Capitolo 1

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Adam's POV

-Hey Adam!- urlò Ernie facendomi spaventare a morte.

-Ciao- risposi continuando a frugare nel mio armadietto alla ricerca del libro di chimica.

-Ieri notte mi hai fatto preoccupare! Non rispondevi al telefono. Come stai?-

-Non molto bene- risposi sbattendo l'anta e avviandomi verso l'aula.

-Che hai fatto al sopracciglio? Hai anche il labbro spaccato!-

-Lo so Ernie, li ho gli specchi a casa!-

-Hai litigato con tuo padre?-

-Si, e ho passato la notte nel garage della signora Thompson. Per fortuna da quando è morto il marito, lo dimentica sempre aperto!-

-Perché non mi hai chiamato?-

-Perché volevo stare da solo-

-Ah!-

-Sei riuscito a rientrare a casa stamattina?- chiese dopo una breve pausa

-Senza alcun problema, mio padre era già al bar!- dissi sarcastico

-Mi dispiace tanto Adam- sussurrò il mio migliore amico.

Ero sul punto di rispondergli quando vidi comparire in fondo al corridoio Noel Volkovic, circondato dal suo gruppetto di amici.

Indossava una camicia a quadri, dei jeans scoloriti e un giubbotto dello stesso materiale.

-Ci vediamo dopo- dissi senza dare ad Ernie il tempo di rispondermi.

Non avevo alcuna voglia di vedere Noel.

Avevo passato tutta la notte a fumare e a chiedermi perché ero stato così schifosamente sfortunato, da aver rischiato di finire ucciso in un posto squallido da quel delinquente di Volkovic.

Ero stato costretto a confessargli il mio più grande segreto, di cui non era a conoscenza nessuno, Ernie compreso.

Qualcosa mi faceva credere che nonostante fosse la persona meno affidabile di questo mondo, Noel Volkovic, avrebbe mantenuto il mio segreto.

Io avrei fatto altrettanto col suo.

Riuscii ad evitare il mio migliore amico per tutta la durata delle lezioni , nascondendomi in giardino durante le pause.

Decisi di saltare l'ora di storia, l'unica che io ed Ernie avevamo in comune.

Volevo tornare a casa e chiudermi nella mia stanza per provare a dormire dato che stavo letteralmente morendo di sonno.

Mi trovavo nel corridoio ovest del primo piano quando sentendo le risate dei ragazzi della squadra di football che andavano in palestra, ricordai di non avere il coraggio di affrontare nemmeno quell'idiota tutto muscoli di Forbes.

Ero sicuro che vedendo di nuovo la sua faccia mi sarebbe tornata in mente la scena in cui Volkovic lo spingeva via per potermi inseguire.

Accelerai il passo e mi recai nel bagno alla fine dell'andito.

Inutile dire che come sempre, mi ritrovai nel posto sbagliato al momento sbagliato.

-L'hai davvero lasciato andare senza neanche dargliele di santa ragione?- riuscii a sentire.

-Sei un cagasotto Forbes, ti ho detto che non c'è stato bisogno di alzare le mani. Cauffield terrà la bocca chiusa- disse quella che riconobbi essere la voce di Noel.

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