Draco tirò un pugno alla parete e si avventò contro la porta, ma Harry lo fermò, non poteva andarsene in giro per il ministero senza rischiare di essere attaccato.
Harry gli passò il mantello dell'invisibilità che aveva portato con sè per sicurezza, e, infatti, era risultato utile.
Draco lo prese e boffonchiò un "grazie" prima di sparirci sotto e fiondarsi fuori dalla porta.
Harry si rivolse a Kreacher che era rimasto lì per tutto il tempo.
«Kreacher, ho bisogni di un po' di pozione polisucco, a Hogwarts ne troverai di certo, e...di capelli, capelli di babbani, uno per ciascuno di noi, hai capito?»
«Sì, padron Harry, Kreacher ha capito» e scomparve con l'ennesimo schiocco.
Draco nel frattempo zigzagava tra i dipendenti del ministero che affollavano i corridoi, di tanto in tanto urtava qualcuno che iniziava a guardarsi intorno con aria stordita.
Gli parve più volte di vedere qualcuno che si guardava attorno con circospizione, come se nascondesse qualcosa.
Non ne capì il motivo fino a quando non lo vide con i suoi occhi.
Hellen era in mezzo ad un corridoio circondata di persone, se non avesse saputo le sue intenzioni Draco avrebbe provato pena per lei come tutti gli altri.
«Vi prego ascoltatemi!» stava esclamando in mezzo alla folla, il viso ricoperto di lacrime «È cattiva! Mi ha fatta rapire solo perchè vuole incastrare mio padre! Vuole tenermi qua come un ostaggio! Oh paura, vi prego! Aiutatemi!».
Le persone intorno a lei scuotevano il capo indignati o annuivano con convinzione pronti ad agire, sembrava che tutti pendessero dalle sue labbra, era riuscita a convincere quelle persone a ribellarsi contro il nuovo ministro.
La rabbia di Draco svanì quasi del tutto, e si sentì orgoglioso di sua figlia, era un'attrice niente male!
Nel frattempo gruppi di persone si allontanavano da Hellen con aria decisa e, confabulando tra loro, si indirizzavano verso l'ascensore che portava ai diversi piani dell'edificio sotterraneo.
Hellen, quando la massa di persone intorno a lei sciamò, venne affiancata da sei sconosciuti, uno di loro, alto e muscoloso con una massa di capelli ricci, le poggiò una mano sulla spalla.
«Sono io, Harry» mormorò chinandosi alla sua altezza «Quando troveremo Draco, tu prendi il mantello e nasconditi, hai capito?» le lanciò uno sguardo severo, sapeva già che avrebbe tentato di convincerlo ad aiutarli.
Hellen stava per controbattere, ma il nuovo aspetto di suo zio la intimidì e annuì obbidiente.
Draco osservò per un attimo i nuovi arrivati e si avvicinò per sentire meglio cosa dicevano, affiancò una ragazza non molto alta e con dei lunghi capelli neri.
Lei si guardò intorno e allungò una mano verso di lui, Draco fece un balzo indietro per non farsi toccare e la ragazza mormorò: «Draco?».
Lui, capendo di chi si trattava, si sfilò il mantello dell'invisibilità.
«Eccoti, dallo a Hellen e bevi questa»
l'uomo con i capelli ricci, che Draco riconobbe come Harry, gli passò una fiala contenente un liquido di un limpido colore azzurro.
Draco trattenne il respiro e lo ingurgitò tutto in un sorso.
Sentì ogni nervo del corpo formicolare, poi iniziò a gonfiare come un pallone e infine si sentì strizzare come uno straccio.
Un leggero formicolio continuò a solleticarlo anche quando fu trasformato in un ragazzino di non più di 17 anni.
Hellen si buttò il mantello sopra la testa e osservò i sette unirsi ad un gruppo di dipendenti, che si stava avviando all'ascensore, da dietro la statua d'oro di una strega.
Draco dubitava seriamente che Hellen sarebbe rimasta nascosta a lungo, ma non poteva fare altro che fidarsi di lei e sperare che non si cacciasse nei guai.
Entrarono nell'ascensore schiacciandosi uno contro l'altro per starci tutti.
Hellen si era già stufata di stare lì ad aspettare, su era seduta dietro la statua ripromettendosi di non muoversi, ma proprio non ci riusciva.
Si alzò e si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno, poi sgattaiolò fuori dal suo nascondiglio e si avviò nella direzione opposta a quella in cui era andato Draco.
Il ministro, Merina Omelis, era seduta nel suo ufficio, ignara di ciò che stava accadendo all'interno del ministero.
Stava controllando alcune scartoffie con noncuranza, ormai il lavoro di ministro era alquanto senplice, dal momento che i maggiori impedimenti erano stati provocati da Voldemort e i suoi seguaci.
Sentì uni strano brusio fuori dalla porta, magicamente bloccata, del suo ufficio.
Era strano, da quando lei era a capo del ministero vigevano ordine e silenzio.
Si alzò tranquillamente dalla sua sedia imbottita di velluto e si avvicinò alla porta.
Poggiò la mano sulla maniglia che riconoscendo il suo tocco si sbloccò immediatamente, quando la spalancò tutta la sua calma svanì in un istante.
Tutto il ministero stava protestando contro di lei, le persone si riversavano nei corridoi urlando e facendo apparire scritte con la bacchetta, al centro un uomo stava sparando scintille colorate e xantava una strana canzone, soffocata dalle urla degli altri.
La Omelis, irata faino alla follia, estrasse la bacchetta e la puntò contro la folla di persone che indietreggiò.
Stava per pronunciare l'incantesimo, ma una decina di Auror le furono addosso e la immobilizzarono.
Hellen si era fatta spazio in mezzo alla marea di persone e tra spintoni e gomitate era spuntata esattamente davanti al ministro.
Neanche lei riusciva a spiegarsi come fosse arrivata lì, ma la scena che aveva davanti agli occhi, al tempo stesso divertente ed imbarazzante, le fece scibolare dalla mente quel piccolo particolare.
Gli Auror portarono via il ministro, o meglio, l'ex ministro.
Hellen si tolse il mantello dell'invisibilità e alcune persone intorno a lei trasalirono, quasi immediatamente qualcuno le poggiò le mani sulle spalle, lei alzò lo sguardo e intercettò il volto sorridente di Hermione.
Lei la accompagnò in un altro livello del ministero, dove trovarono Draco e gli altri, l'effetto della pozione Polisucco stava svanendo e le parti visibili del loro corpo sembravano ribollire, insieme a loro c'era anche Kreacher che si avvicinò a Hellen e le sorrise timidamente.
«Ora è meglio se ci riporti a casa Kreacher, sei stato bravo, molto bravo».
L'elfo prese per mano Draco e Hellen che a loro volta si unirono agli altri e tutti insieme si smaterializzarono.
Era stata una lunga giornata.
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