chapter one

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Vivere a New York era sempre stato complicato, caotico e rumoroso; soprattutto se hai passato la maggior parte della tua esistenza in una villa a Malibu.
Ma a Spencer non mancavano affatto la spiaggia e l'oceano, preferiva la città.
La vita sulla costa era troppo tranquilla per lei, sentiva il rumore dell'acqua da quando si svegliava a quando andava a dormire. Poi, il caldo era insopportabile.

Quella mattina, la giovane ragazza era particolarmente nervosa.
Era tesa per un'importante affare che stava concludendo con degli impresari cinesi.
Uscì dall'enorme attico in cui viveva prima del padre e di Stacy, una volta arrivata alla Stark Tower le sarebbe toccato un mucchio di lavoro da sbrigare e voleva finire il prima possibile.
Si diresse verso il bar vicino alla Torre, quello dove faceva colazione tutte le mattine prima di andare in ufficio.
L'aria fresca mattutina le aveva dato la grinta giusta per affrontare una faticosa giornata.
Non appena entrò nel café, una delle cameriere le sorrise cordiale.
"Buongiorno signorina Stark." La ragazza aveva più o meno la sua età ma - nonostante le proteste di Spencer sul fatto di chiamarla con il suo nome - le si rivolgeva in modo molto formale.
Si sedette al solito posto, il tavolino accanto alla finestra che dava sulla strada affollata.
Le piaceva osservare la gente che si affrettava ad andare al lavoro, mentre lei era lì seduta che assaporava la sua colazione prima di immergersi nella sua stressante routine giornaliera.
"Ciao, Spencer! Come stai, tesoro? Ti porto il solito?" Le chiese una delle cameriere che lavorava lì con un sorriso smagliante tutto fossette; era una della sue più care amiche, Cara.
Si conoscevano da quando Spencer si era trasferita nella Grande Mela con la sorella ed il padre, quasi dieci anni prima. Erano subito diventate amiche perché avevano un sacco di cose in comune e andavano nella stessa scuola.
"Bene dai, a parte il fatto che ho dormito sì e no tre ore, Cara." Le sorrise e le diede un bacio sulla guancia.
La ragazza si allontanò e lei si mise a guardare fuori dalla finestra, aspettando il suo cappuccino e la sua brioche.
Era un'habitué, le piaceva fare le stesse cose durante le giornate lavorative.
Quando Cara le portò la sua colazione, rimase a parlare un po' con lei. La proprietaria del bar le concedeva sempre qualche minuto per stare con l'amica visto che nell'orario in cui Spencer si recava al locale c'era poca gente.
Iniziarono a chiacchierare del più e del meno, ridacchiando ogni tanto sbarazzine.
"Allora, tesoro, come va con quel ragazzo con cui stai uscendo?" Domandò ad un certo punto Spencer sapendo che l'amica amava parlare delle sue conquiste.
"È un tale cretino!" Cara alzò teatralmente gli occhi al cielo e scosse la testa facendo oscillare la sua coda di cavallo. "Però è fantastico a letto e devi vedere che fisico. Sembra scolpito nel marmo!" Aggiunse con un sorriso malizioso.
Cara e Spencer non erano delle santarelline e ad entrambi piaceva avere relazioni occasionali.
La giovane Stark ricambiò il sorrisino e disse: "Non è che saresti disposta a fare un threesome?!"
"Certo che no! Finché dura, lo voglio tutto per me." Ribatté prontamente Cara, tirandole un pugno scherzoso sul braccio. "Tu invece, Spencey, ti senti ancora con quel Peter? È da un po' che non mi racconti di lui."
Spencer sbuffò e si passò una mano tra i folti capelli biondo cenere che le ricadevano morbidamente sulle spalle e sulla schiena.
"Con Peter è finita secoli fa... Però dopo di lui non c'è stato nessuno. Sai, forse è meglio così: avrei finito con l'innamorarmi di lui."
"Non ti piacerebbe? Innamorarti di qualcuno, intendo." Chiese Cara, aggrottando le folte sopracciglia scure che erano in contrasto con i capelli chiari.
Era proprio una bella ragazza, simpatica, divertente e solare.
"Sì, ma non riesco a trovare quello giusto. Tutti i ragazzi che frequento si rivelano per essere dei totali cretini interessati solo ad entrarmi nelle mutande."
Alla fine per alleggerire il discorso - che stava diventando troppo serio - Spencer ridacchiò, socchiudendo appena gli occhi e stirando le labbra dipinte di rosso in un sorriso un po' forzato.
"Già, penso che sia il problema di tutte le ragazze quello di trovare il principe azzurro." Anche Cara rilasciò una leggera risata.
"Forse bisognerebbe abbandonare i cliché: il ragazzo perfetto non esiste." Constatò Spencer.
Lasciò vagare l'attenzione per il piccolo locale. Era caldo ed accogliente. Le pareti erano ricoperte di pannelli di legno abbastanza scuro ed i tavolini avevano delle deliziose tovagliette a quadretti rosse e bianche.
Quella mattina in particolare c'era poca gente, ma i suoi occhi furono attirati come una calamita in direzione di un tavolino preciso. Quello in fondo al bar, poco distante da lei e Cara.
C'era un ragazzo che la stava fissando con un sorrisino, probabilmente era riuscito a sentire tutto.
Lo guardò per un secondo imprimendosi il suo viso nella mente e poi distolse lo sguardo imbarazzata, riportando l'attenzione sulla sua amica che nel frattempo non aveva notato niente: era stato questione di un secondo.
"Cara! Vieni, ho bisogno del tuo aiuto." Una delle ragazze che lavorava nel bar richiamò la bionda spumeggiante amica di Spencer.
"Il dovere mi chiama. Ciao, tesoro!" Si allungò sopra al tavolino e baciò Spencer sulle labbra. Cara faceva sempre così, era una ragazza molto aperta ed espansiva.
"Ciao, Cara! Stasera dobbiamo assolutamente uscire insieme... Devo festeggiare dopo aver concluso il contratto di oggi, ho bisogno di sfogarmi." Strinse tra le braccia l'amica e poi si affrettò a raggiungere la cassa per pagare.
Si mise a posto il tubino nero e si strinse nel cappotto rosso.
Prima di uscire, si girò un'ultima volta verso il ragazzo al tavolo. Era semplicemente stupendo; non uno di quei ragazzi che si notano facilmente per strada, ma in quel momento il cuore di Spencer smise di battere per un secondo. Era perfetto nelle sue imperfezioni.
Gli occhi ed i capelli di un castano caldo, il naso proporzionato e le labbra sottili. Con il viso dell'uomo stampato in mente, uscì dal locale pronta per affrontare un'altra giornata di lavoro.

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