Capitolo 6

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Pov's Sam
Rimasi lì impalata a fissare aiden..
Lui avanzo lentamente verso di me, mentre mi scrutava incredulo.

Vidi il suo sguardo cambiare una volta a contatto con il mio.

"Aiden devo andare.." Fui in grado di dire solamente.

Lui scosse il capo facendo una smorfia e mi riprese con tono seccato "tutto qui, quello che hai da dire?"

Lo guardai sorpresa della sua domanda, e con l'amaro in bocca non risposi.

"Te ne vai e mi dai buca all'incontro.. Cerco di andare avanti e di disintossicarmi la mente da te e poi? Ti rivedo in una missione. Come potrei stare secondo te? Dove è la Sam che appena mi vedeva mi saltava addosso?" Continuò lui tempestandomi di domande con aria arrabbiata e avvicinandosi sempre di più.

Davvero pensava questo?
Le sue parole mi bruciavano e anche se cercavo di reprimere la voglia di abbracciarlo, mi avvicinai a lui e sotto il suo sguardo attento, gli circondai i fianchi e lo abbracciai.

I brividi si fecero sentire subito dopo l'abbraccio, lo sentì rilassarsi e stringermi forte a lui.

"Mi sei mancata e non puoi capire come sono stato.." Confessò a bassa voce.

Quanto lo capivo.. Era lo stesso dolore che torturava anche me.

"Ora aiden devo andare.. Ti prego di a mio zio che gli voglio bene. È tardi e devo scappare." Gli dissi qualche secondo dopo riprendendomi.

Lui mi guardò con sguardo duro e annuì irrigidendo la mascella.

"Mi farò viva io e avremo modo di parlare.. Ma fino ad allora non cercarmi e non chiedere di me al Langley dillo anche a mio zio. " gli dissi determinata mentre aprivo la porta.

Lui annuì ancora una volta e rispose " sta attenta.. "

Io annuì sorridendo leggermente..
"Sam?" Mi sentì richiamare.

Voltai il viso e lo guardai ascoltandolo.

" troverò il modo di tirarti fuori da tutto questo." Disse sicuro e deciso guardandomi dritta negli occhi.

Sorrisi amaramente e scossi la testa "non puoi, lo sai.." Ed uscì dalla porta correndo per i corridoi ed uscire dell'edificio.

Corsi contro il vento freddo mentre richiamavo in ritirata gli agenti dall'auricolare.

Corsi velocemente verso il furgone seguita da alcuni agenti.

Aprì lo sportello ed entrammo tutti all'interno.

L'autista guidò e mio padre non mi rivolse parola.
Aveva sentito la conversazione ma poco mi importava.. Quello che era fatto era ormai fatto.

Aprì la tasca dei pantaloni e tirai fuori le cinque chiavette usb che ero ero riuscita a trovare e a prendere.

Osservai gli agenti seduti a fianco e davanti a me. Erano stanchi e alcuni avevano ferite superficiali, ma nulla di grave..

Dopo una mezz'ora buona il furgone si fermò, segno che eravamo arrivati alla base.

Uscimmo tutti e camminammo spediti verso gli uffici dove mi aspettavano i miei allenatori/agenti e un cervellone di computer, che avrebbe preso ed esaminato le chiavette che gli avrei consegnato.

Appena entrai sentì lo sguardo addosso e camminando decisa verso il cervellone, gli consegnai le chiavette mentre un mio allenatore si congratulò per la mia riuscita alla missione.

Sorrisi e chiamandomi in ritirata comunicai a loro che me ne sarei ritornata nel mio alloggio.

Poco prima che potessi andarmene mio padre mi richiamò.

Alzai gli occhi al cielo e sospirando stanca mi voltai e mi fermai guardandolo seriamente.

Eravamo davanti all'entrata degli uffici e lontani dagli sguardi curiosi degli altri agenti.

"Mi puoi dire cosa ti è saltato in mente con aiden? Hai impiegato un sacco di tempo e per niente.. Comincio a pensare che sia stata la cosa migliore la lontananza tra voi. Tu non sai come è in realtà quel ragazzo e.." Cominciò a dire mio padre con rabbia.

Come scusa?

"Stai zitto. Io sono l'unica che conosce aiden davvero, non ti devi più permettere di esprimere i tuoi giudizi e le tue opinioni su di lui. Non lo conosci e non sai nulla. Vuoi sapere cosa comincio a pensare io invece? Sto incominciando a pensare di cambiare supervisore. Non voglio questo ruolo da te. Voglio che per una volta nella vita tu ti comporta da padre e non da capo. Voglio che mi aiuti e mi rassicuri ogni giorno dalle mie preoccupazioni e che mi stai accanto. Ma sono consapevole che da te non otterrò mai queste cose. Tu non sei in grado di essere un vero padre, sai solo fingere perché grazie al tuo lavoro è diventato parte di te e se c'è una cosa che mi auguro è di non diventare come te.." Gli dissi con disprezzo e ormai senza fiato.

Lui mi guardò severamente e avvicinandosi indicandomi con l'indice rispose " potrò pure non comportarmi come un padre normale, ma ricordati che tu non sei una diciassette normale , non lo sei mai stata. Da quando sei stata trasferita qua, ho cercato di seguirti ogni giorno su quello che facevi e di starti vicino ma sei tu che non me lo permetti. Allontani tutti e te ne stai chiusa nei tuoi pensieri. Cosa pretendi da me? E ritornando a parlare di aiden ti sbagli sul suo conto. Chiedigli se conosce Stewart Dave. " disse lui scuotendo la testa e alzando un sopracciglio.

Lo guardai male e me ne andai senza aggiungere una parola..

****
Pov's aiden
Ancora non potevo crederci.. Ero appena arrivato a casa dopo il viaggio sul jet..

Avevo detto tutto a Ryan, e lui ne era rimasto sorpreso ed incredulo quanto me..
Era solo da un fottuto mese che era via è lontano da me, e già faceva parte di queste missioni?

Quando le tirai via il passamontagna rimasi sbigottito quando vidi che non aveva più i suoi lunghi e folti capelli castani..
Aveva gli occhi spenti e tristi era diversa dalla mia solita Sam, me ne ero subito accorto.

Sospirai e mi spogliai.. Mi buttai sul letto e rimasi a fissare il soffitto, ricordando ogni minimo dettaglio del viso di Sam.

Aveva detto che si sarebbe fatta viva e mi avrebbe spiegato, avrei aspettato quel momento con tutto me stesso ma intanto avrei trovato e pianificato un modo per eliminare al più presto la convenzione e portarmi via Sam.

Sarei scappato da tutto questo, pur di tenerla lontana da questo mondo.

Closer to the love (sequel closer to me) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora