scoperta alla luce del sole e rivelato al mondo l'esistenza della pietra leggendaria. Sarei diventato illustre, sarei stato gratificato e premiato per la mia ricerca.
Il frutto dei miei sforzi, a volte deriso per la futilità di un oggetto la cui veridicità apparteneva a degli antichi scritti, ora, avrebbe ricompensato il tutto.
Alzai gli occhi verso la bellezza  celestiale, o meglio marina, di Aurea e lessi nei suoi occhi smarrimento. Mi osservava come a seguire il filo dei miei pensieri ed ebbi la certezza che le miei conclusioni erano del tutto errate ed egoistiche.
Rimanere lì, significava una nuova vita.
Abbandonare tutto e tornare da perdente? o prendere il diamante rivelandolo al mondo?
Ma il mio mondo era pronto a una scoperta tanto reale quanto magica? No!
Sbarazzarmi di lei, quando aveva appena salvato la mia vita non era un'opzione.
Presi il ciondolo dal mio collo e lo rimisi al collo di lei, subito dopo tornai in superficie e aspettai che lei riaffiorasse, ma non fu così.
Mi girai intorno a trecentosessanta gradi, ma di Aurea nemmeno l'ombra. Mi assalì la delusione. Avevo fatto la scelta sbagliata. Tornado alla vita di sempre mi sarei trascinato dietro il ricordo indimenticabile di quel giorno.
Col tempo forse sarebbe divenuto il flashback di un sogno.
Il panico prese il sopravvento e gridai con convinzione di logica
<< AAUURREEAA>>
Solo il suono del mare cristallino e luccicante dai raggi del sole accolse quel nome fiabesco.
Rimisi il boccale in bocca e la maschera.
Scesi nelle profondità di quelle acque che avevano scoperto il diamante nero e donato la mezza donna dalla voce soave e la bellezza di una dea. Vidi  in lontananza la luce sfuocata di riflessi rossi.
Fu davanti a me in un paio di stoccate di pinne, in tutta la sua sinuosa bellezza da sirena.
"Aurea " provai a dire con il boccale ancora stretto tra i denti, ma ne uscirono solo delle bolle.
La vidi sorridere e il mio cuore cominciò a pompare più di quanto aveva fatto fino a quello momento. Mi rimise la pietra nera al collo e mi liberai di quel arnese umano che mi rilasciava ossigeno.
<< Cent'anni sono tanti per un umano>> disse lei.
<< Non saranno mai abbastanza se tu sarai con me>> risposi.
Le sfiorai con le dita alcune ciocche dei suoi capelli vermiglio.
Il suo sorriso non abbandonò mai il suo viso. Brillava di luce propria.

Mi avvicinai abbastanza da sentire il suo profumo muschiato, ora volevo assaggiare il suo sapore e fu così che mi persi fra le sue labbra.

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