Quando aprii gli occhi mi ritrovai una decina di persone ad osservarmi.
...Che sta succedendo?
«Tiratele su le gambe!».
«Ha aperto gli occhi!».
«Sta bene?».
«Prendetele acqua e zucchero!».
«Tesoro mio!», si gettò Sara su di me, «Mi hai fatto tanto preoccupare!».
«Lasciala respirare Sara!», le afferrò una spalla Jonathan, visibilmente preoccupato, tirandola indietro.
«Bravi e lei che ci fa nel bagno delle donne?», lo sgridò la voce contrariata del professore di poco distante.
«Daisy Di Dio è a terra, prof!», qualcuno difese prontamente l'accusato.
Dove sono...?
«Oh mio Dio, fatemi spazio!». Mi ritrovai il volto paonazzo del prof. Zanna ad una trentina di centimetri lontano dal mio naso, «Tutto bene Di Dio?», chiese concitato.
Risposi alla sua domanda mettendosi a ridere.
«Di Dio che cosa ci trova di divertente?».
«Professore...», dissi fra le risate, «Lei hai due nasi e quattro bocche!».
«Di Dio, ma ha bevuto?».
«Ma no, professore!», spiegò Sara al mio posto, «Non so cosa sia successo esattamente, ma Daisy era strana... ed è svenuta all'improvviso...».
Il professore, le labbra in una linea retta, spostò lo sguardo dalla mia amica a me. Aveva gli occhi accigliati, presumibilmente dalla preoccupazione, ma io, probabilmente ancora stordita, trovavo la sua espressione particolarmente divertente e faticavo a trattenermi dal ridere.
Le decine di occhi intorno a me continuavano a fissarmi attoniti, incapaci di scegliere se rimanere divertiti da quella mia reazione o se giudicare quest'ultima l'ennesima ragione di preoccupazione. Più guardavo i loro musi lunghi e più trovavo quella situazione tragicamente divertente.
«Beh, Di Dio», tagliò corto il professore, «dato il buon umore direi che si è ripresa... Se la sente di alzarsi?».
Io, ancora sdraiata e con qualcuno che mi teneva sollevate le gambe, gli domandai divertita: «Beh, prof... le pare che io abbia qualche altra possibilità di scelta? Che dobbiamo fare? Trasferire la gita in un bagno dell'autogrill?».
Non avevo ancora ben chiaro la dinamica del mio svenimento, non ricordavo bene cosa fosse successo, in ogni caso ero riuscita ad intravvedere fra una testa e l'altra alcuni elementi (come i lavandini e i fon per le mani) che mi permisero di orientarmi e decretare che, sì, mi trovavo nella toilette di una stazione di servizio.
Feci per mettermi in piedi sollevandomi con i gomiti.
«No, Di Dio!», mi sgridò repentino il prof, «Non con tutto questo impeto! Con calma... O si ritroverà di nuovo a terra», mi istruì. «E lei Bravi?!», si rivolse al ragazzo chinato affianco a me, «Che sta a guardare!? Dia un senso alla sua presenza qui, dia una mano alla signorina!».
Jonathan mi guardò e, senza farselo ripetere si avvicinò a me che, costretta dagli eventi, allacciai un braccio intorno al suo collo. Lui fece per afferrarmi da sotto le ginocchia...
«Bravi, le ho detto di aiutarla ad alzarsi, mica di prenderla in braccio come una giovane sposa!».
La puntualizzazione del professore suscito l'ilarità generale di quel pubblico involontario e arrossire il povero mal capitato.
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La Bella Addormentata Non Si Sveglia Più [COMPLETA]
Ficción General"Quand'ero piccola, ero convinta che dormire fosse come perdersi una fetta di vita. Adesso ci sono giorni in cui non vedo l'ora di potermi mettere nel letto e spegnermi. Semplicemente spegnere i miei pensieri e cessare di vivere per un po'." Daisy h...