chapter eleven

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Spencer condusse Scott per i lunghi ed asettici corridoi dello S.H.I.E.L.D.
Non si tenevano per mano ma le loro dita, assai vicine, si sfioravano appena.
Scesero con l'ascensore per qualche piano e poi si ritrovarono in un'enorme stanza con le pareti grigie.
C'erano macchinari sportivi lungo il perimetro mentre al centro era posizionato un materassone blu per il combattimento corpo a corpo.
In un secondo momento si poteva notare una piccola porta nera sulla parete infondo alla palestra.
"Mostrami quello che sai fare, Ant-Man." Sorrise beffarda Spencer, mettendo le braccia incrociate sotto al seno e fissando Scott con uno sguardo di sfida.
"Non posso combattere contro una ragazzina e poi non ho la mia tuta." Rispose a tono il supereroe con un sorriso malizioso.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e gli fece cenno di seguirla. Giunsero davanti alla porta nera che Spencer aprì. Era uno spogliatoio, con degli armadietti di ferro ai lati delle pareti e delle panchine al centro.
Su ogni antina c'era un nome e Scott si sorprese di trovare il suo sopra un armadietto. Era accanto a quello della giovane Stark.
"Qui dentro c'è la divisa per allenarsi." Gli disse lei con ovvietà. "E sappi che ti farò il culo."
Spencer rise ed aprì il suo armadietto, tirò fuori da esso una tuta nera e la indossò. Non si vergognava a spogliarsi davanti a Scott, non dopo aver passato una fantastica notte con lui.
La divisa era molto aderente e sembrava fatta di pelle nera, sulle maniche c'era stampato il logo dell'associazione.
Scott la imitò ed indossò la sua, che era composta da un paio di pantaloni della tuta ed una maglietta nera con la stampa dello S.H.I.E.L.D.
Spencer uscì dallo spogliatoio, l'uomo la seguì in silenzio.
Si posizionò sul ring ed aspettò che Ant-Man la raggiunse.
"Non voglio farti male, tesoro." La prese in girò lui, fissandola con un mezzo sorriso.
"Qui quello che si farà male sei tu, tesoro." Rispose lei sarcastica e si mise in posizione d'attacco. "Avanti, colpiscimi se hai il coraggio."
Scott fece per colpirla all'addome con un pugno ma lei, più veloce ed agile, si spostò e gli tirò un calcio sul fianco.
L'uomo gemette, preso alla sprovvista e per il dolore.
Spencer lo colpì, questa volta con un pugno, sul braccio stando attenta a non fargli troppo male.
Dopo qualche altra mossa, Scott si trovò a terra con sopra di lui la ragazza che lo teneva immobile.
Aveva le braccia ancorate al materassone e le gambe bloccate da quelle dell'agente.
"Chi è la ragazzina?" Sorrise strafottente Spencer.
Scott alzò gli occhi al cielo e cercò di scrollarsela di dosso ma la sua presa d'acciaio non gli lasciava via di scampo.
Sorrise malizioso, dicendo poi: "Tutto sommato non mi dispiace questa posizione."
Si fissarono per qualche momento negli occhi, Spencer si abbassò verso di lui lasciando la presa dai polsi dell'uomo e postando le mani sul petto ampio e muscoloso di Scott. Lui portò le sue sui fianchi della ragazza, stringendoli dolcemente.
"Spencer, signor Lang." La voce calda ma autoritaria di Tony Stark li fece sobbalzare entrambe.
La ragazza con uno scatto fulmineo si alzò dal corpo del supereroe e si mise in piedi.
"Papà, hai bisogno di qualcosa?" Chiese ad Iron Man con imbarazzo.
"Sono venuto a cercarti. Ben fatto, zuccherino. Fa' vedere chi comanda qui." Schiacciò l'occhiolino alla figlia e poi spostò lo sguardo su Scott che intanto si era alzato in piedi e fissava i due Stark imbarazzato ed in silenzio.
"Ci aspettiamo di più da lei, signor Lang." Gli disse Tony con tono di rimprovero.
"Le assicuro che quando indosso la mia tuta sono più forte, signor Stark."
Rispose lui abbassando il viso. Il miliardario annuì e poi tornò a guardare sua figlia.
"Ti aspetto stasera a casa, dobbiamo parlare dell'accordo con i cinesi. Hai il testo della giornata libera." Si avvicinò alla ragazza e le lasciò un bacio sulla fronte. Poi salutò Scott con un cenno del capo.
Tony Stark uscì dalla palestra lasciando così i due ragazzi di nuovo da soli.
"Che tipo che è tuo padre!" Esclamò Scott ridacchiando.
Spencer annuì pensierosa, aveva finito di stipulare gli accordi con un noto magnate cinese già da giorni e quindi era sicura che suo padre non volesse parlarle di quello. Era preoccupata.
L'uomo si avvicinò a lei, cingendole i fianchi con le braccia.
"Cosa c'è, piccola?" Mugugnò e poi le lasciò un bacio sul collo.
"Niente, Scott." Gli rispose. Spencer si girò e lo baciò con delicatezza sulle labbra. Rimasero in quella posizione per qualche minuto poi tornarono nello spogliatoio per cambiarsi.

