CAPITOLO 22

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Entro poche ore sarebbe stato Natale, Hellen non vedeva l'ora.
Dopo un'intera giornata di occlumanzia i tre amici erano stremati, ma niente gli fece perdere l'eccitazione per quella festa speciale, subito dopo cena corsero a letto senza farsi pregare, e stanchi com'erano, non impiegarono molto tempo a sprofondare nel sonno.
Hellen si svegliò con la bianca luce invernale che le solleticava il viso, si stiracchiò e scivolò fuori dalle coperte, Draco e Narcissa non c'erano, si erano già svegliati e Hellen riusciva a sentire il rumore di piatti e forchette mentre preparavano la colazione.
Si guardò allo specchio e si sistemò meglio che potè la chioma di capelli rossi, attraverso lo specchio riuscì ad intravedere la finestra alle sue spalle, nevicava!
Più felice che mai Hellen corse fuori dalla camera e scese le scale in fretta e furia.
«Buon Natale!» urlò entrando in scivolata nella cucina, che trovò più affollata di quanto pensasse: c'erano Harry, Ginny, Draco, Narcissa, Luna e George.
Hellen corse ad abbracciare quest'ultimo, era quello che non vedeva da più tempo, e, secondo lei, era il più simpatico della famiglia.
Salutò anche tutti gli altri e, mentre suo padre la abbracciava, notò una montagna di regali ammucchiati in un angolo del salotto accanto ad un enorme albero di Natale.
Fece un grande sorriso e corse di nuovo al piano di sopra, spalancò la porta della vecchia camera di Dudley, dove dormivano Frank, Will, James e Albus.
«Sveglia ragazzi! I regali sono pronti per essere aperti!» esclamò.
Il primo ad alzarsi dal letto felice e saltellante, nonostante fosse il più piccolo, fu Albus, poi anche gli altri tre si alzarono stiracchiandosi.
Aprirono tutti insieme i regali e fra le risate e il buon umore la mattinata passò più in fretta del previsto.
Giocarono tutti insieme al nuovo set di sparaschiocco che George aveva regalato a Hellen.
Per l'ora di pranzo arrivarono anche Molly e Arthur.
Ginny aveva insistito per cucinare, ma, visti i suoi scarsi risultati, Narcissa accorse in suo aiuto.
«Bhe sorellina...alla fine le patate le hai fatte bene» ridacchiò Ron abbuffandosi dell'ottimo tacchino arrosto che aveva cucinato Narcissa.
«Oh, Ronald non iniziare!» esclamò Molly.
«Che c'è? Stafo folo scferfando!» boffonchiò Ron con la bocca piena.
«Fred, caro, passami il succo di zucca per piacere» disse poi Molly rivolgendosi a George, nessuno sembrò notare l'errore, ma George sorrise.
«Io sono George! insomma, e dici di essere nostra madre?»
Il viso di Molly sembrò afflosciarsi, ma poi sorrise e mormorò «Scusa, caro».
Dopo questa breve situazione di disagio generale, la giornata proseguì alla grande.
Cantarono, ballarono, risero, chiaccherarono allegramente, addiritture George si mise d'accordo con i bambini e costruirono un pupazzo di neve nel bagno, per poco Ron non si congelava le chiappe.
Nel pomeriggio Draco tentò di convincere i tre amici ad allenarsi ancora con l'occlumanzia, ma non ci fu modo di smuovere Hellen.

Le vacanze volarono in un batter d'occhio, e Dicembre lasciò il posto ad un gelido Gennaio.
Quella mattina erano stati accompagnati da Ron al binario 9 e tre quarti, dato che Harry e Neville non potevano uscire di casa.
Arrivarono alla stazione in treno, era piu sicuro stare in mezzo ai babbani.
Ron salutò tutti e tre con un abbraccio e un in bocca al lupo.
I tre amici cercarono uno scompartimento vuoto, ma non trovarono tre posti vicini e, a malincuore, dovettero separarsi.
Frank e William trovarono posto accanto a un loro compagno di stanza e alcuni suoi amici di tassorosso, Hellen invece proseguì la sua ricerca.
Qualche minuto dopo trovò due posti liberi in uno scomparto occupato da alcuni studenti più grandi, fu tentata ad andare avanti e trovarne un altro, ma il baule che trascinava era pesantissimo e Edgor nella gabbia non la smetteva di agitarsi.
Prese un po' di coraggio e si fece avanti: «Posso?» domandò, cercando di risultare il più gentile e il meno a disagio possibile.
Una ragazza con i capelli castani raccolti in un'ordinata coda di cavallo, le sorrise gentilmente e la invitò ad entrare con un cenno della mano.
Non conosceva quasi nessuno dei ragazzi seduti intorno a lei, ma qualcuno lo aveva già incrociato nei corridoi di Hogwarts.
C'era un ragazzo di Corvonero che una volta l'aveva riacciuffata al volo mentre stava per entrare nel bagno dei maschi, la ragazza che le aveva sorriso non l'aveva mai vista, ma di sicuro era una Corvonero o una Tassorosso, di fianco a lei c'era Eddie, il prefetto di Grifondoro, che la salutò e le chiese ridacchiando: «Anche tu non hai trovato posto, Hellen?».
Accanto al finestrino c'era un'altra persona, Hellen non capiva se era un maschio o una femmina, aveva il capo coperto dal cappuccio del mantello che portava sulle spalle e il viso voltato verso il vetro, non aveva fatto una piega nemmeno quando il ragazzo di Corvonero cercò di aiutarla a sistemare il baule sul porta bagagli ma si inciampò nella gabbia del suo gufo e cadde addosso a Eddie. Quando finalmente riuscì nell'impresa Hellen lo ringraziò e mise a sedere con la gabbia di Edgor tra le gambe.
Una strana sensazione la colpì all'improvviso e Hellen capì subito cosa stava succedendo, si alzò di scatto e strappò via il cappuccio della persona seduta vicino al finestrino, che finalmente si voltò verso di lei.

Baby MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora