21: Ricordi. (1)

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ATTENZIONE:

Leggete tutti, vi prego.

Ho pubblicato un concorso inerente alla storia, chiunque può parteciparvi, trovate ogni cosa nel regolamento del concorso, che troverete nel mio profilo. Grazie.
Buona lettura! :)

Levi's POV

-Era... Mio amico.- dico in un sospiro.
Sento il respiro di Eren mozzarsi, e il suo caldo corpo irrigidirsi di colpo.
Una lacrima mi riga la guancia, lavando via quel poco di trucco che è rimasto che compone la mia maschera giornaliera.

Non mi sono mai aperto in questo modo, non mi sono mai fatto consolare né fatto vedere debole da nessuno, e allora perché con Eren devo cambiare i sacrifici di una vita?

Ho lavorato duramente in tutti questi anni per riuscire a reprimere qualsiasi mia emozione, e adesso un ragazzino poco più piccolo di me riesce a mandare letteralmente a puttane questo mio modo di essere?

È possibile che uno come Eren riesca a cambiarmi in così poco tempo e pretendere di entrare nella mia vita come se niente fosse manipolando a proprio piacere le mie azioni, facendomi rivelare cose di me che non ho mai ammesso neanche a me stesso?

Potrebbe sembrare strano tutto ciò, eppure adesso sono qui, fra le sue braccia, mentre il calore del suo corpo e il battito costante del cuore mi portano in uno stato di trance da cui sarà arduo uscire.

Flashback.

11 anni

"P-per favore, lasciami stare, R-rick!" strillo in preda al panico, cercando di darmi forza stringendo i pugni, per non cedere ed abbattermi come un fallito senza nemmeno provare a lottare ed alzarmi.

"Dai Levi, scappa dalla mammina a piangere. Oh giusto, non ce l'hai più." Scoppiò a ridere, seguito da Finnian e Gilbert.

Rick era il classico bimbo ritardato che si burlava dei ragazzini più piccoli costringendoli a fare piaceri per lui all'insaputa dei professori a scuola, e degli adulti fuori da quelle quattro mura.

Ovviamente, senza i suoi coniglietti che lo seguivano ovunque e lo appoggiavano nella ragione o nel torto, non sarebbe stato capace nemmeno di dimostrare un briciolo della sua spavalderia.

Un fallito, ecco cos'era.

Rick alzò la mano chiusa a pugno, pronto per colpirmi.

Chiusi gli occhi in attesa di ricevere l'ennesimo colpo, e dato che non accadde niente ne aprii timidamente uno.

Dallo stupore mi lasciai sfuggire un gemito strozzato.

Un ragazzo, probabilmente più grande di me, aveva bloccato il pugno di Rick a mezz'aria, stretto stretto fra la sua mano.

Non riuscii a vederlo bene in volto, poiché i capelli dorati ne ricoprivano gran parte, ma scorsi un sorrisino sul suo volto roseo.
Il sole illuminava quella scena, come se lui fosse il mio angelo.

Negli occhi di Rick vidi crescere la paura.

Il mio salvatore era arrivato, e da quel giorno Rick non mi perseguitò mai più.

14 anni

"Ma buongiorno Levi!"

Girandomi, mi trovai faccia a faccia con il mio migliore amico, che aveva come suo solito un sorriso sghembo stampato in faccia.
I capelli erano sempre i soliti, lasciati in disordine ad incorniciargli il viso.

"Ciao, quando ti deciderai a tagliarti questi maledetti capelli?" Accennai un sorriso mentre imboccammo un corridoio che ci avrebbe portato in due ale della scuola differenti.

Prima di salutarci, mi ricordò il nostro appuntamento per il pomeriggio. Da qualche anno a questa parte, ha iniziato ad allenarmi alla boxe, da quando gli è venuta la stramba idea di usare il suo scantinato come palestra, e da quel momento ogni pomeriggio ci ritroviamo a casa sua.

Il mio migliore amico, se così potevo definirlo, avrebbe fatto tutto per me: difatti, mi ha seguito fin qui dal Giappone solo per tenermi d'occhio, dopo il vecchio fatto accaduto in prima media. Anche per questo ha voluto insegnarmi l'autodifesa, così, in un momento nel quale lui sarebbe stato assente, avrei saputo difendermi da solo, da qualsiasi cosa.

15 anni.

"Così, Levi! Non fermarti! Destro! Sinistro!" Urlava il biondo poco distante da me, mentre eseguivo velocemente i suoi comandi e mi sfogavo sul borsone da boxe.

Mi fermai d'un tratto, sentendo una superficie lacerarsi.

Abbassai lo sguardo sui miei guantoni da boxe e notai che si erano strappati in vicinanza delle nocche.

Il biondo, infastidito da questo improvviso blocco, si avvicinò a passo svelto per vedere il motivo di questo breve attimo di pausa.

"Mh? Ah. Uhm, dovremo comprarne altri." Constatò lui, facendomi scoppiare a ridere dalla sua ovvietà.

16 anni.

"Cazzo, amico, sei messo male." Borbottai, mentre cercavo le chiavi dentro le tasche della sua giacca da giocatore di baseball.

"Dove cazzo sono le chiavi?" Sbottai.

Il mio amico, aggrappato a me, era semicosciente. Si era beccato una sbornia di quelle che ti ritrovi il giorno dopo senza nemmeno ricordare chi sei, e il tuo primo pensiero è "cazzo, devo vomitare."

Appena trovate, le infilai velocemente nella serratura, rischiando di farle cadere ma prendendole al volo un attimo prima della discesa verso il suolo.

Fuori si moriva di freddo, e se non ce l'avessimo fatta in tempo a rientrare in casa probabilmente i suoi genitori si sarebbero trovati delle statue in ghiaccio di due affascinanti ragazzi.

Aprii la porta con un calcio, e la richiusi dietro di me alla stessa maniera.

Barcollando, cercai l'interruttore della luce che trovai dopo poco e l'azionai. In pochi secondi, l'atrio si illuminò e intercettai l'attaccapanni.
Con difficoltà, mi tolsi il giachetto e ve lo attaccai, medesima cosa con la sua giacca.
Dopodiché, mi affrettai a salire le scale prima che il peso sulla spalla si addormentasse, moltiplicando la difficoltà nel muovermi e agire di conseguenza.

Lo adagiai sul letto della sua camera, ed iniziai a spogliarlo.

Senza molte pretese presi una coperta abbastanza pesante dall'armadio e lo avvolsi.

Tirai fuori da sotto il suo letto un materasso, solito per le emergenze, e mi ci distesi sopra, coprendomi con un'altra coperta trovata presa in precedenza dall'armadio.

"Buonanotte, Farlan." Mi addormentai.

Do you remember me?→EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora