Quella mattina in casa Malfoy c'era un caos mai visto prima, Hellen andava avanti e indietro per la sua camera cercando tutto ciò che sarebbe potuto tornare utile a scuola, Draco saliva e scendeva le scale per vedere se era pronta e Narcissa cercava di preparare la colazione anche per Harry e Ron che l'avrebbero accompagnata al binario nove e tre quarti.
Anche loro erano piuttosto agitati, Harry doveva presentarsi al ministero entro un'ora e Ron, come Draco, doveva raggiungere George al più presto per aiutarlo ai Tiri Vispi Weasly, ora che aveva riaperto in periodo non di crisi la clientele era raddoppiata.
Quando Hellen scese le scale con la gabbia di Edgor in una mano e il baule trascunato dall'altra, tutti scattarono in piedi e uscirono di casa, salirono tutti insieme sulla macchina che Harry si era procurato al ministero e partirono.
King's Cross non era molto lontana, impiegarono circa dieci minuti a raggiungerla.
Hellen era eccitatissima quando arrivarono davanti al muro fra il binario nove e il dieci.
Draco la prese per mano e facendo finta di niente passò attraverso il muro.
Hellen si guardò alle spalle, la stazione di King's Cross era sparita, pochi secondi dopo comparvero anche Harry e Ron.
Il binario nove e tre quarti era sempre uguale, l'Hogwarts Express era immerso in una nube di vapore e studenti di tutte le età si affannavano per salire per primi sul treno e per salutare i genitori mentre qualche amico li tirava per la maglietta.
Hellen non aveva mai visto niente del genere si guardava intorno meravigliata senza dire niente, finchè un ragazzino le si piazzò davanti coprendole la vista, era poco più alto di lei e aveva un aspetto familiare.
«Hellen!»
Dietro di lui un uomo gli mise una mano sulla spalla.
«Harry, Ron e Draco! Ma che bella sorpresa.»
«Neville! Come va?»
Neville Paciock salutò il figlio con un forte abbraccio e poi attaccò a chiaccherare con Harry e Ron, mentre Draco si inginocchiava davanti a Hellen e le sussurrava.
«Sarai bravissima.»
Poi le prese il baule e lo caricò sul treno, Hellen lo abbraciò forte, poi prese la gabbia di Edgor e salì sull'Hogwarts Express seguita da Frank.
Draco sentiva una strana fitta all'altezza dello stomaco, gli sembrava così strano lasciare la sua bambina dopo undici anni...
«Cerchiamo uno scompartimento?»
Chiese Frank a Hellen, che stava ancora fissando la curva dietro il quale suo padre era sparito.
«Sì...sì, certo.»
La prospettiva di un anno lontano da casa spaventava Hellen quanto la eccitava.
Gli scompartimenti erano quasi tutti pieni, ma dopo qualche minuto di ricerca ne trovarono uno libero e si sistemarono.
Hellen aveva con se un piccolo sacchetto con qualche galeone per comprare qualcosa dal carrello.
«Mio papà conosceva il tuo, dice che a scuola non era molto gentile.»
«Sì lo so, mi ha detto di aver fatto molte scelte sbagliate, ma adesso è cambiato.»
«E tua mamma? Perchè non era al binario?»
Hellen si schiarì la voce colta di sorpresa dalla domanda e sorrise.
«Bhe lei è morta prima di partorire me.»
Frank sbiancò improvvisamente e il suo sorriso sbiadì lentamente.
«Oh...no...non preoccuparti, non mi dà fastidio parlarne.»
Si affrettò a dire Hellen.
«Sono molto orgogliosa di lei, è morta per mio papà.»
«Davvero? Si èsacrificata per lui?»«
«Sì...e...come si chiama la tua mamma?»
«Luna.»
«È un nome meraviglioso!»
Esclamò Hellen.
Continuarono a chiaccherare per tutto il viaggio, fermandosi solo per sgranocchiare qualche cioccorana.
«Guarda! Ho trovato zio Harry!»
Urlò Hellen mostrando a Frank una figurina delle cioccorane.
«Wow! Io ho trovato...Minerva Mc.Granitt e Hermione Granger.»
«Ah, io le ho già entrambe.»
L'Hogwarts Express rallentò gradualmente fino a fermarsi con uno sbuffo di vapore.
Recuperarono i loro bagagli e si misero in fila per scendere dal treno.
Un uomo alto due volte una persona adulta gesticolava con le mani urlando:
«Primo anno! Primo anno da questa parte!»
Hellen e Frank si guardarono stupiti e lo raggiunsero facendosi spazio tra la folla di ragazzi.
Appena si avvicinarono lui scrutò Hellen con attenzione, lei sarebbe pronta a giurare di aver visto i suoi occhi neri riempirsi di lacrime.
«Hellen, vero?»
Domandò il gigante con voce roca.
Hellen annuì con veemenza chiedendosi come faceva a sapere il suo nome.
«Io sono Hagrid, insegno cura delle creature magiche, sei uguale alla tua mamma, sai, ci portavo sempre i biscotti quando era qui.»
Disse con voce roca, poi tiró fuori un enorme fazzoletto dalla tasca e si soffiò il naso con un rumore simile a uno squillo di tromba.
Hellen sorrise, era felice di somigliare così tanto a sua mamma e soprattutto era felice di vedere che un suo vecchio amico si emozionava ancora pensando a lei.
