Era giovedì mattina, il cielo era ricoperto di nuvole bianche che preannunciavano una nevicata.
La debole luce argentea entrava dalle alte finestre della sala grande illuminando i volti assonnati degli studenti intenti a mangiare la colazione.
La Sala Grande non era mai stata così silenziosa, quasi tutti mangiavano senza parlare, ma non Hellen che stava sventolando un Profeta davanti al naso di William che aveva ancora le palpebre pesanti per il sonno.
«Non mi piace...non mi piace!»
«Sì, d'accordo Hellen non ti piace...» mormorò Will cercando di toglierle il giornale dalle mani.
«Ma ora mangia» e stai zitta, avrebbe voluto aggiungere...ma sarebbe stato troppo sgarbato.
Frank intanto stava leggendo una lettera di suo padre e non aprì bicca fino a quando non si trovarono fuori dalla Sala Grande, dove nessuno poteva sebtirli.
«Mio padre dice che non è brava, ha ordinato a tutti gli Auror di uccidere sul momento i criminali che riescono a catturare, è crudele! Nessuno merita la morte»
Guardì Hellen negli occhi e lei capì che c'era dell'altro, lo incitò a parlare con un gesto della mano e lui fece un respiro profondo.
«Sta sottoponendo tutti i figli di Mangiamorte a un'interrogatorio»
«COSA? Ma...ma non è giusto! Anche...anche mio padre? Oh per Merlino! E se...e se lo rinchiudono ad Azkaban? Io non...»
«Hellen! -la interruppe Will- è solo un'interrogatorio! E tuo padre non ha niente da nascondere, andrà bene»
Hellen annuì leggermente ma dentro stava per esplodere, avrebbe voluto urlare in faccia a Will di stare zitto ma lui non sapeva quello che aveva scoperto lei la sera prima.
Aveva cercato in tutto il libro e aveva trovato una piccola parte dell'albero genealogico di Horestley, purtroppo era troppo poco recente per riportare un ragazzino, ma Merina Omelis...era sicura di aver letto quel nome.
Stava succedendo qualcosa di strano, ne era certa, ma non poteva di sicuro dire quello che aveva scoperto alla Mc.Granitt, aveva trasgredito a circa tre regole della scuola per trovare quelle informazioni.
Ma forse non doveva preoccuparsi, il giovedì Draco le mandava sempre una lettera per farle sapere cosa succedeva a casa, se anche quel giorno la lettera fosse arrivata...signuficava che era tutto a posto.
Hellen passò le ore di lezione a pensare a cosa avrebbe potuto fare se la lettera non fosse arrivata,non poteva scappare...non aveva un mantello dell'invisibilità come Harry, poteva usare una scopa, ma avevano fatto una sola lezione di volo...e non aveva una scopa.
Anche l'ora di Storia della Magia passò senza che se ne accorgesse.
Un fastidioso peso sullo stomaco iniziò a tormentarla da quando varcò l'ingresso della Sala Grande, si misero a sedere al tavolo dei Grifondoro in attesa del solito fruscio che i gufi producevano sbattendo le ali tutti insieme.
Hellen rimase con il naso in sù fino ed esultò a bassa voce quando vide Edgor planare elegantemente sul tavolo davanti a lei.
Hellen prese subito la lettera e ricompensò il gufo con un mucchietto di noci.
Quando aprì la lettera però non riconobbe la scrittura di suo padre e il peso ritorno al suo posto, alla bocca del suo stomaco.
