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La sveglia suona, e il mio cuore inizia a battere come un tamburo già al primo trillo che fa. Oggi, è il giorno che ho sempre aspettato, il giorno dell'università.

Finalmente, decido di aprire gli occhi. L'ambiente in cui mi trovo non è familiare. Cerco di rielaborare ciò che è accaduto ieri. Ah.. giusto, ora sto a Charlotte con Stiles e... quell'altro ragazzo. La camera è spaziosa, le pareti sono di un rosa antico, il letto è singolo con federe bianche, il cuscino su cui poso la mia testa è morbido come una nuvola, e nella camera c'è un buonissimo odore di pancake. Le foto che ho dei miei amici, in particolare con Stiles, sono appese alle ante dell'armadio bianco e maestoso, in cui ho riposto i miei vestiti ieri.

Decido di seguire uno schema che mi ero fatta qualche settimana prima di partire per Charlotte. Per prima cosa la doccia. Scendo le scale che portano al bagno del piano inferiore. Prendo con me dei cambi. Dei jeans neri e una camicetta bianca, con delle  espadrillas bianche. Nella casa non c'è nessun rumore. Silenzio. Appena arrivo davanti alla porta del bagno, essendo sicura che non ci sia nessuno, apro la porta, ma diciamo che ciò che trovo non è proprio ciò che immaginavo di trovare.

Theo, con un asciugamano sulla vita, davanti allo specchio si sta sistemando i capelli con un gel blu, riposto su uno scaffale sopra il lavandino. Si gira subito verso di me, e mi fa un sorriso malizioso, guardandomi con dei pantaloncini corti a metà coscia, e una maglietta scollatissima Mannaggia a me! In questa casa i riscaldamenti sono alti, quindi di sera fa un caldo della madonna. Ora che vedo i suoi addominali scolpiti, ho ancora più caldo.

<Desideri?> mi chiede con un tono... strano?

<Farmi una doccia, grazie. Ma posso aspettare se vuoi.> rispondo io, sfoderando un sorriso falsissimo.

<Accomodati> risponde con nonchalance, facendo una smorfia con le labbra. Vado fino alla cabina della doccia, e aspetto che esca dal bagno, ma sembra non volersi muovere da lì. Mi schiarisco la gola, fissandolo, cercando di fargli capire che dovrebbe andarsene.

<Sul serio?> dice lui stranito, alzando un sopracciglio.

<Sì> rispondo io.

<Nessuna ragazza mi caccia mai...>  dice avvicinandosi a me.

<Allora avrò l'onore di essere la prima> rispondo acida.

<Seriamente?> mi fa con aria stupita, indietreggiando.

<Credi davvero che mi spogli davanti a te?> rispondo irritata.

<Lo fanno tutte> rimango a bocca aperta a quell'affermazione.<Prima o poi> aggiunge.

 Ma almeno ha il senso del pudore?

<Te ne vai o no?> vuole mettere a prova la mia pazienza o cosa?

<No> giuro che lo ammazzo.

<Ma fai sempre così?!> chiedo cercando di mantenere la pazienza.

<Mi sembra ovvio.> risponde saccente.

<Vattene o giuro che ti butto quel dannato gel in faccia, sto perdendo tempo>

<E va bene Malia Hale> si dirige verso la porta, ma prima che abbassa la maniglia, lo richiamo.

<Come fai ha sapere il mio cognome!?>

<Ho le mie fonti> fa un sorriso malizioso, e poi esce finalmente dal bagno. Mi sembra ovvio che quella fonte sia Stiles. Non so niente di questo ragazzo, solo il fatto che si chiami Theo, mentre a lui, Stiles gli avrà parlato sicuramente. Voglio delle risposte. Prima, però, mi faccio una doccia calda.

***

Appena esco dal bagno, vestita e pulita, vado dritta in cucina, con l'intento di mangiare qualcosa.

Theo, sta cucinando dei pancake, l'odore è invitante. Intanto Stiles, sta seduto su una sedia alta, davanti a un tavolo lungo e stretto attaccato al muro. Ammetto che questa casa è molto moderna. Mi siedo vicino a Stiles, e lui mi sorride subito.

<Buongiorno principessa! Hai dormito bene nella tua nuova casa?> mi chiede dolcemente, mantenendo il suo bellissimo sorriso.

<Sì e tu?> gli chiedo sorridendo.

<Benissimo> risponde soddisfatto.

Theo ci interrompe schiarendo la gola.

<Avete finito?> sembra infastidito.

<Certo> dice sbuffando Stiles.

<Stasera ci venite alla festa della confraternita dei beta H kappa?> chiede Theo.

<Io sì, dopotutto festeggiamo l'inizio dell'anno...> risponde Stiles.

<E tu Malia?> chiede il bastardo.

<Preferisco stare a casa> rispondo tranquillamente.

<Che noia> dice quasi schifato, Theo.

<Ti crea problemi?> chiedo irritata.

<Certo che no, dico solo che dovresti un po' muoverti, e non studiare soltanto>

<Sembra che ci tieni...> dico, decidendo di metterlo in difficoltà.

<Mi sembra ovvio che non me ne importi minimamente> risponde seccato lui.

<A me sembra il contrario> rispondo, serrando gli occhi.

<Fatto sta che tu non sai vivere> mi critica lui.

<Questa è per caso una sfida? E poi non mi conosci nemmeno!>  sembriamo così presi della conversazione, che ci siao scordati che Stiles sta in questa stanza.

<Ragazzi ora basta!> ci ferma Stiles strillando.

Nella stanza c'è silenzio. Io riprendo a bere il mio caffelatte, Theo provvede a buttare il pancake che aveva lasciato troppo sul fuoco, e che ha fatto bruciare. 

<Andiamo Stiles?> chiedo io.

<Sì, vuoi un passaggio Theo?> si offre Stiles. 

<Prendo la moto> risponde lui.

<Aspettate, che significa?> chiedo frettolosa.

<Frequento la tua stessa università, tesoro!> mi risponde con un tono beffardo e irritante.

Non rispondo nemmeno e me ne vado direttamente dritta alla macchina, indispettita.

Stiles mi raggiunge subito. Entriamo in macchina.

<Mi dici chi è? Tu gli hai raccontato tutto di me, e io non so niente di lui!> sono leggermente arrabbiata.

<Okay. Lui è mio cugino. Non ho mai parlato di lui, perché... lo hai visto com'è?! Ma i miei zii dovevano andare in America per lavoro, e non volevano lasciarlo da solo, non ha buone conoscenze e diciamo che neanche le cose che fa sono tanto buone... ho saputo che veniva a vivere da noi il giorno prima di partire. Non volevo dirtelo subito, perché avevo paura della tua reazione> rimango senza parole alla sua spiegazione. Vorrei dirgli tutto quello che mi sta passando per la testa in questo momento, ma non ce la faccio. Apro la bocca per dire qualcosa, ma la chiudo subito.  Non mi escono proprio le parole. Sto ferma, a fissarlo esterrefatta, come un ebete.

Poi, finalmente mi escono le parole.

<Ti perdono. Ma se la prossima volta non mi dici subito la verità...> lo minaccio.

<Okay, okay! Ho capito, ora andiamo  o faremo tardi>






Strange love - Malia&TheoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora