Capitolo 3

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Pov's Sam
"L'agente Samantha, ha iniziato da poco il suo programma e appena sarà idonea, Christopher si occuperà con lo svolgimento al piano preparato per la convenzione. " disse il presidente del Langley, agli altri suoi colleghi che ascoltavano attenti che a volte mi rivolgevano uno sguardo serio.

Mi trovavo in una sala riunioni della sede principale della CIA, seduta ed intrappolata a sentire i soliti discorsi tra signori noiosi, di alta autorità.

Dopo quasi due ore sul decidersi dei miei test e le loro chiacchiere, uscì da quella sala riunioni.

Camminai spedita e stanca verso l'ascensore. Volevo tornarmene al mio alloggio, prima del l'allenamento.

"Sam aspetta.." Mi sentì chiamare da mio padre.

Cazzo ci mancava solo lui.
Con mio padre il rapporto con cui condividevo era strano.

Pensavo che una volta fatto l'intervento, lui mi sarebbe stato affianco e mi avrebbe condotto in questa missione contro la convenzione con la massima delicatezza e razionalità.

Invece ottenni solo il contrario.. Per lui era tutto un test, ed un "ti devi concentrare, c'è in rischio la tua vita è quello di tutti..".
Non lo sopportavo, meno lo vedevo e meglio era per la mia testa.

Mi voltai guardandolo spazientita mentre aspettavo che parlasse.

"Devi venire con me.." Disse lui sottovoce e guardandomi preoccupato e serio.

Corrugai la fronte annuendo e senza fare domande.

Non sapevo cosa aspettarmi, perché si comportava così?
Decisi di restare zitta finché non salimmo in macchina.

Appena chiudemmo le portiere e lui mise in moto la macchina incominciò dicendo " ti starai chiedendo dove stiamo andando e perché, immagino. Beh parto dicendoti che so che tutto quello che stai passando è pesante è difficile da sostenere.
Ogni giorno ti osservo mentre diventi sempre più forte e prendo atto di come è duro e severo questo lavoro, mi rendo anche conto che hai solo diciassette anni e che tu abbia bisogno di respirare un po'."

Lo guardai incredula, ma trattenendo con disinvoltura un mio velato sorriso, distolsi lo sguardo da lui e guardai davanti a me.
"Quindi non mi vuoi dire dove mi stai portando giusto?" Gli domandai tranquillamente, sapendo già da subito che l'avrei scoperto solamente una volta arrivati..

"Esattamente.. C'è un'altra cosa che devo dirti.." Rispose mentre guidava ritornando il solito padre autoritario.

Sospirai incrociando le braccia e guardandolo attentamente.
Mi dovevo preparare psicologicamente?

" nei prossimi giorni affronterai dei test diversi dal solito.. I test a cui ormai sei abituata in cui devi combattere, sparare o qualunque tecnica difensiva tu sia quasi abituata a sottoporti, non saranno più fisici ma mentali.
Ti sottoporrai alla prova dei sieri, per diventare immune a iniezioni in cui ti possano strappare informazioni o disertare.
Imparerai a mentire sotto la verifica della macchina della verità, e ne affronterai altri in cui dovrà prevalere i principi e le regole imposte ai sentimenti che invece si mettono di mezzo. Sarà molto difficile e metterà a dura prova il tuo stato mentale, ma se li passerai come hai fatto con quello già svolti, sarai pronta per la missione." Spiegò lui con determinazione e guardandomi sicuro.

Elaborai tutto ciò ed annuì nervosamente.
Dopo non so quanti minuti di silenzio, domandai di sfuggita.

"Perché mi hai sottoposta al progetto Felicity? " gli domandai tranquillamente, giocando nervosamente con un anello che avevo al dito.

Closer to the love (sequel closer to me) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora