CAPITOLO 10

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«Hellen?»
La voce di Draco tremava.
Il fantasma gli rivolse uno sguardo intenso e sorrise.
Draco si avvicinò di qualche passo, aveva paura che se ne andasse, poi accennò alla figlia.
«È bella vero? Ti somiglia tantissimo.»
Il fantasma annuì guardando Hellen, che spostava lo sguardo da sua madre a suo padre.
«Ha i tuoi occhi.»
Draco annuì ancora e le lacrime iniziarono a scorrere sul suo viso senza che neanche se ne accorgesse.
Hellen fece il giro del letto, galleggiando a pochi centimetri dal pavimento, e si avvicinò a Draco.
Lui guardò prima la preside, poi l'infermiera accorgendosi per la prima volta della loro presenza.
«Potremmo parlare? Da da soli?»
Chiese indicando la porta dell'infermeria.
Il fantasma di Hellen acconsentì e insieme uscirono dalla sala.
«Perchè? Perché sei diventata un fantasma?»
L'iniziale stupore di Draco lasciò spazio alla la rabbia e alla frutrazione di poterla vedere ma non abbracciare.
«Sapevo che sarebbe venuta ad Hogwarts, ho aspettato undici anni, ma non credevo che avrei rivisto anche te.»
«Ti sei condannata ad essere legata a questo posto per sempre! Perche? Io non...»
«Ho visto Silente, mi ha parlato della possibilità di...»
«Non dovevi! Non dovevi e basta! Ora resterai così in eterno?»
«No io...»
«Per Merlino Hellen pensavo che fossi una strega intelligen...»
«VUOI STARMI A SENTIRE?»
La voce di Hellen tuonó rimbalzando sulle pareti dei corridoi di Hogwarts, e Draco fece un passo indietro.
Non gli aveva mai fatto così paura, nonostante quando si arrabbiava fosse parecchio spaventosa.
«Silente mi ha parlato della possibilità di diventare un fantasma e...tu cosa avresti scelto tra riposare per sempre in pace o tornare sulla terra e rivedere i tuoi cari? Bhe sai già cosa ho scelto io.»
«Sì, lo so...lo so...ma...è...è da pazzi.»
Il fantasma lo guardò intensamente per un secondo poi scosse il capo e se ne andò attraversando la parete.
«No! Hellen! ASPETTA!»
Draco fissò per qualche istante il punto in cui era scomparsa poi si girò e tornò nell'infermeria, si avvicinò al letto su cui Hellen era sdraiata intenta a leggere un libro di scuola.
«Allora piccola, come stai?»
Le chiese Draco sedendosi sullo sgabello accanto al letto.
«Avete litigato?»
Le parole di Hellen lo lasciarono a bocca aperta per un attimo.
«No noi...è...strano ma...dimmi, cosa ti ha detto quella ragazza?»
Hellen non staccava gli occhi dal suo libro.
«Vi ho sentiti urlare.»
«Hellen per favore...»
«È veramente bella.»
Hellen ora guardava fisso negli occhi del padre e sorrideva.
«Sì lo è, ma ora per favore dimmi cosa é successo»
Hellen raccontò per la seconda volta cosa le aveva detto la ragazza mentre Draco la ascoltava sempre più cupo.
«Bhe...forse ho esagerato un po' ma...»
«No, no Hellen, lei ti ha attaccata e tu ti sei difesa sei stata molto coraggiosa, io al primo anno sarei scappato a gambe levate.»
Entrambi risero poi improvvisamente Hellen abbracciò suo padre.
«E tu come stai?»
Di nuovo Draco rimase sbalordito dalle parole della figlia, era incredibile come fosse simile a sua madre, pensava sempre prima agli altri che a se stessa e sapeva sempre di cosa avesse bisogno una persona.
Draco non rispose, si limitò a stringerla più forte.
«Mi dispiace signor Malfoy, ma ora devo chiederle di andare, deve riposare un po'.»
Ormai era sera, Draco era stato con lei quasi tutto il giorno.
«Dirò alla professoressa Mc.Gonagall di fare un discorso per...»
«Non ci provare! Imparerò a difendermi, non ti preoccupare.
Salutami nonna Cissy.»
Draco le sorrise ancora, poi le stampò un bacio sulla fronte, salutò l'infermiera e uscì dall'infermeria, lasciando la sua bambina, più preoccupato che mai, ma fiducioso in lei e nel suo coraggio da vera Grifondoro.

Baby MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora