7.

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Ero annoiatamente appoggiata sul banco quando una pallina di carta rimbalzò sul mio banco finendo rovinosamente a terra.

Mi girai verso Sara, che mi sedeva vicino, guardandola con aria interrogativa.

Aveva un sorriso furbo stampato in faccia e fece un gesto con il mento in direzione del bigliettino finito sotto il banco.

E va bene... Messaggio ricevuto.

Mi chinai per afferrare la pallina e la aprii accuratamente.

Un non troppo ordinato stampatello maiuscolo mi chiedeva: "Allora? Qual è la tua risposta affermativa?".

Sicura in merito all'identità del mittente guardai in direzione di Jo, seduto una fila davanti a me dall'altro lato dell'aula. Appena si accorse del mio sguardo su di lui, inarcò le sopracciglia sorridendo con gli occhi.

Subito, mi voltai in direzione della cattedra, fingendo nuovo ed inedito interesse per l'algebra.

Dopo qualche minuto Sara mi pungolò un fianco con due dita. Le lanciai uno sguardo, muovendo solo di poco il capo.

Silenziosa, gli occhi spalancati e il sorrisetto furbo, sillabò: "Al-lo-ra?".

Io aggrottai la fronte, guardandola di sbieco.

Sempre la solita...

Sbuffando, feci scivolare il bigliettino, che avevo opportunamente riappallottolato, dal mio banco al suo.

Sara, velocemente, ridispiegò il bigliettino con le sue manine avide. Nel momento stesso in cui lo lesse mimò un "Oooh", e sorrise divertita puntando quei suoi occhi a fanale direttamente nei miei.

Condusse quindi il suo sguardo verso la cattedra. Poi, lentamente, lo spostò su Jo che prese ad osservare insistentemente.

Vedevo il suo volto solo in parte, dal momento che la mia compagna di banco, guardando Jo, quasi mi dava le spalle, ma riuscì a capire dal movimento dell'angolo del sopracciglio che, nel momento stesso in cui il ragazzo si girò, gli regalò una delle sue espressioni di malizioso apprezzamento. Gli fece pure un gesto con la mano roteandola su se stessa.

Jo portò una mano a coprirsi la bocca e rise silenziosamente, abbassò lo sguardo per riportando subito sulla lavagna.

Con uno scatto Sara afferrò il mio diario, che avevo posato all'angolo del banco. Lo aprì, apparentemente a caso, e iniziò a scriverci sopra concitata.

Me lo passò facendolo scivolare, ancora aperto, sul banco: "Ti sei dimenticata di raccontarmi qualcosa? =D"

Io, arresa, scossi la testa e scrissi: "Non ho intenzione di lasciare traccia scritta della nostra conversazione a riguardo. Comunque pensaci. Fai 1+1. In fondo siamo a lezione di algebra".

Non dovetti neanche passarle il diario perché, per la foga di conoscere, Sara si era in pratica gettata sul mio banco. Non mi lasciò nemmeno il tempo di terminare la mia provocazione che già aveva preso a sbuffare sonoramente.

In un lampo, mi strappo dalle mani la penna e scrisse a caratteri cubitali: "NOIOSA". Distanziando per bene le lettere fra loro.

Risi soddisfatta scuotendo la testa e le feci una linguaccia. Lei fece roteare gli occhi, scuotendo, poi, il capo.

Pensavo quasi di averla fratta franca ma non passarono più di dieci minuti che un altro bigliettino planò nuovamente sul mio banco. Sì, planò. Letteralmente. Questa volta aveva le fattezze di un aereoplanino ben congegnato.

Con la coda dell'occhio scoprii Jo stringere il pugno avvicinando il braccio piegato al busto, presumibilmente soddisfatto della riuscita della sua impresa.

La Bella Addormentata Non Si Sveglia Più [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora