CAPITOLO 3

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Draco sorrise ancora di più, poi lasciò Hellen a Hermione e sussurrò:
«Scusate.»
Salì le scale velocemente e si chiuse nel bagno, si appoggiò con le mani al lavandino e si guardo nello specchio.
Le occhiaie erano sparite,in quegli ultimi anni aveva cercato di non pensare più a come Hellen gli fosse morta tra la braccia, senza nemmeno accorgersene si ritrovò a singhiozzare.
Quella sutuazione gli ricordava quando al sesto anno si era rifugiato nel bagno di Mirtilla Malcontenta con una vera e propria crisi isterica, e proprio come allora Harry entrò alle sue spalle, ma questa volta non lo attaccò.
Harry gli posò una mano sulla spalla e lo guardò dallo specchio con aria comprensiva.
Sapeva come si sentiva, Hellen era riuscita a farli affezionare tutti, era così gentile, disponibile e spiritosa che non si poteva rimanere arrabbiati con lei nemmeno volendo.
Nonostante anche Harry fosse stato colpito in pieno dalle parole della piccola Hellen, non si era lasciato abbattere, mentre Draco, che un tempo era quello dal cuore di ghiaccio, non era riuscito a mascherare la frustrazione.
Si sentiva in colpa, si ricordava bene la promessa che aveva fatto a Hellen, ma non poteva non sentirsi responsabile della sua morte, se solo non si fosse fatto ingannare da quella bellissima bambola, se fosse stato solo un po' più svelto, un po' meno ingenuo, forse sarebbe riuscito a impedire tutto ciò.
«Non si può tornare indietro, Draco.»
Mormorò Harry che ora lo guardava con le braccia lungo i fianchi, sinceramente dispiaciuto per lui.
Draco chiuse gli occhi e respirò profondamente.
Poi si girò e uscì dal bagno senza dire niente, scese le scale e fu accolto dalle risate vivaci di Hellen che cercava di acchiappare le farfalle di carta che uscivano dalla sua nuova bacchetta.
Una nuova ondata di malinconia pervase Draco.
Era impressionante quanto le somigliava, i capelli rossi e lunghi, le lentiggini sulle guance e il sorriso brillante erano esattamente gli stessi di Hellen, aveva preso solo una cosa da Draco: gli occhi, quegli occhi di ghiaccio, limpidi e quasi trasparenti erano l'unico particolare che la differenziava da sua madre.
«Ci vediamo Draco.»
Lo salutò Ron con una pacca sulla spalla.
Harry e Ginny se ne andarono un paio d'ore dopo, Hellen aveva insistito perchè la zia le stesse accanto fino a che non si fosse addormentata.
Quando la casa fu vuota Narcissa gli  rivolse uno sguardo comprensivo, ma Draco si irritò ancora di più, lei non avrebbe mai potuto comprendere come si sentiva, non era mai stata realmente innamorata di Lucius.
«Mamma, vai a letto per favore, finisco io qua.»
Narcissa sparì al piano superiore senza fiatare, e finalmente rimase completamente solo.
Ma molto presto scoprì che nel silenzio assoluto della casa i suoi pensieri sembravano amplificati così si ritrovò a rifugiarsi nella sua camera per cercare disperatamente di prendere sonno, anche se quella sera sembrava un'impresa impossibile.

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