CAPITOLO 23

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Horestley le lanciò uno sguardo di odio.
«Che diavolo vuoi Malfoy?» scandì ogni parola con una calma snervante fissando Hellen negli occhi.
«Non farlo mai più, hai capito? Non provarci più!» Hellen gli puntava un dito contro e, arrabbiata com'era, sembrava molto più grande di quel che era, non sapeva neanche lei da dove avesse tirato fuori il coraggio di urlare contro a un ragazzo più grande, di serpeverde e, come se non bastasse, figlio del ministro della magia.
Nello scompartimento era calato un silenzio di tomba.
«Cosa le hai fatto Horestley? Cosa...»
Eddie fu interrotto da Horestley che si alzò in piedi e gli si avvicinò pericolosamente.
«Io non ho fatto proprio niente Belman, e tieni a bada i tuoi marmocchietti del primo anno!»
Hellen stava per esplodere, la mano destra le corse automaticamente alla tasca dei jeans dove teneva la bacchetta, ma cercò di contenere la rabbia e si rivolse a Eddie con un tono più calmo.
«Ha cercato di leggermi la mente! L'ho sentito!»
Un'ombra di preoccupazione attraversò gli occhi di Horestley.
«Co-cosa? Tu...Hellen sei...sei sicura?»
«Certo che sono sicu...non mi toccare!» Horestley le aveva poggiato una mano sulla spalla e lei si era ritratta bruscamente.
«Voglio solo parlare con te, Malfoy» disse in tono tranquillo.
«E chi ti dice che io voglio parlare con te?» esclamò Hellen incrociando le braccia.
«Non ho voglia di tirare fuori la bacchetta, quindi muovi il culo»
Hellen lo fulminò con lo sguardo, ma poi lo seguì nel corridoio fuori dallo scompartimento.
«Cosa vuoi?» chiese, non si sentiva più così coraggiosa senza gli altri ragazzi.
«Come hai fatto? Come hai fatto a sentirlo? Sei un'occlumante?» Horestley si era abbassato per guardarla negli occhi, stava ancora tentando di penetrare la sua mente, il chè irritava Hellen.
«Può essere. La vuoi smettere? Ti ho già detto di non farlo!»
Il ragazzo scosse la il capo leggermente e distolse lo sguardo.
«Perché vuoi entrare? Cosa credi di trovare nella mia mente Horestley?»
«Come sai il mio nome?»
«Potrei farti la stessa domanda»
Lui aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse e le lanciò un'occhiataccia.
«Sai tutto vero?»
Hellen fu sorpresa, non tanto dalla domanda, ma dal tono di voce con cui la pronunciò, non era arrabbiato o minaccioso, era amichevole e rassegnato.
«Cosa intendi dire?»
«Sai che ho letto la mente di tuo padre»
«Sì, lo so»
«E che ho passato le informazioni a mia madre»
«Sì»
«E che è per colpa mia se è stato torturato e quasi ucciso»
«Sì»
«Ma non sai che ho salvato la vita al tuo amichetto»
«So anche questo» Horestley parve sorpreso.
«E sai anche che non ho mai voluto fare quello che ho fatto? E che mia madre mi ha minacciato? E che...»
«Credo di averlo capito, tu non sei cattivo...voglio dire, se fossi cattivo probabilmente a quest'ora non sarei più in grado di parlare»
«Giusto»
Hellen gli tese la mano, e per un attimo fu sorpresa del suo stesso gesto.
«Tregua?»
Il ragazzo la osservò accigliato e, anzi che stringerle la mano, si grattò la fronte.
«Tregua...nel senso che siamo...amici?»
«Bhe...non proprio amici ma una cosa del genere» replicò Hellen chinando il capo di lato.
Il ragazzo annuì e le strinse la mano, ma ci fu un improvviso lampo di luce e lui ritirò la sua come se si fosse scottato, qualcuno lo sollevò dal colletto della divisa di Hogwarts e lo sbattè contro la parete del corridoio.
«Cosa stai facendo Horestley! Hellen cosa ti ha fatto?» urlò Eddie puntandogli la bacchetta in faccia.
«N-no! Eddie, non mi ha fatto niente! Lascialo andare! Lascialo!» Hellen era appesa al braccio di Eddie, che stava quasi strangolando il serpaverde, e cercava di smuoverlo, ma il prefetto Grifondoro era ben piazzato: non era molto alto, ma era un fisico da battitore e per una ragazzina del primo anno come Helln era impossibile spostarlo di un solo centimetro.
«Sicura?» chiese Eddie senza dar segno di lasciar andare il povero ragazzo che, da pallido che era, stava diventando sempre più violaceo.
«Sì, Eddie! Lascialo andare! Lo stai soffocando!» il prefetto si voltò verso il serpeverde che boccheggiava sotto la pressione della sua mano, e fece una strana smorfia, come se si fosse scordato che lui fosse lì, lo lasciò andare e il ragazzo si accasciò a terra, sbiancando a vista d'occhio, e iniziò a prendere grandi boccate d'aria tenendosi la gola con le mani.
Il grande trambusto attirò la curiosità degli studenti seduti negli scompartimenti vicini, che iniziarono a riversarsi nel corridoio intorno ai tre.
«Non c'è niente da guardare! Via! Via!» Eddie agitò una mano in aria facendo cenno agli altri di andrsene, poi diede una pacca sulla spalla di Horestley e tornò nel suo scomparto lanciando un' occhiata a Hellen che era accovacciata accanto a lui e continuava a ripetere "mi dispiace".
Quando il treno si fermò Hellen era tornata nello scompartimento, Horestley invece aveva preferito trovarne un altro.
Tutti i brutti ricordi di quel viaggio sfumarono in un secondo dalla mente di Hellen quando dal finestrino scorse l'enorme figura di Hagrid che la salutava con una mano.

Baby MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora