Stiles
<Eccoti!> esclama una voce femminile alle mie spalle.
Lydia.
Ma che caspio ci fa qui?!
<Sapevo di trovarti qui> dice riferendosi al bar. Si siede, davanti a me.
<Lydia cosa cazzo ci fai qui?!> chiedo arrabbiato io, cercando di non dare troppo nell'occhio.
<Dovrei farla a te la domanda! Non hai risposto a 21 fottute chiamate, sei sparito come se nulla fosse, Malia e Theo quando me lo hanno detto erano preoccupatissimi, e mi hanno detto che i tuoi genitori lo erano altrettante! Quindi, devo chiederti, cosa cazzo ci fai tu qui!> risponde infuriata.
Rimango basito dalla sua reazione. Sono nervoso, non ho dormito, ecco perché sono così irascibile.
Inizio a raccontarle tutto, quello che mi è stato detto, cosa è successo, e cosa sto facendo ora.
Lei ad un certo punto si alza decisiva, e prende la borsa.
<Cosa c'è?> chiedo io stranito.
<Andiamo a Greenville Cure House!> esclama lei.
<Non se ne parla nemmeno! Tu torni indietro! Non voglio che ti succeda niente, capito?> rispondo io.
<Io non ti lascio da solo, mi hai fatto prendere un colpo ieri, ora non voglio saperne più niente, se vuoi rischiare, rischieremo insieme!> dice lei leggermente arrabbiata. La guardo fissa per un attimo negli occhi, e poi sbuffo.
<E va bene!> dico io.
<Bene, andiamo>
Sempre così va a finire, vince sempre lei...
***
Stiles
<Mi spiace, non posso dare informazioni private dei pazienti, se non siete familiari.> ci dice in tono di scuse, la donna di colore all'entrata della casa di cura.
<Ma Stiles è suo fratello!> cerca di convincerla Lydia. La donna la fissa neutra per un secondo, come se volesse analizzarla.
<Stuart! Vieni qua!> chiama la donna, quasi come se fosse scocciata della nostra presenza.
Un uomo mingherlino, con un camice bianco, e delle cartelle in mano, si presenta dietro di lei. Abbassa gli occhiali da vista, e ci squadra da capo a piedi.
<Pel di carota dice che questo qua è il fratello di Kit Hale.> dice in modo beffardo, insultando Lydia, con un nomignolo a dir poco odioso. L'uomo scoppia a ridere.
<Ragazzi, lo sanno tutti che Kit non ha parenti, a parte i genitori, morti in un incidente, andiamo!> cerca di convincerci lui, ridendo con la donna.
<La carta di identità> mi sussurra Lydia.
<Inutile, è scritto Stilinski...> le dico io.
<E va bene!> dico io, girando e andandomene. Lydia mi segue.
<Dobbiamo dirlo a Malia.> dice lei, entrando in macchina.
<E anche a Theo> dico io, mettendola in moto, girando la chiave.
<Ovvio>
Il viaggio di ritorno è stato meno lungo, con la compagnia di Lydia, il tempo sembra velocizzarsi, il mio umore, rallegrarsi.
<Mi dispiace comunque per quello che hai scoperto> dice lei, interrompendo la musica alla radio.
<Prima o poi la verità sarebbe dovuta venire a galla. Ma non mi torna una cosa: perché i miei genitori, raccontandomi tutto questo, non hanno detto che Kit era andato in manicomio? Non capisco.... o almeno lo sanno?>
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Strange love - Malia&Theo
FanfictionConvivere con il proprio nemico, non è l'ideale. Malia e Theo si odiano. Fin da quando Malia ha capito di dover convivere con lui per tutto il periodo universitario, ha afferrato il concetto che non sarebbe mai nato qualcosa tra di loro. Ma si sa ch...