"È lei." Disse l'uomo con la divisa militare nera che aveva uno strano logo a forma di teschio rosso con dei tentacoli cucito all'altezza del cuore. Sventolò sotto al viso del Soldato una foto, dove era ritratta una ragazza dai lunghi capelli dorati e gli occhi azzurri. Sembrava scattata di nascosto perché la giovane donna era ritratta mentre stava camminando con il cellulare in mano ed una tazza di cartone nell'altra, ma il suo viso era ben visibile.
Il Soldato annuì, il suo viso era una maschera fredda ed inespressiva, i suoi occhi azzurri come dei lapislazzuli sembravano fatti di ghiaccio puro ed i capelli neri lunghi quasi fino alle spalle gli ricoprivano gran parte del viso.
"Se rapiamo lei, saremo più vicini a loro." Continuò l'uomo, camminando avanti e indietro per la piccola cella scura ed umida. "Partirai stanotte stessa, sai già cosa fare. Portala qui. Viva." Si affrettò a lasciare l'angusta stanzetta, senza accennare ad un saluto. Voleva scappare da quella stanza il prima possibile, l'aria era opprimente e soffocante con il suo puzzo di muffa.
Il Soldato era seduto su una sedia con gli occhi puntati verso il vuoto, concentrato sulla sua missione.*
"Di cosa volevi parlarmi?" Chiese Spencer entrando nell'ufficio del padre. Tony alzò gli occhi dai fogli che stava leggendo e si concentrò sulla figlia.
"Di Scott Lang e della missione di settimana prossima." Rispose lapidario senza distogliere l'attenzione dalla ragazza.
Spencer si sedette sulla sedia difronte alla scrivania del padre ed annuì.
"Non so cosa ci sia tra te e lui - certe cose non mi sfuggono - ma stai attenta a non farti distrarre. La missione di lunedì prossimo è molto pericolosa ed io non vorrei che ti succedesse qualcosa." Nella voce di Tony c'era preoccupazione per quello che sarebbe potuto accadere. Lo S.H.I.E.L.D era sulle tracce di un'importante organizzazione criminale chiamata Noche Roja, che da anni l'associazione teneva sotto controllo senza mai riuscire ad incastrare, ma in agenzia era arrivata una soffiata che diceva che sarebbe arrivata una nave mercantile piena di armi indirizzate proprio si Noche Roja e lo S.H.I.E.L.D doveva approfittare di quella situazione. Alla missione avrebbero preso parte Tony, Spencer, Natasha Romanoff, Clint Barton e Steve Rogers. Però avevano a disposizione anche altri squadroni di agenti nel caso la situazione fosse peggiorata.
Stacy non avrebbe fatto parte pienamente alla missione, il suo compito era quello di guidare i jet ed aveva un lavoro più di ufficio visto che era un genio del computer. Spencer, invece, era una combattente nata e si era dimostrata un agente perfetta - seconda solo alla Vedova Nera.
"Sì, starò attenta. Però fidati di me, mi sono allenata a lungo per questa occasione e sono migliorata rispetto all'ultima volta." Spiegò con calma Spencer, colpita dal fatto che il padre non si fidasse pienamente di lei.
La giovane Stark aveva rischiato di morire qualche mese prima perché durante un'importante operazione non era riuscita a colpire mortalmente un avversario.
Non aveva mai sparato prima ad un uomo e questo la spaventava, ma per lavorare nello S.H.I.E.L.D serviva anche quello. Di solito preferiva stordire i suoi nemici e non ucciderli ma in quella occasione era stata obbligata e il fatto che avesse tentennato a premere il grilletto, le era costata una ferita che non smetteva di sanguinare all'addome ed il divieto di prendere parte alle operazioni da parte di Nick Fury fino a quando non fosse riuscita a superare il suo problema con le armi da fuoco.
Ce l'aveva fatta.
"Va bene, adesso però dimmi cosa c'è tra te e Scott perché ho visto le occhiate che vi stavate scambiando prima durante la riunione e poi in palestra." Disse pacatamente Tony.
La figlia arrossì lievemente e poi rispose cercando di mantenere sicurezza nella voce: "Ci frequentiamo e basta."
Non si sentiva a suo agio a parlare di certe cose con il padre, nonostante il bellissimo rapporto che avevano ed il carattere spigliato di Spencer.
