CAPITOLO 18

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La lettera era chiara:
"Vai subito nell'ufficio della prof.ssa Mc.Granitt (Gargoyle di pietra, secondo piano), porta Frank con te, non dire niente a nessuno.
Ginny.
P.s. Albus Silente"
Hellen passò la lettera a Frank e Will, quest'ultimo lesse tutta la lettera tre volte, sperando che da un momento all'altro comparisse anche il suo nome, ma ovviamente non cambiò nulla, lui era tagliato fuori.
«Forza allora, andate!»
Esclamò cercando di non far trasparire la delusione, ma Hellen avvertì la punta di amarezza in quell'incoraggiamento.
«Will...mi dispiace, ti aggiorneremo d'accordo? E faremo in modo che a Natale tu sia con noi»
Il ragazzino sorrise un po' rincuorato e salutò gli amici.
Hellen e Frank salirono le scale più velocemente di una Firebolt 18 e si fermarono solo quando trovarono l'enorme Gargoyle di pietra che sorvegliava l'ingresso per l'ufficio della preside.
«Ehm...possiamo entrare?» mormorò Hellen, speranzosa.
«La parola d'ordine» ruggì il Gargoyle facendo sobbalzare i due ragazzini.
«Ma non la sappiamo!» si lamentò la ragazzina aprendo le braccia scocciata.
«Albus Silente!» esclamò Frank trionfante.
Il Gargoyle scivolò di lato e la parete di pietra alle sue spalle si aprì mostrando una scala a chiocciola di pietra che saliva lentamente verso l'alto come una scala mobile.
Hellen lanciò uno sguardo stupito a Frank e insieme salirono sulla scala, la parete si richiuse rumorosamente alle loro spalle facendoli sobbalzare.
La scala continuò a slaire per diversi minuti che a loro sembrarono interminabili, infine si fermò davanti alla lucente porta di legno dell'ufficio della preside, bussarono e la porta si aprì da sola, senza fare rumore.
La Mc.Granitt li aspettava dritta davanti alla scrivania con un vecchio specchio in mano.
«Buongiorno, professoressa» dissero i due amici all'unisono.
«Buongiorno ragazzi, presto venite qui»
«È successo qualcosa?» domandò Hellen preoccupata, era sicura che qualcosa non andasse, e se l'interrogatorio fosse andato male? E se in quel momento stessero facendo del male a Draco?
«No...no niente, ma ora, quando vi darò il segnale dovete toccare questo specchio, sono stata chiara?»
«Sì signora, chiarissima»
«Allora state pronti, tre...due...uno...ora!»
Lo specchio si illuminò di una strana luce azzurrina e i due ragazzini scomparvero dall'ufficio della preside.
Atterrarono bruscamente sulla schiena sotto gli occhi di una decina di persone: c'erano Ron, Hermione, Ginny, Hugo, Rose, Albus, James, lily, George, Narcissa e una donna bionda con gli occhi azzurri dall'aria sognante, ma di Draco nessuna traccia.
Hellen balzò in piedi e si guardò intorno, salutò tutti, ancora confusa da ciò che era appena successo.
Frank corse ad abbracciare la donna bionda che, Hellen scoprì poco dopo, era sua madre, Luna.
«Dov'è papà?» chiese Hellen a Narcissa.
«Arriverà tra poco» rispose la nonna, ma la preoccupazione nella sua voce era evidente.
Hellen raccontò di quello che aveva letto e del ragazzo Horestley, ovviamente omettendo di essersi intrufolata di notte nel reparto proibito della biblioteca.
«Non credo che quel ragazzino centri qualcosa, ci sono tantissimi Horestley nel mondo, e poi...pensa a Draco e Narcissa, hanno dei cognomi molto conosciuti per cose poco belle, ma non sono persone cattive» disse Hermione quando Hellen finì il suo racconto.
«E zio Harry?» Ginny si schiarì la voce rumorosamente e Albus rispose: «Arriverà tra poco, vero mamma?»
«Sì, caro».
Passarono diverse ore, e arrivò l'ora di cena.
La tensione era palpabile e tutti stavano in silenzio, la maggior parte del cibo che Narcissa e Hermione avevano preparato era rimasta nei piatti.
Un sonoro crack fece sobbalzare tutti, si guardarono uno per uno aspettando di sentire qualche altro rumore.
La porta si aprì e si richiuse con uno scatto.
«Sono loro?» mormorò Ginny stringendo Lily a se.
«Non lo so...» Hermione teneva la bacchetta puntata verso l'ingresso del salotto.

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