Capitolo 37

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- Tesoro che ci fai in camera mia? Cosa sono tutte ste lettere?- disse lui sbigottito

- Tesoro? Credo che sia l'ora di smettere con questa falsa papà non credi? -

- Senti ho molto da fare... devo cambiare Alessio e devo preparare ancora delle carte per il lavoro....puoi uscire dalla mia stanza perfavore? -

-Te la farò pagare brutto bastardo -

- Ma come di permetti di parlare così a tuo padre...Non stai bene vai in camera tua e riposati, vuoi che chiami il medico? -

- L'unico che non sta bene in questa stanza sei tu...razza di bugiardo -

- ok ora basta mi vuoi dire cosa sta succedendo? -

- Ho scoperto tutto della mamma... tutto -

- Basta! Ti ho già detto che lei ti ha abbandonata a che non si merita neanche di essere chiamata mamma!-

- Lo vuoi capire che non fu un abbandono? Ti ho già detto che ho scoperto tutto... Non è stato un abbandono ma un furto... tu mi hai rubato da mia madre - stavo parlando con un tono così serio e preciso e freddo, neanche una lacrima, lui avrebbe dovuto capire che io non avrei più sofferto per niente, sembravo una morta spogliata dai suoi sentimenti e i morti smettono di soffrire.

- No! Basta non è vero....Non è vero....No.... stai solo mentendo...sei come lei... - continuava a rimete frasi di questo genere, aveva sgranato gli occhi e il loro color ghiaccio sembrava che aveva preso vita, stava sudando a aveva tirato un pugno al muro, le sue nocche stavano sanguinando, la vista di quel sangue mi stava dando vita, la vendetta stava facendo battere di nuovo il mio cuore

- Amore ma che succede? - urlò Jasmine entrando in camera mentre Alessio piangeva in salotto

- Oh mio dio Marco cosa è successo? -
Chiese lei a mio padre vedendo le sue ferite sulle mani

- Lei non poteva averti...no....lei era solo una puttana....lei non si meritava nulla...tu eri mia... mia....era la mia unica e fredda vendetta -
Continuava a dire mio padre

Tra le urla di mio padre, le urla di Jasmine che tentava di far tornare mio padre in sé e il pianto assordante di Alessio, io feci per cedere quando entrò Andreas che mi sorresse

- Ma che succede qui! Basta! - Urlò lui con tutta la voce che aveva dentro

Tutti smisero di urlare, anche Alessio non pianse più....mio padre torno in sé e all'improvviso si sentì di nuovo piangere il piccolo Alessio

- Jasmine vai da Alessio io penso a Giulia -

Si avvicinò piano piano a me, io ero ancora tra le braccia di Andreas per terra

- Vai via - gli disse Giulia con l'unico filo di voce che le era rimasto

La vide, occhi lucidi e disse soltanto

- Andreas prenditi cura di lei -

Mio padre uscì dalla sua stanza

- Mio Dio Giulia mi hai fatto prendere un colpo -

Mi disse Andreas, ero ancora sdraliata sulle sue braccia per terra

- Dai ti porto in camera tua -

Fece per prendermi ma lo fermai, erano le mie ultime forze

- Chiama la cameriera, mi aiuterà lei -

- Ci sono io per questo - mi disse facendomi il suo sorriso di cui ero stata sempre innamorata ma che ormai non riuscivo più a percepire, i miei occhi non reggevano più ma non dovevo abbandonarmi ora, ero la mia unica ancora di salvezza

- Devi smetterla di fare il salvatore Andreas -

Iniziai ad alzarmi piano piano ma appena mi sembrò di essermi alzata, caddi

- Attenta Giulia, perfavore detto aiutare non voglio essere nessun salvatore voglio solo aiutarti -

- Lasciami! Non toccarmi...sono stanca delle tue bugie.... siete tutti dei falsi e dei bugiardi....come hai potuto farlo Andreas....come.....io....- le mie lacrime ormai scendevano sul mio viso e non ero più capace di fermarle - io mi fidavo di te, tu e tua madre siete solo i complici di mio padre e colpevoli quanto lui- caddi di nuovo a terra, ma stavolta non provai ad alzarmi, ero seduta, avevo gli occhi appannati e non nelle mie vene scorreva solo il dolore, la vendetta l'avevo lasciata per poco da parte, Andreas mi abbracció, il dolore mischiato al profumo di Andreas di fece sembrare per qualche secondo umana.

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