"Okay, adesso sparisci che ho da fare!" Tony ridacchiò alleggerendo l'aria che si era fatta un po' tesa.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, si alzò dalla sedia e si avvicinò al padre. Gli stampò un bacio sulla guancia e lasciò la stanza con un sorriso sollevato.
"Ci vediamo più tardi, papà." Disse prima di chiudersi la porta alle spalle,
In quel momento le suonò il cellulare e si stupì di vedere il nome di Scott sullo schermo.
"Ho una sorpresa per te." La voce dell'uomo le giunse all'orecchio non appena rispose. "Dove sei?"
"Sono appena uscita dall'ufficio di mio padre..."
Scott non le diede il tempo di aggiungere altro e disse: "Arrivo subito da te."
Pose fine alla chiamata lasciando la giovane Stark alquanto perplessa.*
Scott non si fece attendere molto e dopo una decina di minuti una macchina nera e lucida di fermò davanti a Spencer che sostava pigramente sul marciapiede al di fuori della Stark Tower.
L'uomo abbassò il finestrino del veicolo e chiamò la ragazza che lo raggiunse e prese posto accanto a lui.
Una vocina la vece sobbalzare: "Papi, è lei la tua fidanzata?"
Spencer si girò di scatto e vide una bambina di circa sette anni seduta sul sedile posteriore. La fissava con un sorriso dolce ed innocente, tipico dei bimbi. Indossava un vestitino a fiori ed aveva due codini che le mettevano in risalto il viso tondo.
Gli occhi della bambina erano uguali a quelli del padre.
"Sì, sono io." Le sorrise dolce dopo qualche istante di silenzio. "Mi chiamo Spencer, tu tesoro?"
"Cassie." Rispose semplicemente, mantenendo un sorrisetto tutto fossette.
"Il tuo papà mi ha parlato tanto di te, mi ha detto che sei la bambina più brava del mondo."
La piccola sorrise imbarazzata e mormorò qualcosa.
Spencer tornò a guardare Scott e gli sorrise ringraziandolo mutamente.
"Dove vuoi andare, puzzola?" Scott sorrise alla figlia che gli rispose che voleva andare a mangiare un gelato grande così - sue testuali parole - ed aprì le piccole braccia per mostrare ai due adulti la quantità.
L'uomo mise in moto la macchina e si diresse verso Central Park dove avrebbero passato qualche ora in completo relax e senza pensieri.*
"Cassie è dolcissima, grazie per avermela fatta conoscere." Spencer appoggiò la testa sulla spalla di Scott e rimase a guardare la bambina che inseguiva delle anatre che sostavano placidamente sulla riva del piccolo lago del parco.
"Sono contento che ti piaccia." Le accarezzò dolcemente i capelli e poi la baciò. Spencer si aggrappò alle sue spalle e ricambiò con passione.
"Allora sono davvero la tua fidanzata?" La ragazza lo guardò negli occhi, perdendosi in quelle pagliuzze nocciola che con il giusto gioco di luce sembravano dorate.
"Se lo vuoi sì, piccola mia." Le accarezzò dolcemente una guancia e Spencer si appoggiò contro la mano di Scott, chiudendo poi gli occhi. C'erano solo loro in quel momento, si erano chiusi nella loro bolla personale, il loro piccolo mondo composto solo da loro due.
"Sì, Scott." Gli disse semplicemente e poi lo baciò .
Cassie tornò in quel momento con un cagnolino tra le braccia.
"Papi, Spencer, ho trovato questo cagnolino vicino ad un albero dentro ad una scatola! Non ha più la mamma, possiamo tenerlo? Ti prego, ti prego." Appoggiò il cucciolo a terra ed iniziò a saltellare vicino al papà.
L'uomo la guardò per qualche secondo, restio all'idea di portare quella palla di pelo a casa ma alla fine non riuscì a resistere alle suppliche della figlia.
Si vedeva che avrebbe dato tutto alla propria bambina.
Spencer sorrise, con il cuore caldo per quella scena famigliare e così dolce.
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Stark Twins » Marvel
FanfictionIl miliardario Tony Stark sembra essersi messo la testa a posto: ha sposato la sua segretaria, la signorina Pepper Potts, ed ha avuto due bellissime figlie gemelle con lei, Spencer e Stacy. Però non è tutto rose e fiori perché Pepper chiede il divor...