-Ehi, guarda dove vai.-
Il mio sguardo incontra il suo, prima di abbassarsi a notare la chiazza marrone sul pavimento del corridoio.
-Oh..Scusa. Non ti avevo visto...- mi giustifico, un pochetto (ma giusto un po') imbarazzato.Schiocca la lingua, come per dire "che idiota che è questo", e se ne va tornando poco dopo con uno spazzolone in mano. Mentre rimedia al danno che ho causato, (rip caffè) sale mia zia dall'aria spazientita. -Su, ragazzi, andiamo!»-
Annuisco, e la seguo giù per le scale. Dopo poco arriva anche Levi che mi scocca uno sguardo di fuoco.
In macchina, regna il silenzio più assoluto, fino a che John non decide di accendere la radio, il che peggiora solamente le cose.
Vedete, a me piace la musica classica e mai e poi mai mi sognerei di ascoltare il rock o il metal. Tutto il contrario del ragazzo antipatico seduto accanto a me.Alla radio parte una canzone dei Black Sabbath, e Levi, dopo varie preghiere al padre sul non cambiare stazione, si mette a cantare a squarciagola quella """"canzone"""".
I primi due minuti l'ho sopportato, ma poi basta! In 120 secondi il volume della radio è alzato di sette tacchette, arrivando al massimo e rimbombando all'interno del veicolo, aggiungiamoci la voce forse troppo alta di Levi (anche se devo ammettere che canta davvero bene!) al tutto e sbadam ecco un Eren furibondo che impreca contro un Levi scatenato.
-Zia! Perfavore abbassa quella radio!- imploro per la terza volta, e per la terza volta Levi ribatte.
-No! Papà, alza la radio!-
Alla fine è stato tutto un alzare-abbassare, e peccato per i miei poveri timpati.Fortunatamente, siamo arrivati a destinazione, dove scendo senza curarmi di non sbattere la portiera contro il fianco dell'auto parcheggiata accanto, beccandomi anche un'occhiataccia da parte della zia.
-Non è colpa mia se sto qui non sa parcheggiare.- borbotto di rimando, facendo sogghignare il corvino affianco a me.
Dentro alla cartoleria, tutto mi sembrava un sogno. C'erano riviste, giornali e libri ovunque, album di figurine, appiccichini, poster e addirittura maglie.
Quel posto era enorme.-Fate pure un giro se vi va.- dice la zia, ma non le ho dato ascolto, essendo già tre km lontano.
Con l'antipatico, d'ora in avanti lo chiamerò così, sto girando tutti i corridoi dell'immensa cartoleria, che si è rivelata anche una libreria colma di libri. Ne adocchio uno dalla rilegatura liscia (di quelli che piacciono a me) e gialla e lo afferro. In realtà non ho nemmeno letto il titolo, tanto servirà solamente come svago nelle giornate in cui non avrò nulla da fare.
Levi invece ne sta già reggendo diversi, fra cui una trilogia spessissima e un libro che già dal titolo mi sembra qualcosa di complicatissimo.
-È per la scuola.- spiega lui senza troppi giri di parole, dopo averlo fissato male per una manciata di secondi.
Ci avviamo verso l'ascensore, diretti al secondo piano (i cinque secondi più imbarazzanti della mia vita) e finalmente arriviamo nel reparto "scuola".
Mi guardo attorno, iniziando ad inoltrarmi per il corridoio.LISTA
Tre astucci, uno nero normale, una bustina(?) celeste chiaro per le matite colorate;
Uno zaino a tracolla nero;
Quattro raccoglitori, -rosso, nero, verde acqua e celeste-;
I fogli per i raccoglitori;
Un quaderno a righe e uno a quadretti -verde scuro e bianco-;
Tutti i tipi di matite (H, 2H, HB ecc..);
Le matite colorate;
La gomma;
Un temperamatite;
Un righello piccolo;
Penne -nera, rossa e blu-, e una intercambiabile con l'inchiostro colorato;
Due album da disegno per arte;
Una calcolatrice;
La vinavil;
Un'agendina;
E infine un block notes.Sì insomma, del tipo che mia zia mi ucciderà ma ok.
Levi invece prende tipo le mie stesse cose, ovvero una penna nera, dei fogli con i buchi, una matita e una gomma. Pff, sarà che sono più esigente io.Al ritorno, troviamo gli zii spazientiti.
«Avete fatto rifornimento, vedo..» commentata John massaggiandosi il mento. Sorrido da angelo innocente mentre carico tutto sulla cassa.
Comunque ho notato che questo edificio sembra più un supermercato che una cartoleria, ma va beh..
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Do you remember me?→Ereri
Fanfic→ Dove Eren rincontra la sua cotta adolescenziale. Un giorno, trasferitosi da sua zia, se lo ritrova davanti alla porta di casa. Egli gli rivela di essere il figlio del marito di sua zia. I due capiranno presto che convivere non sarà affatto facile...