Capitolo 22

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Andammo a casa,mano nella mano,senza affrontare argomenti che potevano infastidirci,in silenzio,un silenzio bellissimo.

Appena entrammo a casa feci per togliere la mia mano dalla sua,per paura che i nostri genitori potessero vederci e avere qualche dubbio,ma lui la strinse più forte ancora sorridendo,capii le sue intenzioni,lo guardai con la coda dell' occhio e lui fece lo stesso. Era arrivato quel momento,eravamo pronti,nessuno ci avrebbe più diviso. Entrammo in salotto e i nostri genitori si stavano abbracciando,mi tremavano le gambe ma sapevo che era la vosa giusta,quando i nostri genitori si accorsero della nostra presenza,si staccarono dall'abbraccio e,credo che non si sono neanche accorti che io e Andreas ci tenevamo la mano,ci aggiunsero all'abbraccio e mio dopo averci abbracciato ci disse:

"presto avrete un fratellino o una sorellina"

ci lasciammo subito la mano,il nostro coraggio e la nostra voglia di viverci era finita,la mia felicità era finita per sempre,dovevamo rassegnarci,la nostra storia non sarebbe mai durata,Andreas mi guardò con occhi pieni di lacrime come per approvare il mio pensiero,dovevamo rassegnarci.

-allora? non siete felici? presto organizzeremo il nostro matrimonio e ovviamente vogliamo che voi ci state vicini-

-certo che siamo contenti,vero Sophia?-

mi chiese Andreas con un sorriso
non ce la feci a mentire,non ne ero capace,mi misi a piangere e uscii di casa,senza guardare in faccia nessuno,non volevo più pensare a nulla,volevo solo andarmene e svegliarmi da qual incubo una volta per tutte.

Stava piovendo ma non me ne resi conto perché forse le mie lacrime erano più fredde,piene di dolore,di compassione,di odio,di rancore,di mancanze,e la pioggia non aveva nulla di tutto ciò,era semplicemente un pianto di un ciele che non stava provando tutto quello che provavo io,ma ero contenta che lui piangeva perché mi dava conforto,come per dirmi che se devo piangere lui lo fa con me,mi sembrava che il cielo mi capiva. Alzai la testa e gli sorrisi,come per ringraziarlo,non potevo credere che la solitudine portava a questo.

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