CAPITOLO 21

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La stanza intorno a Frank sfumò lentamemte trasformandosi in una densa foschia, quando la nebbia si dissolse la scena era cambiata e non impiegò molto a capire dove si trovava, era nascosto dietro alla porta della camera da letto dei suoi genitori.
Il corridoio era immerso nella penombra, ma lui lo conosceva come le sue tasche, riusciva quasi a vedere i tre quadri rappresentanti tre diverse azioni di quidditch, i piccoli stendardi di corvonero e grifondoro appesi al muro, la sua vecchia scopa giocattolo vicino alla scopa di suo padre poggiati in un angolo, il vaso con le centinaia di piccole bacche che anzi che essere attratti verso il basso  galleggiavano in aria trattenute solo da dei sottili steli.
Dentro la camera dei suoi genitori qualcuno stava urlando, una voce maschile, non quella di suo padre, quella di suo nonno, Xenophilius.
«Hai sposato quel buono a nulla! E ci hai anche fatto un figlio! Dovresti vergognarti!»
«Non mi importa niente di quello che pensi di mio marito papà, non rinuncerò alla mia famiglia, con la tua approvazione o senza» disse Luna con una calma incredibile.
Il rumore di uno schiaffo risuonò in tutto il corridoio e fece trasalire Frank.
«Vattene. Vattene per favore» la voce di Luna continuava ad essere calma, ma subito dopo il sonoro crack della smaterializzazione di Xenophilius, scoppiò a piangere disperata, Frank sospirò e il corridoio di casa sua sfumò e mutò, era da Madame Malkin, la porta si aprì facendo suonare il campanello e una ragazzina dai capelli rossi e gli occhi color del ghiaccio entrò seguita da due donne, la prima aveva i capelli rossi come i suoi e Frank pensò che fosse sua mamma, la seconda aveva lunghi capelli ricci e castani.
La ragazzina si avvicinò e lui sorrise, il suo cuore batteva più forte del previsto.
«Piacere, Io mi chiamo Frank Paciock, tu sei?».
L'immagine cambiò ancora e lui si trovava rannocchiato in angolino, cercando di ripararsi il viso con le braccia anche se era totalmente inutile.
«So che sei suo amico! Piccolo schifoso traditore del tuo sangue» il serpeverde teneva la bacchetta puntata contro Frank che lo pregava di lasciarlo andare.
«Crucio!»
Frank iniziò a contorcersi sul pavimento ma un la bacchetta del serpeverde volò via all'improvviso, dietro di lui c'era un altro serpeverde, Horestley.
La mente di Frank tornò nel salotto e scoprì di essere caduto sulle ginocchia.
«Frank...tutto bene?» gli domandò Draco accovacciandosi accanto a lui.
«Non lo dica a nessuno signor Malfoy, la prego» sussurrò il ragazzino in modo che solo Draco potesse sentirlo.
Draco annuì, ma non capiva bene a cosa si riferisse, se al fatto che suo nonno non lo voleva, che provava una simpatia "particolare" nei confronti di Hellen, che era stato torturato solo perchè era amico di Will, un nato babbano, e salvato proprio da Horestley oppure voleva tenere nascoste tutte e tre? Probabilmente l'ultima opsione, ma Draco non potè fare a meno di fargli qualche domanda su Horestley.
«Tu lo conoscevi? E non mi hai detto niente?» esclamò Hellen con le mani poggiate ai fianchi.
«Sei stato torturato a causa mia» quella che uscì flebilmente dalle labbra di William non era una domanda,ma un'affermazione.
«Non dire sciocchezze Will! Sono solo degli idioti, tu non c'entri niente!»
«Ma se ti ha salvato perchè cel'hai tanto con lui?» chiese Hellen.
«Mi ha salvato solo per non finire nei guai, solo per sua convenienza»
«Ma tu non lo puoi sapere con certezza» Draco lo osservava attentamente, se lo aveva aiutato non poteva poi essere così cattivo, forse Hellen lo aveva scoperto a piangere perchè non voleva fare quello che gli stavano chiedendo di fare? Cioè, forse, cercare informazioni leggendo la mente di Hellen.
«Sì...lo so ma...ma...è un serpeverde! I serpeverde non sono...oh...mi scusi»
Draci sorrise, Frank si era scordato che anche lui era un serpeverde, ma non poteva biasimarlo, non era esattamente lo studente modello a scuola...

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