Capitolo 24

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È già mattina,ieri dopo lo scontro sono corsa in camera mia e mi sono addormentata tra i miei pensieri e le mie lacrime e all'improvviso è gia mattina,non sapevo come avrei affrontato la giornata,non sapevo come avrei affrontato mio padre,non sapevo come avrei affrontato Andreas,ma mi sono alzata e ho deciso di lasciarla correre,non avrei più pensato a come affrontare un problema,l'avrei solo vissuto,almeno per oggi.

Mi sono lavata e ho messo una camicia bianca con il colletto nero infilata in una gonna ambia nera,dei tacchi color nude,uno chignone,un trucco molto leggero ma molto raffinato e il profumo ci Chanel,ero semplicemente perfetta e mi sono resa conto che mi mancavo,infondo ero cambiata tanto da quando avevo conosciuto Andreas,non avevo più incontrato le mie amiche,non mi ero più vestita bene,non ero più andata a fare del buon shopping,non ero più andata in discoteca,non avevo più conosciuto altra gente,non ero più andata nell'azienda di mio padre,avevo perso la mia fama nella scuola,sembravo un ragazza normale e a me le ragazze normali non mi sono mai piaciute,mi ero fatta sottomettere da un ragazzo e questo non me lo potevo perdonare.

- Finalmente io - ho detto guardandomi allo specchio,ero semplicemente bellissima

ho sceso le scale con tutta la mia eleganza e ho detto
-papà io vengo con te a lavoro- glielo dissi come se non fosse successo nulla

-ehm ok tesoro,andiamo allora- mi rispose anche lui come se avesse dimenticato tutto

-ah andate già- disse Jasmine e quando mi guardò rimase a bocca aperta,la stessa reazione che tutti un tempo avevano.

-sì- rispose mio padre senza accorgersi della sua reazione.

-ah mi sono dimenticata le chiavi,saranno in camera,corro a prenderle- disse mio padre salendo le scale

-no papà le hai dimenticate a tavola- disse Andreas uscendo dalla cucina.

Si fermò e mi guardò negli occhi come per dirmi che stavo sbagliando.

Ma io non abbassai gli occhi,lo guardai dritto negli occhi come per dirgli che non mi faceva più nessun effetto,che non poteva più decidere della mia vita.

Non era una menzogna,ero una ragazza vuota dentro di me e le ragazze vuote diventano fredde,impassibili,nessuno può recuperarle,sono ragazze che hanno imparato a non provare nulla,a non avere sentimenti,a non perdersi mai.

Mi ricordai di quel cameriere che mi aveva accompagnato al mio primo giorno di scuola,le sue parole mi erono rimaste impresse nella mente e a pensarci bene quel cameriere non aveva più lavorato a casa nostra,da quando mi aveva lasciato all'entrata della scuola non l'avevo più visto,chissà che fine aveva fatto....

Mio padre scese le scale

-ah ecco dove le avevo lasciate,ora possiamo andare tesoro-

Entrammo in macchine e dopo poco chiesi a mio padre

-papà tu per caso ti ricordi di quel cameriere che mi aveva accompagnato il mio primo giorno di scuola?-

-amore ma che dici se il tuo primo giorno di scuola ti hanno accompagnato i nonni-

-no papà mi ha accompagnato un cameriere sono sicura io mi ricordo le sue parole,stava piovendo moltissimo in quei giorni e i nonni non erano riusciti a venire,sono sicura-

-eri piccola,di sicuro ti stai sbagliando-

io ero sicura che quel cameriere c'era,se era davvero un cameriere questo non lo so.

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