"Ti va se usciamo a pranzo con Stacy e Steve?" Chiese Spencer mentre si abbottonava i jeans neri, poi si infilò una camicetta di seta bianca.
"Volentieri, mi piacerebbe conoscerli meglio." Scott si mise la felpa e guardò la ragazza prendere il telefono della sua tasca dei jeans per chiamare la gemella.
Stacy rispose che le sarebbe piaciuto uscire a pranzo così si diedero appuntamento in un ristorante messicano.

*

"...Eravamo rimasti solo io e Teschio Rosso sul suo strano jet, dopo un duro combattimento riuscii a sconfiggerlo ma per salvare l'umanità dovetti affondare con quello strano aggeggio volante e mi risvegliai solo settant'anni dopo perché ero stato ibernato sotto metri di ghiaccio." Concluse Steve.
Scott lo fissava con gli occhi sognanti, si vedeva che lo stimava profondamente.
Le due sorelle Stark invece erano meno entusiaste perché avevano sentito il Capitano Rogers raccontare di come aveva sconfitto l'HYDRA almeno cento volte, se non di più. 
"Wow... Sei fantastico! Sei una leggenda vivente!"
Ant-Man guardava Rogers con adorazione.
Spencer ridacchiò sotto i baffi e disse maliziosa: "Se Stacy non è troppo gelosa, te lo presto Steve!"
Il diretto interessato avvampò mentre gli altri si misero a ridere.
I due uomini iniziarono a parlare di guerra mentre le gemelle parlottavano fra di loro.
"Come è andata ieri sera?"
Sussurrò Stacy alla sorella, tenendo la voce bassa in modo da non farsi sentire da i due supereroi.
"Benissimo, Scott è fantastico. È stata una serata magnifica." Spencer sorrise innamorata. Anche dal suo tono di voce si capiva tutto l'amore che provava per l'uomo.
"State insieme?" Domandò curiosa la Stark.
"Non lo so, Stacy. Non ne abbiamo ancora parlato ma mi ha detto che gli piacerebbe presentarmi sua figlia. Però ho paura." Spencer si passò una mano tra i lunghi capelli biondi e bevve un sorso di Coca-Cola.
"Di cosa?" I modi di Stacy erano più composti così come il suo comportamento.
Indossava una camicia molto elegante sui toni del bianco perla e dei pantaloni rosa confetto. I suoi capelli dorati erano raccolti in una lunga treccia che le ricadeva dolcemente su una spalla.
"Mi sembra che stiamo correndo troppo, io sono davvero innamorata di lui anche se non lo conosco da molto ma ho il timore che sia solo preso dal momento e che non voglia niente di stabile e duraturo." Sospirò rassegnata Spencer e poi guardò Scott che stava ancora parlando con Steve, totalmente assorto dalla loro conversazione.
"Devi stare tranquilla e goderti il momento. A me sembra davvero interessato e non mi sembra assolutamente il tipo da una storiella e via. Non iniziare a preoccuparti per niente." La rassicurò Stacy, sorridendole dolce. "Anche io all'inizio avevo paura con Steve però guarda dove siamo adesso! Abbiamo intenzione di andare a vivere insieme."
"Sarebbe ora! State insieme da tre anni." Ridacchiò Spencer, sentendosi visibilmente sollevata. Aveva ragione la gemella, doveva godersi l'attimo senza pensare troppo.
"Non dirlo ancora a papà ma io e Steve stiamo cercando di fare un figlio." Stacy sorrise emozionata.
"Wow, grande sorellina! Datti da fare con quel gran pezzo di manzo del tuo fidanzato." Spencer era la solita, non aveva peli sulla lingua.
Stacy non si scompose ma si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
"Ragazze, io e Scott vogliamo andare a fare un giro in moto. Voi fate pure quelle cose che fanno le femmine." Disse Cap portando l'attenzione delle due gemelle su di sé.
"Okay, allora andremo a casa a metterci lo smalto e a parlare di ragazzi." Rispose sarcastica Spencer poi guardò la sorella. "Che ne dici se andiamo a trovare Bruce? Mi ha detto che ha delle nuove apparecchiature per te e delle armi per me."
Stacy annuì, così le due sorelle lasciarono il ristorante, non prima di aver salutato i loro rispettivi ragazzi.

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