18: Gentilezza

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La sveglia trilla insistentemente costringendomi a gettarla a terra per zittirla.

Non so nemmeno perché sia attiva, dato che tecnicamente oggi non dovrei andare a scuola.

È una mia impressione o c'è più spazio in questo letto?

Non sbaglio, difatti il corpo di Levi non c'è più, e un brivido mi percorre la schiena.
Abbiamo per caso dormito assieme?

Sento la porta aprirsi piano, e il viso di mia zia fa capolino dalla porta, forse pensava dormissi ancora.

-Eren?- mi chiama.
Non ho le forze per rispondere, quindi lascio che si avvicini.

Quando mi vede sobbalza, e si inginocchia, prendendomi il viso fra le mani.

-Tesoro, cosa diavolo è successo? Chi ti ha ridotto così?-

La sua espressione preoccupata mi fece intendere che ancora non sapeva niente. Ringraziai Levi, e decisi di mentire sull' accaduto.

-Nulla, uhm.. Sono solo caduto dalle scale mentre uscivo da scuola.- dico insicuro.

Noto dalla sua espressione torva che non sembra esserci cascata completamente.

Tira un sospiro, a metà fra la delusione e il sollievo.

-Stai bene? Ti serve qualcosa?-

Potrò sembrare un egoista ma adoro quando le persone si preoccupano per me, e di conseguenza, si prendono cura di me.

Annuisco, ammettendo di avere fame.

In realtà dovrei anche andare in bagno, ma è troppo imbarazzante per dirlo a mia zia, perciò ci penso da solo.

Quando la donna scende in cucina per prepararmi la colazione, sguscio fuori dal letto, rischiando di inciampare e reprimendo un urlo di dolore, zoppicando verso l'armadio per tirare fuori una maglietta a caso e raggiungere la porta del bagno.

La apro, accertandomi che non ci sia nessuno all'interno, e mi ci fiondo dentro.

Appena finito di fare pipì, esco dal bagno e mi infilo nuovamente sotto le coperte.

Pochi attimi dopo, qualcuno bussa alla porta, e la apre subito dopo.

Mi aspetto di vedere mia zia, e invece lo sguardo che incontro è ghiacciato.

-L-Levi?- balbetto.

-Eren..- sembra perdersi un attimo, e la sua espressione si addolcisce di poco, ma torna quasi subito dura e fredda.

-Tua zia mi ha mandato per vedere come sei ridotto.-

Si avvicina con le mani a mezz'aria intento a spogliarmi, e in fretta mi cingo il corpo nascondendomi con le braccia.

-N-no.. P-può venire anche lei...- balbetto imbarrazzato.

Scommetto di essere arrossito tantissimo, e a confermarmelo è il ghigno di Levi.

-Non è un caso che abbia mandato me. Mio padre è a lavoro e sono l'unico maschio in questa casa, perciò sta a me spogliarti e vedere in che condizioni sei.- dice duramente.

Mi arrendo e allento la presa sul mio corpo.

Mi lascio sfilare la maglia, e sento lo sguardo di Levi bruciarmi il petto.

Tengo gli occhi chiusi, sono paonazzo in volto, ci scommetto qualsiasi cosa.

-Eren, adesso puoi anche aprire gli occhi.- mi dice accennando una risata.

Apro un occhio incerto, seguito dall'altro.

Sono a petto nudo, mentre Levi è di spalle.
Mi rimetto in fretta la maglietta pescata prima e mi siedo sul letto.

-Grazie, Levi..- sussurro dopo un attimo di silenzio.

-Mh?- sembra essere sorpreso. -di cosa, Eren?- pressa sul mio nome, facendomi battere forte il cuore.

-Per ieri..- dico imbarrazzato, spostando lo sguardo da un angolo all'altro della stanza.

-Non preoccuparti. Siamo familiari in fondo.- disse calmo, prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciarmi da solo coi miei pensieri.

È arrivata l'ispirazione, rido.

Grazie mille per il supporto ragazze, e per i dolcissimi commenti che avete lasciato ❤

Do you remember me?→EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora