CAPITOLO 28

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Hellen era tornata a scuola il giorno seguente quell'avventura al ministero, la Mc.Granitt l'aveva accolta con un'espressione di pura preoccupazione.
Aveva cercato di tenere la cosa segreta, ma il Profeta raccontava nel dettaglio tutto l'accaduto e nel giro di poche ore tutta la scuola sapeva che cosa era successo.
Comunque Hellen cercò di sviare in tutti i modi il discorso e di ignorare gli sguardi curiosi degli altri studenti.
Ne aveva parlato approfonditamente solo con Frank e Will.
Aveva anche incontrato Thom che le aveva chiesto infinitamente scusa, ma lei non era nemmeno lontanamente arrabbiata con lui, anzi al contrario, aveva cercato di aiutarla e lei gli era grata per questo.
Suo padre le vietò di andare di nuovo a Hogsmeade, ma dopo la notizia che Hermione era il nuovo ministro, cambiò idea.
Tutto filò liscio e l'inverno passò più in fretta del previsto.
Hellen e i suoi amici iniziarono a studiare seriamente in vista degli esami di fine anno, ma concentrarsi era quasi impossibile, tutto fuori da Hogwarts sembrava chiamarli e incitarli a uscire e divertirsi, non desideravano altro che correre per i prati verdi punteggiati qua e là dai fiori primaverili.
Andarono spesso a trovare Hagrid che ogni volta gli mostrava strane creature che lui trovava, a quanto pare, adorabili.
Ma il tempo passa in fretta e il giorno degli esami arrivò minaccioso a incombere sulle loro teste.
«Gli appunti di storia della magia! Qualcuno mi presti gli appunti! Hellen ti prego!» Frank sembrava impazzito, continuava a sventolare fogli per aria e a sbraitare.
«Te li avevo già dati! Ti prego dimmi che non li hai persi» Hellen terminì con sospiro, a lei mancava solo una materia da ripassare, quella che le piaceva di meno: erbologia.
Frank si fermò in mezzo alla sala comune e spalancò gli occhi.
«Accidenti!» esclamò e corse verso i dormitori maschili.
William scosse la testa silenziosamente immerso nei suoi libri.
Tutti i presenti nella sala comune erano parecchio tesi, ma nessuno quanto Frank, lui era veramente esagerato.
Due ragazzi del quinto anno stavano scommettendo su quanti G.U.F.O. avrebbe preso ognuno, una del settimo anno invece stava ripetendo un tema sui lupi mannari e un ragazzino del secondo anno stava ripetendo degli strani nomi, tra cui Hellen riconobbe gli asticelli: piccole creature simili a dei rametti che vivevano sulle piante, gliele aveva mostrate Hagrid qualche giorno prima.
Frank riemerse dai dormitori con dei fogli di pergamena in mano.
«Li ho trova...» non fece in tempo a finire la frase, si inciampò nel primo gradino e rotolò giù fino ai piedi della scala a chiocciola.
Tutta la sala si zittì improvvisamente, ma poi lui si alzò e scrollando le spalle disse: «Sto bene!».
Allora tutti scoppiarono a ridere e tornarono a fare ciò che gli interessava.
La sera, i tre amici erano stanchissimi e andarono a dormire subito dopo cena, senza fermarsi a chiaccherare con i compagni come al solito.
Hellen passò una notte tranquilla e senza sogni, l'indomani si sarebbe impegnata al massimo per ottenere dei buoni risultati.

«Tempo scaduto! Mc.Knile, lascia andare quel foglio» la professoressa Sprout, con un tocco della bacchetta aveva fatto fluttuare tutti i test verso di lei, Hellen era quasi felice di essersi tolta erbologia per prima.
La matera successiva fu pozione, poi ci furono storia della magia, incantesimi, trasfigurazione, difesa contro le arti oscure e, infine, pozioni.
L'esame che andò peggio fu proprio quest' ultimo, infatti la pozione soporifera di Hellen divenne verde acido anzi che viola, e anzi che far addormentare chi la beveva ha fatto cadere nel sonno un suo compagno che l'ha annusata.
Frank disse di essere andato male in tutto, ma sia Hellen che Will sapevano che in realtà sarebbe andata bene, Will invece preferì non dare un giudizio, per scaramanzia.
Finalmente l'anno era finito la mattina seguente sarebbe tornata a casa, Hellen non vedeva l'ora di riabbracciare suo padre e sua nonna, anche se durante quell'anno lo aveva visto più volte del previsto.
Quella mattina però, mentre preparava il baule, sapeva che Hogwarts era diventata un po' la sua casa e che le sarebbe mancata, ma sarebbe stata via solo per qualche mese e poi sarebbe tornata per passarci un altro anno in compagnia dei suoi amici.
Infilò la divisa e gli ultimi libri nel baule e lo chiuse, poi si infilò i vestiti babbani.
Era tutto pronto, mancava solo una cosa.
Corse fuori dal dormitorio, e senza badare alle persone che stavano nella sala comune, si precipitò fuori dal ritratto della donna grassa e giù per le scale fino al primo piano, dove svoltò verso l'infermeria, a quell'ora Madama Chips era nella Sala Grande insieme agli insegnanti per fare colazione, quindi nessuno avrebbe potuto disturbarla.
Entrò nell'infermeria e si richiuse la porta alle spalle.
«Mamma?» mormorò, si sentì un po' a disagio nel chiamare una persona morta, ma sapeva che lei era lì.
Dopo qualche istante una testa pallida sbucò dal pavimento e una voce debole ma con un leggero eco chiese: «Hellen? Sei tu?».
Il corpo del fantasma emerse lentamente dal pavimento, fino a galleggiarci qualche centimetro al di sopra.
Hellen sorrise e rispose timidamente di sì, anche il fantasma le sorrise e allora si lasciò andare in un lungo racconto di tutto ciò che era successo durante l'anno.
«E una settimana dopo è arrivata la notizia che Hermione era diventata Ministro!» esclamó Hellen sorridendo al ricordo.
«È fantastico, cara» sua madre l'aveva ascoltata per tutto il tempo senza interromperla.
«E...e...bhe ora devo andare, alle undici c'è il treno per Londra e...mi mancherai, ciao» Hellen aveva una voglia immensa di abbracciarla, ma sapeva di non poterlo fare, quindi si voltó, stava per uscire ma una brivido ghiacciato le percorse tutto il braccio e proseguì lungo la schiena, Hellen si voltò, sua madre era subito dietro di lei e aveva ancora la mano, con cui l'aveva attraversata, allungata.
«Hellen, sei stata coraggiosa, sono fuera di te».
Hellen sorrise e se ne andó, sarebbe andato tutto bene.

Baby MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora