chapter thirteen

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"Siamo qui da mezz'ora e non è ancora successo niente." Borbottò Scott mantenendo comunque un tono di voce basso. Si rigirò dalla sua posizione scomoda, iniziavano a fargli male le ossa seduto sul cemento duro e freddo del porto. Lui, Spencer, la Vedova Nera ed il Capitano Rogers stavamo aspettando i Noche Roja appostati dietro ad un container da più di trenta minuti ma non si era ancora fatto vedere nessuno.
La nave cargo che trasportava le armi contraffate era attraccata da un po', tutto l'equipaggio era sceso ma nessun esponente della banda malavitosa si era fatto vivo.
Occhio di Falco interruppe quel silenzio così surreale che aleggiava nel porto, la sua voce giunse metallica dal Walkie-Talkie che Captain America aveva con sé: "Dalla mia postazione non vedo niente, voi come siete messi?"
Clint Barton era appostato in cima al tetto di una piccola rimessa, da lì riusciva a tenere sotto mira l'intero spiazzo davanti alla nave cargo con le armi per i Noche Roja. Sarebbe stato un alleato prezioso in un possibile scontro con gli uomini della gang, avrebbe coperto le spalle a tutti con il suo arco e le sue frecce.
"Neanche noi riscontriamo segni di attività." Rispose pacatamente Steve, continuando a guardarsi intorno, sempre all'erta.
Spencer - che si faceva chiamare Dark Shadow - sbuffò e si lanciò dietro alla schiena la lunga treccia che le ricadeva sulla spalla destra: "Secondo voi era una soffiata falsa? Avevo proprio voglia di provare le nuove armi del dottor Banner."
Indossava una tuta aderente di un materiale elastico e termico, le rivestiva il corpo come una seconda pelle ed il busto era inspessito con una corazza che le serviva per proteggere gli organi vitali da spari e colpi mortali.
Intorno ai fianchi aveva legata una cintura spessa da cui pendevano alcuni armi come coltelli e teaser. Il suo punto di forza erano due lunghi bastoni di ferro nero lucido che teneva sulla schiena con cui elettrizzava i suoi avversari, un piccolo regalo da parte di Bruce Banner.
La Vedova Nera alzò di scattò la testa, fino a quel momento aveva fissato il terreno sotto di sé e fissò Spencer.
"Scusa, scusa, non avrei dovuto nominare il tuo ex fidanzato, Natasha." Si affrettò a dire la giovane Stark e le sorrise timidamente in segno di perdono.
In realtà gli occhi ambrati della donna erano indirizzati al di là delle spalle della ragazza.
"Sono arrivati." Disse a denti stretti e poi serrò le labbra.
Tutti si girarono verso la direzione in cui guardava la Romanoff e videro che nel piazzale del porto erano giunti una decina di uomini vestiti di rosso e con il viso coperto da maschere con disegni tribali.
Steve si avvicinò al container che gli forniva riparo e fece il punto della situazione.
Tutti gli uomini erano armati di pistole e più di uno aveva con sé anche una mitragliatrice.
"Li hai visti, Clint?" Sussurrò alla radiolina. L'uomo rispose positivamente così il Capitano continuò. "Spencer e Natasha dovete coglierli di sorpresa, poi arriveremo io e Scott a stenderli. Clint tu dovrai guardarci le spalle."
Dark Shadow e la Vedova Nera raggiunsero in pochi istanti gli uomini, senza farsi scoprire. Non a caso, Spencer si chiamava shadow, sapeva muoversi senza provocare il minimo rumore ed era invisibile. Te la ritrovavi alle spalle non rendendotene conto, come un'ombra. Lo stesso per Natasha, l'addestramento da parte del KGB aveva dato i suoi frutti trasformandola in un'arma silenziosa quanto letale.
Spencer stese un paio di uomini con qualche calcio e pugno, fu talmente facile perché furono sorpresi dalla presenza della ragazza.
Gli altri, accortosi di non essere più soli, iniziarono a riversare una scarica di proiettili alle due donne che riuscirono ad evitarli.
Natasha si avvicinò ad un esponente dei Noche Roja e lo mise fuori gioco grazie all'utilizzo del suo teaser, una delle armi che prediligeva.
Arrivarono anche Scott e Steve in soccorso, mentre Clint riversava le sue frecce sugli avversari quando vedeva i Vendicatori in difficoltà.
Dark Shadow tiro un calciò sulla mano di un uomo alto e nerboruto, disarmandolo. Questo non si arrese ed iniziò sferzare pugni potenti che sferzavano solo l'aria visto che Spencer era più agile e veloce di lui. La sua stazza imponente lo rallentava, dando la possibilità alla ragazza di colpirlo. Era un osso duro e dovette ricorrere ai suoi bastoni elettrizzanti per stenderlo visto che i soli pugni, anche se potenti e ben assestati, non furono sufficienti.
Alzò gli occhi dal corpo preso da spasmi dell'uomo per via della scarica elettrica e poi guardò come erano messi i suoi compagni.
Scott stava lottando con tre uomini che mise al tappeto subito visto che si era rimpicciolito grazie al suo costume che lo portava ad avere la grandezza di una formica e la potenza mostruosa di quel piccolo insetto, che nonostante le ridotte dimensioni è uno dei più potenti del mondo animale. Una volta che gli uomini furono a terra,
Ant-Man riprese la sua grandezza naturale.
Gli uomini erano tutti a terra. I Vendicatori si guardarono confusi l'uno con l'altro, pensando che fosse stato tutto troppo semplice per essere una delle operazioni che teneva impegnato lo S.H.I.E.L.D da mesi. Era anche vero che sapevano già che ad un'evento del genere non avrebbero preso parte i capi dei Noche Roja ma avevano l'intenzione di bloccare i traffici illeciti della società mafiosa il prima possibile.
Steve chiamò i rinforzi per farli venire a prendere i pochi uomini sopravvissuti visto che le frecce di Occhio di Falco ne avevano uccisi un buon numero. L'agenzia rispose che avrebbero mandato una squadra che sarebbe arrivata dopo una decina di minuti. Poi fece segno agli altri di raggiungere il container con dentro le armi.
Si avvicinò di soppiatto alla lamiera rossa e con un calcio aprì la porta di ferro. In quel momento un'esplosione scaraventò i quattro Vendicatori indietro, facendoli atterrare accanto ai corpi privi di sensi dei Noche Roja. Era una trappola, la gang aveva organizzato loro una trappola. In quel momento si sentì lo scricchiolio delle ruote sulla ghiaia.
Ai corpi semi coscienti degli Avengers si avvicinarono tre Hummer rossi da cui scesero molti uomini armati fino ai denti.
Si avvicinarono ai supereroi, puntandogli addosso i loro fucili carichi. Non dovevano ucciderli subito: il capo della gang Ramiro Lopez aveva ordinato ai suoi sgherri di catturarli e portarli da lui vivi. Lopez li avrebbe interrogati, torturati e poi uccisi. Non voleva farsi perdere l'occasione di estorcere qualche informazione sullo S.H.I.E.L.D per colpa della sete di sangue dei suoi sottoposti.
Dark Shadow aprì faticosamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco ciò che stava accadendo intorno a lei. I rumori le giungevano ovattati alle orecchie che le pulsavano terribilmente per colpa dell'esplosione.
Vide un paio di uomini avvicinarsi al suo corpo che giaceva inerme a terra e si alzò si scatto, pronta al duello. Non si sarebbe mai permessa di finire nelle mani dei Noche Roja.
Anche gli altri stavano iniziando ad alzarsi dal cemento duro e freddo.
Steve per primo si fiondò addosso a due energumeni, usando il suo scudo per proteggersi dai proiettili che gli riversavano addosso senza pietà.
La Vedova rimase ferita al fianco da una pallottola vagamente ma riuscì a riprendersi subito e a mettere KO i suoi nemici.
In lontananza si sentirono le macchine dello S.H.I.E.L.D arrivare così i malviventi si fiondarono sui loro hummer rossi per scappare dagli agenti, evitando così lo scontro diretto sapendo di essere in minoranza numerica. Tutto sommato era andata bene come missione.
Riuscirono a portare alla base qualche uomo da interrogare e nessuno si era ferito gravemente, a parte Natasha ma il proiettile l'aveva presa di striscio e quindi sanguinava a fiotti senza avere una pallottola conficcata nel corpo.

*

L'acqua scorreva lungo il corpo di Spencer già da qualche decina di minuti. Calda e ristoratrice. La ragazza si tastò il corpo, in cerca di qualche contusione dovuta allo scontro di poche ore prima. Aveva solo qualche livido sulle gambe e dei graffi sulle braccia, la sua tuta la proteggeva da qualsiasi danno.
Cercò di sgranchirsi le braccia ma il box doccia era troppo piccolo per poterle distendere davanti a sé.
Ci rinunciò, girò la manopola dell'acqua calda ed uscì da sotto il getto.
Avvolse un asciugamano intorno al corpo e sgattaiolò in camera di Scott.
L'appartamento dell'uomo e del suo amico Luis era in totale silenzio. L'ispanico era fuori di casa mentre il suo fidanzato l'aspettavo nella stanza da letto.
Per essere l'abitazione di due uomini, era davvero accogliente. Spencer si era immaginata che ci fossero cartoni di pizza, lattine di birra e vestiti sporchi ovunque ma in realtà il piccolo appartamento era molto ordinato e pulito.
S'intrufolò nella camera da letto, si mise addosso una maglietta di Scott ed un paio di pantaloncini della tuta che si era portata da casa. Lui non c'era ma entrò nella stanza poco dopo, trovando la ragazza che stava dormendo beata tra le lenzuola di cotone bianche. Aveva la bocca leggermente aperta e il respiro lento e regolare. Scott si sedette sul materasso, accanto alla giovane Stark. Era così dolce quando dormiva, non sembrava neanche la combattente letale che si era dimostrata nei panni di Dark Shadow.
Spencer mugolò qualcosa e si rigirò tra le morbide coperte. Poi, come se sentisse lo sguardo di Scott su di sé, alzò la testa ed i suoi occhi limpidi incontrarono quelli dell'uomo.
Lui le sorrise dolce, dopodiché si chinò sul suo corpo e la baciò con trasporto gustandosi il sapore delicato delle morbide labbra della ragazza. Rimasero per un po' a farsi le coccole, Scott le accarezzava i capelli mentre lei si godeva il respiro caldo e regolare dell'uomo solleticarle la pelle.
Entrambi avevano avuto paura per ciò che sarebbe potuto succedere se lo S.H.I.E.L.D non fosse arrivato in tempo, i Noche Roja sapevano essere molto sadici e i pochi sopravvissuti alle loro torture, erano finiti ricoverati in psichiatria. 
Ma più di tutto, avevano avuto paura di perdersi a vicenda.

Stark Twins » MarvelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora